“Il brevetto dell’anima” al teatro Agorà

Il brevetto dell'anima al teatro Agorà

il brevetto dell'anima

Il brevetto dell’anima per ridere con il no sense a teatro. Nessuno è in realtà quello che dice di essere, in un gioco di ruoli tra finzione e realtà, salti di spazio e tempo, cantilene, balletti, rituali e filastrocche, questo il fantasy d’autore firmato e diretto da Luciano Capponi, in scena al Teatro Agorà di Roma, http://www.teatroagora80.com , dal 12 gennaio al 7 febbraio 2016. Presentato dalla Compagnia I Birbi “Il brevetto dell’anima” accompagna lo spettatore in un viaggio metaforico all’ interno della coscienza umana, tra commedia, farsa e tragedia, in una piécè dai toni surreali ma estremamente attuali. Sul palco bravi ed imprevedibili, attori di talento come: Nicolas Franik, Giulio Brando, Lollo Frizza, Valentina Scorsese, Penny Brown, Stefano D’Angelo e Bessy Bang. Al centro della scena la camera da letto di un Re, luogo di incontri, cospirazioni, spazio intimo che il regista rende pubblico. Una Regina, che non vuol più fare la moglie, dei cortigiani buffi e sprovveduti, Gioffa, donna dai facili costumi travestita da suora angelicata e il figlio del re, un ragazzo apparentemente poco intelligente e fannullone. In un’atmosfera surreale, scandita da un’installazione video che fa da filo conduttore all’intero spettacolo, tra musica e balli, tutti i personaggi in scena, tra ricorrenti momenti comici no sense e motivetti ossessivamente ripetuti, sembrano essere profondamente confusi.Considerato da molti un autore post-contemporaneo per la sua capacità di rilanciare la mente al di là dei propri ostacoli, Luciano Capponi torna in teatro con un testo che ha la forza della commedia, la profondità della tragedia e la leggerezza della farsa e affronta una realtà sospesa, capace di far riflettere. Nel “Il brevetto dell’anima” dove ci troviamo e perché?  Luciano Capponi: “Dove ci troviamo non lo sa nessuno, né il pubblico né gli attori. Io come tutti in scena mi sono chiesto siamo nel medioevo storico o in quello delle coscienze? E le figure del Re, della Regina, dei cortigiani, di Gioffa esistono veramente? L’unico che sembra avere le idee chiare è il buffone Alan Bicco, che con la sua chitarra arriverà a scardinare i labili equilibri di una corte bizzarra e stravagante. Un fantasy epocale – prosegue Luciano Capponi – nella ripetizione umana e ossessiva degli stereotipi, dei luoghi comuni e delle sciocchezze di sempre, per non parlare delle violenze. Il brevetto dell’anima sembrerebbe essere l’esame finale dopo aver superato altri brevetti strettamente collegati a quella catena inossidabile dell’idiozia umana”.

Il brevetto dell'anima una piécé esilarante al teatro Agorà.

Articolo di Antonietta Di Vizia

“Il brevetto dell’anima” al teatro Agorà ultima modifica: 2016-01-22T18:18:09+01:00 da Antonietta Di Vizia