Crisi finanziaria in arrivo? Forse!

Per George Soros la Cina cresce al 3.5% e non al 6.9%. Crisi finanziaria in arrivo? Analisi di Andrea Vedovati

Crisi finanziaria in arrivo? In molti se lo chiedono. I mercati finanziari hanno iniziato il 2016 come peggio non si poteva. In particolare gli indici americani hanno chiuso il primo giorno dell’anno con una perdita che non si vedeva dal 1932. Solo una coincidenza? Forse no, qualche analogia c’è ma oggi il mondo e’ molto diverso da allora. La Cina, economia emergente con crescita sontuosa negli ultimi 20 anni, sta rallentando. E’ normale che dopo essere cresciuta per anni al 10 %, poi al 7 %, ora si pensa possa normalizzarsi pian piano al 6 %. E’ una traiettoria normale per un paese dalle potenzialità demografiche ed economiche immense, destinata a superare gli Stati Uniti nei prossimi decenni. Il problema è che il tasso di normalizzazione dell’economia Cinese può procedere a scalini ed ogni scalino può essere molto doloroso per il ciclo economico mondiale.  La doppia svalutazione dello Yuan da agosto ad oggi, i timori sulla bolla del credito che accompagna l’economia, il passaggio da un ‘economia basata sulle esportazioni ad una basata sui consumi interni, rischiano di far deragliare il percorso di ripresa delle nostre economie occidentali cosiddette “avanzate “.
George Soros, non un’ analista o un’economista qualunque, afferma che il tasso di crescita vera dell’economia cinese è gia’ al 3.5 %, non al 6.9 % come affermano le statistiche ufficiali. Capite bene i rischi connessi alla crescita globale.
Dopo la piu’ grande recessione mondiale sofferta nel 2008-2009, dal 1929 in poi, le banche centrali occidentali hanno tentato con misure non convenzionali di curare la deflazione dovuta allo scoppio della gigantesca bolla del credito costruitasi dagli anni 80 in poi. L’effetto delle politiche monetarie e’ stata la creazione di un’altra gigantesca bolla sui mercati finanziari sia azionari che obbligazionari, particolarmente su quello americano.

Grafico articoloInfatti tutti gli indicatori fondamentali ciclici, come il PE di Schiller, la Q di Tobin e il rapporto tra la capitalizzazione della borsa rispetto al Pil, indicano che il rischio concreto è quello di una terzo crash dopo quelli sofferti nel 2000-2002 e 2007-2009. A conferma di questo scenario ci sono anche due divergenze interne al mercato : il 70 % dei titoli americani quotano sotto la propria media a 200 gg e gli spread sugli high yield americani continuano ad allargarsi. Non solo, le quotazioni delle materie prime continuano a toccare nuovi minimi, riflettendo la debolezza della domanda ciclica mondiale. Solo un rischio ? Forse qualcosa di molto piu’ concreto. Meglio abbassare drasticamente il livello di rischio degli investimenti dei nostri risparmi! Guardando il grafico del principale indice americano negli ultimi 30 anni, si puo’ facilmente capire di cosa stiamo rischiando. Crisi finanziaria in arrivo? Forse!

articolo di Andrea Vedovati.

Crisi finanziaria in arrivo? Forse! ultima modifica: 2016-01-27T12:46:40+01:00 da Antonietta Di Vizia