Palazzo della cultura di Caprarola volano di crescita culturale
«La cultura è un bene comune, primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti.» Così il celebre Claudio Abbado, uno dei più importanti direttori d’orchestra, ha definito la cultura, ed è forse anche quello che pensano a Caprarola, piccolo centro in provincia di Viterbo, dove la giunta uscente è riuscita in un autentico miracolo. In un Italia in cui le biblioteche e gli archivi vengono accorpati o chiusi, perché come disse l’ex ministro delle finanze Giulio Tremonti: «Con la cultura non si mangia», a Caprarola da poco meno di un anno è nato il “Il Palazzo della cultura”, un luogo in cui questa risorsa non viene vista come una spina nel fianco nel bilancio, ma come un volano per la crescita culturale ed economica del territorio.
Il palazzo della Cultura, inaugurato nel 2014, è ben concepito sia negli spazi, che negli arredi, che lo rendono caldo ed accogliente. Al suo interno ha una grande sala conferenze, che ospita lezioni, letture ed appuntamenti culturali, una biblioteca con annessa la sala computer, ancora molto piccola dove i libri vengono catalogati dai volontari del posto, che vegliano sui beni librari e si occupano anche del prestito. Nell’androne del primo piano è collocato il museo che contiene i reperti archeologici dell’antica Caprarola, con una sezione che illustra anche la fauna selvatica autoctona. Un luogo che di certo non ti aspetti di trovare in un piccolo comune come Caprarola, ma che invece, grazie al coraggio ed alla volontà della giunta, ha visto la luce e comincia a dare i suoi frutti. In un’Italia sempre più povera sotto il profilo culturale l’esempio di Caprarola altro non è che un esempio di progresso e di evoluzione culturale che speriamo sia replicata anche in altri Comuni italiani.
Articolo di Cristiano Morelli
