Natalia Simonova il 13 in scena all’Arciliuto interpreta le donne del secondo millennio

Natalia Simonova- foto di Francesco Bianchi

Natalia Simonova  in scena all’ Arciliuto con “Lasciando un segno”  il 13 aprile, per una serata dedicata a grandi personaggi femminili.

Natalia Simonova- Foto di Francesco Bianchi

Lasciando il Segno” racconta attraverso flash, monologhi e canzoni, le suggestioni e il lascito di grandi personaggi femminili, per raccontare un visione rosa del mondo alle generazioni successive, da parte di grandi donne del secondo millennio.

Uno spettacolo di grande energia, che svela che cosa significa fare l’artista, il peso della creatività, uno spettacolo vibrante anche grazie a musicisti di grande talento  in scena insieme a Natalia Simonova, come maestro e pianista Luca Ruggero Jacovella e Alessandro Tomei al sax e fluto, elementi che arricchiscono lo spettacolo creando un atmosfera straordinaria, una sorta di cuscino su cui si poggiano i sette  personaggi femminili di “Lasciando il segno”.

Foto Francesco Bianchi

Natalia Simonova  come nasce questo spettacolo? E’ frutto di un lungo percorso, che mi ha portato a scegliere di essere da sola in scena e di  passare da un personaggio ad un altro in una sorta di ricerca interiore e artistica. Lo spunto è arrivato  nel 2013 quando ho vinto un concorso come attrice Schegge d’ autore al Teatro Tor di Nona, solo li ho capito la mia vera natura, da performer, un lungo lavoro di  ricerca sui personaggi e sulle trasformazioni esteriori ed interiori”.

Qual è il filo conduttore di Lasciando il segno? Io come donna che ha percorso tanti chilometri per trovare la mia strada, volevo raccontare che è meglio percorrere la strada dritta, senza cercare scorciatoie, vivendo intensamente, per raggiungere il traguardo professionale e umano desiderato perché la vita va vissuta intensamente. E poi volevo raccontare attraverso grandi donne, ma anche attraverso donne comuni come il primo personaggio che apre il mio spettacolo, tratto da un racconto dello scrittore Sandor Marai, una semplice donna dell’ aristocratica ungherese…che ogni una donna è preziosa, ed unica“.

Natalia Simonova-foto Francesco Bianchi

Qual è il personaggio più difficile da interpretare?

Marlen Dietrich, una grande diva, un personaggio molto intenso, che continuo a perfezionare, un po’ vamp un po’ antidiva.  Ma tutti i personaggi sono difficili ed intensi, in realtà è molto faticoso il  viaggio nell’universo femminile che metto in scena, attraverso dei flash, riflessioni, dei vissuti  di donne talmente speciali e che hanno arricchito e lasciato un segno, con il loro fascino e con la loro creatività nel secolo in cui sono vissute”.

In che modo rappresenti i personaggi che porti in scena?

Per ogni personaggio ho scelto un frammento, addirittura una frase che li rappresenta, Per Judy Garland ho scelto Somewhere  over the ranbows, per Evita Peron Patria mia, per Ingrid Bergman Mio Roberto, Marina Cvetaeva poetessa russa…Cammino a me somigliante, per la diva Marlen Dietrich…Quando morirò immagini il chiasso, per Maja Plisezkaja la più grande ballerina del secolo del Bolshoi…Il cigno bianco, chiudo con Nina de Il Gabbiano di Cechok, una personaggio inreale stanco del peso che porta dietro, come molte donne nella vita”.

Intervista di Antonietta Di Vizia

Natalia Simonova il 13 in scena all’Arciliuto interpreta le donne del secondo millennio ultima modifica: 2017-03-29T19:13:38+02:00 da Antonietta Di Vizia