La melodie il film francese dedicato alla integrazione razziale

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La Melodie delle periferie francesi in un inno alla integrazione razziale attraverso la musica
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Puo’ l’integrazione razziale passare attraverso le corde di un  violino e fare da riscatto sociale per una intera generazione di studenti? E’ il monito del fim francese La melodie in cui la Francia è il Paese europeo che dal 2015 ha pagato più di tutti, in termini di vite umane (Bataclan, Nizza), la mancata integrazione ed nuovo cinema francese è in prima linea con incoraggianti iniziative di pace ed integrazione proprio in quelle banlieue sono nati e cresciuti molti registi attori fautori dell”odierno cinema francese. Periferie sempre più spesso fucine culturali dove esperimenti sociali, messi in scena da registi oriundi (Rachid Hami, Sou Abadi, Rachid Djaïdani) spesso cresciuti tra le durezze, l’emarginazione, il rancore di quei territori metropolitani ce li raccontano ne  La Melodie, una Parigi dei nostri giorni multietnica e periferica lo si evince anche da una costante inquadratura ad una torre Eiffel piccola in lontananza. Il film è firmato dal giovane franco-algerino Rachid Hami ed è interpretato da Kad Merad (“Giù al nord”, “Les choristes”), uno deimaggiori esponenti dello star system etnico francese (insieme, tra gli altri, a Omar Sy di “Quasi amici”).

Ne La melodie,  Merad  è un 55enne disincantato un padre irrisolto che accetta di insegnare musica in una classe di dodicenni che vivono nel 19mo “arrondissement” condizioni socio-ambientali irte di difficoltà quotidiane.  All’inizio nessuno crede in lui, ma il prof. Simon sa parlare loro e intravede nel solitario e rotondetto Arnold (Alfred Renely), studente di origine africana, un grande talento in erba per il violino, e grazie a lui capisce che vale la pena di impegnarsi con la classe. L’obiettivo è quello di portarli a suonare tutti insieme la “Sheherazade” di Rimskij-Korsakov al concerto di fine anno alla Filarmonica.

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Tanti troppi deja vu ne La mélodieMolti sicuramente le pellicole amate e metabolizzate dal nostro regista Kad Merad che tuttavia è in grado di incarnare, con quello sguardo da cane bastonato, l’intreccio della storia e le atmosfere ricordano “Goodbye Mr. Holland” (1995), con Richard Dreyfuss, ma anche de “La musica del cuore” (1999) di Wes Craven, dove Meryl Streep è anche una maestra di violino, con i bambini dei sobborghi di Harlem al posto dei ragazzi delle banlieu. Ma vengono in mente anche “La schivata” (2003), secondo film del premiatissimo Abdellatif Kechiche, dove il teatro diventa vita per un gruppo di giovani di un sobborgo parigino. Ed ancora un altro film francese amatissimo interpretato dallo stesso Kad Merad, “Les choristes – I ragazzi del coro” (2004), con la musica che fa sempre da apripista e conquista i ragazzi in un istituto di rieducazione. Oppure ancora il più recente e toccante “Una volta nella vita” (2014) di Marie Castille Mention-Schaar, assai simile nell’impianto dove una professoressa di storia sceglie una classe multietnica di indisciplinati per partecipare al concorso nazionale della Resistenza.
 
In questo film però l’insegnante risorge grazie ai ragazzi il messaggio è diverso: lui è capace di ritrovare, nel contatto con ragazzi vivaci, ma sensibili, la voglia di divertirsi, tanto da tentare di allestire un’orchestra altrimenti improbabile. Il film diventa così un riuscitissimo omaggio al potere salvifico e alla forza sociale dell’arte, anche grazie a un ottimo cast di attori e a un euforico gruppo di giovani promesse. Con un messaggio aderente alla realta’ fortemente pragmatico, perché il regista ha lavorato con Démos, un programma di educazione musicale e orchestrale realizzato proprio dalla Filarmonica di Parigi, teso alla democratizzazione culturale e indirizzato a ragazzi provenienti da quartieri disagiati.
La melodie il film francese dedicato alla integrazione razziale ultima modifica: 2018-07-12T15:36:45+02:00 da Antonietta Di Vizia