Dal palazzo della Tim del fondo Teodora alle baracche-Roma dei contrasti

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Via de Francisci- Roma
Tra un mesetto i romani proprietari d’immobili verranno chiamati a pagare Imu e Tasi, ed in coincidenza della Tari (tassa sui rifiuti urbani): ai cittadini viene chiesta onesta’ e precisione…mentre Roma è ormai abbandonata, sporca, insicura e con strade rotte, bloccate, interrotte per inagibilità. Le cronache ci dicono che la multinazionale Tim lascia il palazzo della Direzione Generale di via De Francisci (di proprietà del fondo Teodora), mentre il Comune insegue i senza tetto in camper e roulotte, soprattutto che la municipale segnale come il fenomeno dei baraccati sia tornato come negli anni ’50.
Ad un normale osservatore non può sfuggire come Roma sia ormai frenetica e decadente, con due velocità estreme nella circolazione della ricchezza e, purtroppo, latrice di troppe insicurezze. Città che destabilizza famiglie ed individui: dove il lavoro e la casa soffrono la volatilità del nostro tempo come la capanna di paglia esposta al più nefando fortunale. In questa Roma c’è il Tribunale civile che vanta il primato europeo dei due milioni d’esecuzioni immobiliari (pignoramenti). Soprattutto è la Capitale d’Italia tornata alla stessa percentuale di senza tetto del dopoguerra…è l’Italia di De Sica, quella di “Miracolo a Milano“, o la borgata narrata da Bertolucci e Pasolini ne “La commare secca“.
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Il quotidiano ci narra d’un mondo sempre più estremizzato, soprattutto sul fronte dell’accumulo di ricchezze come dell’aumento di povertà. La foto di due situazioni romane ci da la dimensione del fenomeno. Da un lato la storia dei senza fissa dimora che vivono in camper e roulotte, dall’altra la vicenda della direzione generale della multinazionale Tim.
Circa otto anni fa s’apriva il contenzioso tra il Comune di Roma ed i cittadini che risiedono in roulotte e camper senza pagare occupazione di suolo pubblico: purtroppo alloggiando in case su ruote non revisionate presso la Motorizzazione e spesso prive d’assicurazione “rca obbligatoria“. In quasi un decennio di verbali e sequestri di camper da parte della polizia locale, i senza fissa dimora pare abbiano cumulato un contenzioso milionario con l’ex Equitalia (oggi Agenzia delle Entrate). Somme che il Comune di Roma e lo Stato italiano non recupereranno mai, ed in forza del fatto che i multati sono cittadini definiti dalle analisi sociali a “povertà irreversibile”: a difenderli provvedeva gratuitamente l’avvocato Ferdinando Imposimato (storico magistrato scomparso circa un anno fa). Oggi il Comune di Roma sarebbe nuovamente sul piede d’una nuova crociata contro i senza tetto capitolini, rei di dormire abusivamente in camper e roulotte: un sequestro di case su ruote non certo indolore per le casse del Comune, infatti migliaia di carroattrezzi privati verrebbero impiegati per portare i camper nelle aree di sequestro giudiziario. E sul da fare sono divisi sia la politica che l’opinione pubblica. E dalle baracche passiamo ai palazzi regali.
Infatti s’avvia finalmente a conclusione la spinosa questione del contenzioso tra multinazionale Tim e fondo immobiliare Teodora, proprietario della storica sede Tim sita a Roma in via de Francisci, che ha ospitato la Direzione Generale della Tim per circa vent’anni. Secondo fonti interne alla stessa società Tim, è stato trovato un accordo tra la stessa Tim ed il fondo Teodora sul rilascio anticipato dell’immobile romano oggetto di contenzioso. Si tenga presente che la corretta esecuzione del contratto prevedeva in origine un esborso di oltre venti milioni di euro da parte di Tim, dovuti al corretto pagamento dei canoni di locazione (il contratto sarebbe scaduto a dicembre 2020, con canone di 7,1 milioni d’euro l’anno per tre anni) e non era contemplata la possibilità d’alcun recesso anticipato. Il contenzioso è stato definito con un costo per Tim pari alla “modica” cifra di 10.776.403 euro che entreranno nelle casse di Teodora. Il rilascio anticipato dell’immobile ha comportato un importante esborso per Tim, che dovrà lasciare l’immobile ma anche sostenere i costi per il trasferimento del personale nelle altre sedi.
Ecco due volti “immobiliari” d’una Roma dai contrasti sempre più stridenti. Una reclame di qualche anno fa recitava “necessita cambiare velocemente, anche più volte al giorno, il proprio modello di business“…oggi aggiungiamo che sempre più gente rimane indietro. Il timore d’una società divisa tra multinazionali e baraccati fa capolino da decenni. In Brasile ed in Nigeria è la normalità…per Roma auspichiamo rimanga solo un brutto sogno. Certo i segnali sono poco rassicuranti, e la politica non sembra li voglia leggere.
Dal palazzo della Tim del fondo Teodora alle baracche-Roma dei contrasti ultima modifica: 2018-11-03T14:00:00+01:00 da Antonietta Di Vizia