
A PROPOSITO DI ALCOL…
L’abuso di alcol è, da tempo, una delle piaghe della società. Sia una ingestione acuta di grandi quantità di vino, birra o superalcolici, sia un abuso cronico di queste sostanze determinano un danno all’individuo con conseguenze negative per la famiglia e per tutta la società.
Abbiamo affrontato questo tema con il prof. Mauro Ceccanti che è stato tra i primi ad occuparsi di questo argomento dagli ultimi anni ’70 ed ha diretto il centro di Alcologia del Policlinico Umberto 1° di Roma fino a pochissimi anni fa.

Professore, tu ti occupi di alcolismo da 40 anni: è cambiato l’alcolista di oggi rispetto a quello degli anni ’80?
Certamente! Nei primi anni della mia attività, l’alcolista era una persona con alti consumi di bevande alcoliche, in genere vino, e spesso anche birra; più raramente superalcolici. Oggi la situazione è più complessa: il soggetto con Disturbo da Uso di Alcol (DUA – questa è la nuova denominazione di chi abusa di alcol) si presenta in svariati modi, con cui esprime le sue problematiche correlate all’uso di alcol. Possiamo avere:
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Un consumo eccessivo di alcol, che supera le quantità raccomandate dagli Organismi sanitari (e cioè più di due Unità Alcoliche (UA*) al giorno per gli uomini e una UA*/die per le donne), ha un effetto tossico e teratogeno.
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Un consumo legato ad una Dipendenza dalla sostanza (per motivi genetici o per modificazioni genetiche determinate da fattori ambientali). Per comprendere meglio l’entità del problema, possiamo stimare una cifra intorno a 1,5-2 milioni di italiani con Dipendenza dall’alcol. Questa determina un uso “necessario e urgente” della sostanza con conseguenti problemi sociali e comportamentali, oltre il danno d’organo sull’alcolista.
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Una “comorbidità”, cioè la presenza contemporanea di patologie psichiatriche che possono essere conseguenza o causa del DUA.
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Un uso contemporaneo di Cannabis e anche di altre sostanze d’abuso (cocaina, MDMA, Anfetamine, etc…) che si accompagnano al DUA.
(*Una Unità = un bicchiere da 150 ml di vino,una birra di normale gradazione (330 ml) o un bicchierino da 20/40 ml di superalcolico a 40°)
E’ maturata nel corso degli anni una consapevolezza da parte della famiglia e della società sui problemi alcol correlati?
Direi di no. Gli stimoli continui da parte dei media (compreso film e serie televisive) indirizzano verso una “normalità” effimera, fatta di consumi nelle più disparate occasioni che alterano la percezione dei pericoli connessi all’uso di alcol. Solo quando la situazione precipita i familiari prendono coscienza del problema e divengono loro stessi “malati” in un ambiente familiare condizionato dall’uso di alcol.
Per quanto riguarda la Società, purtroppo dobbiamo sottolineare l’accentuarsi dello squilibrio tra interessi commerciali e interessi rivolti a garantire la salute del cittadino. Si è rotto quell’equilibrio che dovrebbe essere garantito per far sì che i “Determinanti Commerciali” non prevalgano sulla salute dei singoli.
In una famiglia, se un genitore è alcolista, i figli ne possono riportare conseguenze?
Anche qui dobbiamo rifarci alla classificazione sopra riportata.
Nel caso di genitori che consumano una quantità eccessiva di bevande alcoliche, il figlio vivrà in un ambiente che lo indurrà ad avere una bassa percezione dei pericoli connessi all’uso di alcol e, quindi, sarà molto probabilmente indotto a imitarne l’uso, nel corso della propria vita.
In tali casi, così come nella Dipendenza vera e propria di uno o entrambi i genitori, l’ebbrezza alcolica potrà far crescere il bambino in un ambiente ricco di traumi e violenze che potrebbero essere determinanti per una successiva evoluzione in disturbi mentali di tipo nevrotico o psicotico che, a loro volta, potrebbero indurre a un consumo di alcol a scopo compensatorio.
Nel caso della madre alcolista, è necessario precisare che anche un uso “moderato” di alcol in gravidanza o in allattamento può provocare danni al neurosviluppo e malformazioni congenite che si riflettono anche su disabilità cognitive e fisiche dei bambini.
inoltre è necessario sapere che esiste anche una predisposizione genetica alla trasmissione dell’alcolismo di padre in figlio. Chiaramente ciò non vuol dire che automaticamente la dipendenza viene sicuramente trasmessa, ma solo che l’assetto genico è tale da predisporre alla dipendenza stessa. Sarà poi l’ambiente a modificare in senso positivo o negativo questa predisposizione nel corso dell’infanzia e della adolescenza.
L’abuso di alcol determina un comportamento rischioso per la salute dell’individuo, Mi riferisco anche al problema degli incidenti stradali, dei traumi e degli atti violenti connessi con l’uso di sostanze alcoliche. Quale è il tuo pensiero al riguardo?
Dal 2001, al 2020, secondo i dati ISTAT, gli incidenti legati all’alcol sono andati progressivamente aumentando dall’1,2 al 4,4 % di tutti gli incidenti stradali. Nel 2022 i feriti sono stati 223.475, i morti 3.159 in 165.889 incidenti. (Fonte ISTAT nella Relazione sulla legge 125 del Ministro della Sanità al Parlamento, 2024).
Già una decina d’anni fa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) stimava che il 30-35% degli incidenti stradali mortali in Italia fossero alcol-correlati.
L’alcol gioca un ruolo considerevole anche nell’aumento del rischio di comportamenti violenti.
Grazie Professore per questa panoramica sui danni cui l’individuo e la società tutta possono andare incontro se il consumo di vino e alcolici superano certi limiti. E’ un invito a farne un uso moderato!
2025 Giuliano Bertazzoni
Giuliano Bertazzoni nasce a Milano nel 1950.
Laureato in Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma nel 1975, ha prestato servizio come Direttore della Unità Operativa Complessa di Medicina d’Urgenza del Policlinico Umberto 1° di Roma dal 1991 al 2021.
Una volta in quiescenza ha appeso al chiodo il fonendoscopio portato per 50 anni circa e ha indossato la tracolla della Nikon: così è esplosa la passione per la fotografia, passione sempre avuta e poco praticata nel corso della vita professionale.
La comunità del Policlinico è stata sostituita dalla comunità dei fotografi; i congressi, le lezioni, le esercitazioni, i meeting sono stati sostituiti dai corsi di fotografia, workshop, mostre e concorsi (fotografici).
Due sentimenti sono rimasti in comune tra il lavoro di ieri e l’hobby di oggi: la passione e l’emozione. Da Aprile 2025 fa parte di Target Lab Ets, Laboratorio Sperimentale di Fotografia e Comunicazione fondato dal fotoreporter freelance Alessandro Lisci.
Pubblicato da Alessandro Lisci – Target Lab Ets infoline 3316379346