“IMP 2025 – Festival Internazionale di Fotogiornalismo” dalla nostra inviata Marta Fabris – Target Lab Ets

Padova dal 16 Maggio al 15 giugno

Riccardo Bononi, Fotogiornalista e Direttore artistico del Festival, presenta Mailbox#200 Kyrgyzstan nella sede espositiva a Palazzo Moroni. Foto di Marta Fabris - Target LAb Ets

Si è inaugurato venerdì 16 maggio 2025 IMP 2025 Festival Internazionale di Fotogiornalismo, il Festival in Italia interamente dedicato al mondo del giornalismo per immagini. Arrivato oggi alla sua settima edizione, è diventato il punto di riferimento internazionale per il fotogiornalismo contemporaneo.

L’edizione 2025 si svolgerà per 5 settimane dal 16 Maggio al 15 Giugno e si articolerà tra oltre 20 esibizioni, 4 workshop e più di 30 conferenze e visite guidate con gli oltre 40 autori in mostra, provenienti da tutto il mondo. ‘La città ospiterà tra i più prestigiosi autori da tutto il mondo per incontrare gli oltre 10.000 visitatori attesi’, le parole di Andrea Colasio, Assessore alla cultura del Comune i Padova.

IMP Festival nasce con la volontà di portare storie e dibattiti internazionali nel patrimonio artistico, architettonico e monumentale della città di Padova: sono infatti state individuate 5 sedi espositive principali, da Palazzo Moroni e Palazzo della Gran Guardia, alla Cattedrale Ex Macello e alla Galleria Cavour, in un percorso accessibile ai visitatori lungo i principali siti storici e luoghi turistici della città.

Protagonista della mostra è l’attualità: tra le esposizioni la mostra sul conflitto in Ucraina ha le immagini più rappresentative della tragedia e, soprattutto, della resistenza del popolo ucraino negli scatti di alcuni dei più affermati fotografi del mondo, tra cui si contano ben sei Premi Pulitzer, da Lynsey Addario a Evgeniy Maloletka, dall’italiano Fabio Bucciarelli a Carol Guzy, l’unica fotoreporter al mondo ad essere stata insignita del Pulitzer per ben quattro volte. Grande spazio è dato anche alla drammatica situazione nella Striscia di Gaza, raccontata da un collettivo di fotogiornalisti palestinesi, testimoni coraggiosi della devastazione del loro Paese e del proprio popolo, sotto cieli solcati dai missili.

Il Festival affronta varie tematiche sociali che connettono gli angoli del mondo: la condizione delle detenute nel carcere femminile di Herat, nel cuore di un Afghanistan in mano ai Talebani, attraverso gli occhi della giornalista iraniana Kyana Hayeri, vincitrice 2025 del World Press Photo; oppure la violenza di genere in tutta l’America Latina raccontata dal fotogiornalista italo-argentino Karl Mancini.

Drammatiche questioni ambientali sono raccontate dagli scatti di Riccardo Bononi che ci portano al confine tra Kyrgyzstan e Uzbekistan nella quotidianità della città, insieme a Chernobyl, più radioattiva al mondo, oppure sono illustrate dal progetto a lungo termine di Stefano Schirato sull’inquinamento ambientale nella nostra Penisola, incluso il dramma dell’avvelenamento da PFAS in Veneto.

Altri temi sorprendenti sono raccontati con l’esibizione “American Bedroom”, in cui la fotografa americana Barbara Peacock, in viaggio attraverso gli Stati Uniti, racconta le sfaccettature e le contraddizioni dei suoi cittadini attraverso una prospettiva originale della loro camera da letto. L’irlandese Andrew MCConnell ci svela, nel Kazakistan rurale, l’incredibile convivenza tra gli astronauti in partenza ogni tre mesi verso la Stazione Spaziale Internazionale e la popolazione locale, dedita all’allevamento di sussistenza e di tradizione nomade. Altrettanto sorprendenti sono anche i progetti della francese Bénédicte Kurzen che dà forma tangibile al mondo invisibile di miti e credenze delle popolazioni che vivono sull’Oceano Indiano; oppure i ritratti di Ksenia Kuleshova degli abitanti dell’Abkhazia – micronazione del Caucaso meridionale – sospesi nell’incertezza di un sistema senza futuro.

Il Festival racconta in modo indelebile tematiche sociali e di attualità, con foto incisive e travolgenti, che stimolano al dibattito, alla riflessione, all’introspezione. Non sono immagini che si lasciano alle spalle una volta varcata la porta delle sedi espositive, perché, poste magistralmente in sequenza, e altrettanto magistralmente scattate, rendono il visitatore ‘partecipe e consapevole del proprio ruolo fondamentale anche nelle questioni più controverse e geograficamente lontane ‘, come afferma Riccardo Bononi, Fotogiornalista e Direttore Artistico del Festival. L’uomo è raccontato dalle sue sfaccettature più drammatiche, come quelle dei conflitti, dell’inquinamento ambientale o della violenza di genere, a quelle più sorprendenti e stimolanti.

Il Festival, con le sue molteplici sedi di esposizione, rende la città di Padova una crocevia di culture e di approfondimenti da tutto il mondo, con una ricchezza di informazioni profonde e dirette.

L’evento è ideato da Irfoss A.p.s. e realizzato con il contributo del Comune di Padova – Assessorato alla Cultura e Fondazione Cariparo, promosso dall’Università degli Studi di Padova e Regione del Veneto, in collaborazione con AIRF – Associazione Italiana Reporters Fotografi e FotoEvidence with World Press Photo.

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La sede espositiva di Palazzo della Gran Guardia. Foto di Marta Fabris – Target Lab Ets

 

IMP 2025 – Palazzo Moroni. Foto di Marta Fabris – Target Lab Ets

 

La sede espositiva Cattedrale Ex Macello. Foto di Marta Fabris – Target Lab Ets

 

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La sede espositiva Galleria Cavour. Foto di Marta Fabris – Target Lab Ets

 

Riccardo Bononi, Fotogiornalista e Direttore artistico del Festival, presenta Mailbox#200 Kyrgyzstan nella sede espositiva a Palazzo Moroni. Foto di Marta Fabris – Target Lab Ets

 

“IMP 2025 – Festival Internazionale di Fotogiornalismo” dalla nostra inviata Marta Fabris – Target Lab Ets ultima modifica: 2025-05-26T21:45:16+02:00 da Target Lab Ets