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Manifestazione nazionale contro il genocidio in Palestina e a sostegno della Flottilla internazionale.
Sicuramente la manifestazione di venerdì 4 ottobre invita a riflettere sulla continuità e spontaneità con la quale un fiume di persone in questi giorni sia stato mosso da un fare collettivo cresciuto dal basso e sia sceso in piazza, non necessariamente sotto sigle o gruppi di appartenza. Un milione di persone. È un numero che stupisce gli stessi organizzatori delle manifestazioni di questi ultimi due anni contro il genocidio in atto in Palestina.
Quella di Roma è stata la più grande protesta di piazza a favore della Palestina in Europa. Del resto l’anima pacifista degli italiani si è espressa nel tempo ed oggi ha ritrovato corpo. Nel lontano 2003, la manifestazione che si tenne a Roma contro l’invasione in Iraq, entrò nel Guinness World Records, raccogliendo tre milioni di oppositori della guerra e consacrandosi come il più grande raduno pacifista della storia, seguito al secondo posto dalla dimostrazione che ebbe luogo a Madrid con un milione e mezzo di persone. Due popoli diversi con la stessa anima, sempre in prima fila!
È una questione culturale?
Volevo fare un pezzo di semplice cronaca raccontando per immagini e lasciando spazio a pochi commenti dove il dato significativo è stata la partecipazione di giovani, famiglie, bambini. La testa del corteo era formata dai giovani palestinesi in Italia, la coda dai giovani studenti del liceo Socrate occupato. Come un fiume in piena, osservavo dal Colosseo la gente arrivare da Colle Oppio, raggiungere ed unirsi al corteo, dopo che in tanti si erano trovati sbarrata la strada di accesso della metropolitana, chiusa per saturazione e sicurezza.
Tornando indietro verso piazzale Ostiense, mi sono seduto e ho ascoltato i commenti delle persone: ci si guardava negli occhi, ci si riconosceva in un agire comune, sintetizzato dalla scritta “la tua lotta è la mia lotta” sul cartello di un manifestante, al di fuori dei consueti slogan politici.
Sebbene qualcuno sia disilluso per quanto tutto ciò possa incidere sui meccanismi del potere, o meglio dei poteri, ritenendo che manifestare non porterà ad un reale cambiamento, nello stesso tempo non rinuncia ad essere presente, partecipare ad un processo lento, che passo dopo passo, genera e rigenera azioni, consapevolezza, della propria esistenza e di quella degli altri. Si iniziano a sentire, infatti, scandire slogan e parole d’ordine come “UNIAMOCI” al posto di “Unitevi”.
Dare delle risposte ai tanti che che animano queste grandi partecipazioni di massa nello sdegno di fronte a qualcosa che sovrasta le nostre volontà, i nostri destini, le nostre economie, come l’esistenza stessa dei palestinesi, il destino di tutti i popoli oppressi aggiungerei, non è cosa semplice; bisogna osservare con molta umiltà e autocritica. È una battaglia morale innazitutto, dove riaffermare il diritto internazionale è importante e fondamentale. Ed è importantissimo comprendere l’economia della guerra e delle politiche economiche mondiali, alimentate dalla catena dell’odio.
Ed ecco infatti che la piazza reclama una nuova Norimberga nei confronti dei responsabili di questo genocidio, che appare ormai chiaro quanto sia stato pianificato nei dettagli.
E mentre le parti chiamate in causa discutono intorno il nuovo piano di pace sortito in questi ultimi giorni, dal mainstream scompaiono le prime pagine dedicate alla Palestina, tornando a trattare i temi della politica nazionale e della cronaca in modo preponderante; mentre sembra che Israele continui ad accanirsi contro il popolo palestinese, seminando morte e distruzione.
La sera dopo la manifestazione, durante la presentazione del libro “C’è un paese da cambiare. Riflessioni sui risultati di un referendum da parte di chi non intende fermarsi” alla Casa del Popolo di Tor Pignattara (Roma), incontro Stefano Galieni, coordinatore della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, al quale chiedo le sue considerazioni rispetto la grande e continua partecipazione di massa di questi giorni per dire basta al genocidio in Palestina. Concludo con le sue parole:
“Io la trovo incredibile e confesso inaspettata perché è come se in pochi giorni le infinite solitudini, legate ad una connessione sentimentale col genocidio di un popolo e con chi su fragili vascelli ha provato a rompere il silenzio, avessero trovato la forza e la vitalità per rompere la propria bolla.
Difficile prevedere cosa sarà di questa energia, troverà modo di rafforzarsi, di darsi continuità o rientrerà a casa?
Certo è che chi pensa o peggio ancora pretende di assumere la guida di quanto sia accaduto è destinato a essere sommerso”.
© Alessandro Lisci – Target Lab Ets

Manifestazione Nazionale per Gaza Roma 4 ottobre 2025 © Alessandro Lisci Ph
Manifestazione Nazionale per Gaza Roma 4 ottobre 2025 © Alessandro Lisci Ph

Tano D’Amico – Manifestazione Nazionale per Gaza Roma 4 ottobre 2025 © Alessandro Lisci Ph










Manifestazione Nazionale per Gaza Roma 4 ottobre 2025 © Alessandro Lisci Ph
Manifestazione Nazionale per Gaza Roma 4 ottobre 2025 © Alessandro Lisci Ph
Editing fotografico a cura di Alessandro Lisci – Target Lab Ets
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