

Redazione ed editing fotografico di Alessandro Lisci – Target Lab Ets
Fotografie © Massimo Scafati – Coordinatore Area Mostre di Target Lab Ets
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Margaret Bourke-White (14/06/1904 – 27/08/1971)
Quando si parla di fotogiornalismo ed in particolare di reportage di guerra, c’è spesso la tentazione di ricordare nomi come Robert Capa, Eddie Adams, David “Chim” Seymour e tanti altri che hanno collaborato con la rivista Life, alcuni per vocazione altri per casualità.
Meno nota è invece l’attività di Margaret Bourke-White (figlia di Joseph White, inventore e naturalista aggiunse al suo cognome quello della madre Minnie Bourke) – Di lei sappiamo che seguì un percorso formativo e si dedicò inizialmente alla fotografia industriale ma successivamente si appassionò al reportage e si trasferì a New York su invito della prestigiosa rivista americana Fortune e successivamente collaborò con Life; quest’ultima in particolare le permise di pubblicare le storiche documentazioni della Seconda Guerra Mondiale; dall’assedio di Mosca all’orrore dei campi di concentramento, dalla guerra in Corea alle rivolte sudafricane. La Bourke-White fu senza dubbio una attenta testimone di moltissimi eventi del novecento. Quando l’Unione Sovietica venne invasa dai nazisti nel 1941, la Bourke-White fu l’unica fotografa straniera ammessa a Mosca e l’unica reporter cui fu consentito nel ‘43 di scattare la foto del primo ritratto non ufficiale di Stalin.
A seguito della l’89ª divisione fanteria della 3ª armata degli Stati Uniti, entrò nel campo di Buchenwald nell’aprile del ’45, il giorno dopo la liberazione dei pochi prigionieri sopravvissuti. Nel lager realizzò lo storico reportage pubblicato da Life che racconta di vagoni carichi di corpi senza vita e molte altre atrocità; immagini riprese senza speculare troppo sul sensazionalismo ma nello stesso tempo senza omettere nulla della terribile realtà. Sicuramente meno diva e turbolenta della sua collega e coetanea Lee Miller, Margaret fu quindi sempre una fotografa estremamente professionale e rispettosa delle situazioni e dotata di una capacità narrativa altrettanto efficace e puntuale.
Quando nel ‘53 scoprì di essere affetta dal morbo di Parkinson fu costretta a limitare la sua attività di fotografa e si dedicò prevalentemente alla scrittura realizzando la sua autobiografia “Portrait of Myself” che venne pubblicata nel 1963 – Ricoverata in ospedale a seguito di una caduta nella sua casa in Connecticut, morì il 27 agosto 1971, all’età di 67 anni.
La raccolta delle immagini “Prima, donna. Margaret Bourke-White” è in mostra al Museo di Roma in Trastevere dal 21/09/2021 al 27/02/2022 – Massimo Scafati
“La Mostra permette di vedere alcuni degli scatti più famosi della fotografa americana; l’immagine che più mi ha colpito sono le sedie lasciate vuote dai capo tribù contrari alla destituzione di Seretse Khama “colpevole” di aver sposato una donna bianca. Le due sedie formano una V simile a quella del maestoso albero sullo sfondo, quasi a significare che quella loro assenza era già un segno di vittoria condiviso dalla natura” – Alessandra Tomassi
“Questa Mostra in Trastevere racconta la vita di una protagonista della storia della fotografia che ha regalato al mondo dell’arte una raccolta di immagini che descrivono avventure e disavventure di un periodo fondamentale dell’umanità. Attraverso le sue foto riporta con estrema puntualità anche situazioni raccapriccianti del genocidio degli ebrei perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale con le riprese dei campi di concentramento appena scoperti, il tutto riportato in modo essenziale anche quando si tratta di mucchi di cadaveri. Margaret Bourke-White anche racconta una America anni ’30 con curata precisione e schemi grafici di assoluta precisione che oggi, grazie a lei possiamo ancora ammirare” – Antonio De Marco
Massimo Scafati, Antonio De Marco, Alessandra Tomassi per Target Lab Ets , Laboratorio Sperimentale di Fotografia e Comunicazione.







