
FOLCLORE ROMANO
“Benvenuti a Folclore Romano, la rubrica a cura dello storico Paolo Portone , che , sulle pagine di Romaoggi.eu, vi porta nel cuore più autentico di Roma, tra leggende, tradizioni popolari, superstizioni e personaggi storici e pittoreschi.
Qui non si parla solo di monumenti e imperatori, ma della Roma vera, quella dei vicoli, delle fontanelle, dei detti in dialetto e delle storie tramandate da nonna a nipote. Scopriremo insieme le origini di usanze curiose, i racconti dei fantasmi che popolano i rioni, le feste tradizionali che ancora oggi animano i quartieri e le figure mitiche come il Sor Capanna, Pasquino e la Befana di Piazza Navona. Conosceremo anche la Roma nascosta , quella degli intrighi, dell’inquisizione e di Mastro Titta…ma non solo !
Che siate romani de Roma o semplicemente innamorati dell’Urbe, preparatevi a un viaggio affascinante tra passato e presente, alla scoperta dell’anima popolare di una città eterna.”
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Un peccato di gola in tempo di Quaresima
Il maritozzo della tradizione romana
“Una mucchia d’anni fa, dda noi, s’accostumava, in tempo de Quaresima, er primo vennardì de marzo, de porta’ a rigala’ er maritozzo a l’innamorata. ‘Sto maritozzo però era trenta o quaranta vorte ppiù granne de quelli che sse magneno adesso; e dde sopre era tutto guarnito de zucchero a ricami[…[]Drento ar maritozzo, quarche vorta, ce se metteveno insinenta un anello, o quarch’antro oggetto d’oro”. Così il grande folklorista Luigi (Giggi ) Zanazzo descriveva sul finire del XIX la tradizione di uno dei più celebrati dolci della pasticceria romana, il maritozzo con la panna.
Di fronte a questa prelibatezza si stenta a credere che queste pagnottelle dolci, un tempo arricchite di pinoli e canditi e guarnite di preziosi disegni di zucchero, fossero gli unici peccati di gola consentiti in tempo di Quaresima, quando nella città eterna, gli occhi severi delle autorità ecclesiastiche vigilavo sulla rigida osservanza del precetto cattolico dell’astinenza dalla carne per tutto il periodo che precede la Pasqua di Resurrezione e sull’obbligo del digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo.
Unica eccezione, a quei tempi, era la possibilità di fare colazione e consumare un pasto frugale nel corso della giornata. E in questa opportunità seppe lavorare l’ingegno goloso del quirite sfornando letteralmente un grosso panino, rafforzato con frutta secca, chiamato devotamente maritozzo santo o pazientino, ma che prosaicamente veniva farcito con una ricca cucchiaiata di freschissima panna montata.
Er maritozzo da allora è diventato un must insostituibile per gli amanti della tavola in viaggio a Roma, anche se nel linguaggio comune conserva il ricordo dell’altra antica usanza legata a questa leccornia, la tradizione tutta romanesca dei fidanzati di regalare una di queste pagnottelle ,impreziosita da un oggetto d’oro, alla futura moglie, come ricorda un vecchio ritornello raccolto dall’infaticabile Zanazzo: “ Oggi ch’è ‘r primo Vennardi dde Marzo/Se va a Ssan Pietro a ppija er maritozzo; Ché ccè lo pagherà ‘r nostro regazzo”
2025 Paolo Portone

Paolo Portone nota bio
Allievo di Rosario Villari, si è laureato in storia moderna con una tesi sulla caccia alle streghe nell’antica diocesi di Como. Membro della Società Italiana di Storia delle Religioni (SiSr), attualmente presiede l’Associazione culturale Bonae res – Storie di popoli e tradizioni (IM). Nel 1998 ha fondato insieme a Guglielmo Lutzenkirchen il Centro di studi storico antropologici Alfonso M. Di Nola – Culti, culture e medicina popolare e dal 2008 è direttore scientifico del Centro Insubrico di Ricerche Etnostoriche (CO). Ha pubblicato Il noce di Benevento, La stregoneria nel Sud Italia, Xenia (1990), L’Ultimo sigillo: l’Apocalisse nel XXI secolo, Asefi (1999); L’ultimo sigillo: la fortuna dell’Apocalisse, Castel Negrino (2011), La strega e il crocifisso: radici cristiane o cristianizzate? Castel Negrino (2008). Montagne stregate (2023), coautore Valerio Giorgetta Writeup ed.. La lunga caccia alle streghe nell’antica diocesi di Como (XV-XVIII secolo). Ricercatore indipendente è consulente di programmi radiotelevisivi ed organizzatore di eventi culturali, nel 2015 ha curato la realizzazione della prima esposizione permanente in Italia dedicata al tema della magia e della medicina popolare, il Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora (IM). Come cultore della materia ha partecipato a numerosi convegni, pubblicando i suoi studi su riviste scientifiche, dizionari ed enciclopedie, approfondendo in particolare il fenomeno della lotta alle superstizioni in relazione all’emergere nel cuore dell’Europa occidentale, tra medioevo ed età moderna, del mito della stregoneria diabolica.
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