
La nuova mostra di Damien Hirst “TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE”, aperta sino al 3 dicembre 2017 a Venezia. Bellissima, maestosa, ma anche inquietante. Se qualcuno – dopo aver visto questa Mostra di grande bellezza – si dovesse chiedere dov’è finito il “bad boy” degli anni ’90, quel Damien Hirst portavoce visionario degli Young British Artists, abituato com’era sino ad oggi alle sue provocazioni fatte di teschi incrostati di diamanti e di squali in formaldeide, ebbene la risposta è che Damien è sempre qui. La sua provocazione questa volta va oltre, passa attraverso la bellezza e la leggenda. Ci stimola con la straordinaria visionarietà di un ipotetico collezionista, Cif Amotan vissuto più di duemila anni fa e naufragato con la sua intera collezione di tesori preziosi. Tesori che Hirst recupera dalle acque profonde per noi, per il nostro piacere e per le nostre paure. Sì perché le paure non sono esenti da questa mostra, e Damien Hirst come sempre è abilissimo nel mettercele davanti. Leitmotiv di tutta la Mostra è un discorso drammatico, in effetti, il sottile invisibile garbuglio della vita che mescola storia e leggenda, mito e realtà, finzione e verità, lasciando all’uomo, e in questo caso allo spettatore, decidere cosa è vero e cosa è falso. “Mito o realtà , – risponde Hirst– sta a voi scegliere cosa credere”. Tutto di questa Mostra è misterioso, la veridicità della storia del naufragio, e la cura con cui Hirst si è sottratto alla stampa per tutto il tempo di preparazione della Mostra, che è iniziata nel 2008. Una versione della storia è quella in cui si racconta che duemila anni fa una nave chiamata Apistos ,carica di tesori appartenenti allo schiavo liberato Cif Amotan II, solcando le acque dell’Africa orientale fece naufragio. Scoperto il relitto per caso nove anni fa Hirst si appassionò al suo recupero diventandone anche il finanziatore. Ma quale è il significato profondo della Mostra dei Tesori? Per Damien Hirst l’inafferrabilità dell’arte è uno degli elementi su cui riflettere, insieme alla sua ambiguità. Così come arte e religione sono strettamente intrecciate per Damien Hirst. Il potere dell’arte che ci obbliga a riflettere su noi stessi. Simbolo della Mostra la testa della medusa, realizzata in materiali diversi. Nella mostra oltre 180 opere inedite, maestose e imponenti, piccole e preziose, tutte fatte per sbalordire chi guarda, Damien Hirst allude e ammicca con TREASURES FROM THE WRECK OF THE UNBELIEVABLE, quando fra i Tesori mette anche un Robot incrostato di coralli, e personaggi dei nostri fumetti. Fantasia e realtà si intrecciano. Questo è il tema. Il divertimento è assicurato. di LICIA UGO Informazioni0 |