Natalia Simonova torna all’Arciliuto il 16 novembre e il 2 dicembre 2017 con Mata Hari, l’affascinate e spietata spia olandese, danzatrice e agente segreto dopo lo straordinario successo di giugno, nel centenario dalla morte di una delle donne più enigmatiche e affascinanti del secondo millennio.
Natalia Simonova la vedremo una seconda volta in scena con Mata Hari, perché?
“Dopo lo straordinario debutto di giugno, ho sentito grazie alla energia del pubblico che c’era bisogno di enfatizzare alcune parti di questo interessante testo scritto da Alessandro Iori, arricchito anche dalla performance del chitarrista Paolo Rainaldi per renderlo ancora più completo e avvolgente. In questa nuova messa in scena abbiamo pensato di ampliare la parte umana e femminile del personaggio, intrappolato dal clichè della spia, per raccontare in maniera più intensa e dettagliata l’amore che Mata Hari ha provato e che ha messo in campo e usato per ottenere degli scopi o delle informazione nella sua vita”.
Che cosa vedremo in scena il 16 novembre e il 2 dicembre?
“Una combinazione di quattro forme d’arte che si completeranno per un unico obiettivo quello di lasciare un segno grazie ad un personaggio femminile molto amato ma anche molto discusso, ma che fa parte della storia del’900. Avremo la recitazione, la musica dove il suono non è solo accompagnamento ma interazione con il personaggio grazie a Paolo Rainaldi, i cappelli di Francesca Munzi straordinaria modista che ha realizzato dei cappelli scenici di grande effetto per Mata Hari, e la danza grazie alla ballerina Kathak, Sana’, mia prima amica in Italia e oggi anche ballerina che con il suo talento arricchisce e rende perfetto questo quartetto di artisti internazionali”.
Il teatro Arciliuto da sempre per Natalia Simonova un luogo del cuore, e’ cosi?
“Si il Teatro Arciliuto non è stato scelto a caso, al centro dell’arte dai tempi della dolce vita romana ad oggi, fatto di legno è pregno di arte e cultura, è un luogo di musica e di artisti come il suo fondatore Enzo Samaritani e del figlio anche lui musicista e cantautore, quindi un luogo in cui l’arte incontra l’arte”.
Intervista di Antonietta Di Vizia