Porte aperte…

un augurio per il futuro

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Carcere di Fondelli, Asinara, braccio 41-bis © Marco Paggi

La foto del giorno” di  martedì 4 maggio 2021 dal titolo Porte aperte, un augurio per il futuro, ci è stata inviata da Marco Paggi, che l’ha realizzata presso Carcere di Fornelli, Asinara, braccio 41-bis . Invia la tua foto del giorno al whats app 3316379346.

Il commento di Pina Ianiro

E’ difficile dare parole a un’immagine che nel suo silenzio urla.

Questo corridoio prospetticamente infinito è quello dell’Alcatraz italiana, ovvero il carcere di massima sicurezza a sud dell’Asinara, distaccamento di Fornelli, istituito sull’isola nel 1885 e dismesso nel 1998.

L’isola di fronte Porto Torres fu scelta per la sua inespugnabilità, per questo ha ospitato i detenuti più pericolosi; boss mafiosi come Totò Riina, nomi appartenenti all’anonima sarda, oltre brigatisti, insomma tutti detenuti sottoposti alla 41 bis (una legge speciale in tema carcerario con restrizioni notevoli).

Attualmente è di proprietà della Conservatoria delle Coste e fa parte del Parco Nazionale di Sassari; fino al 2017 il supercarcere è stato meta di visite turistiche, ora le sue porte sono sprangate per inagibilità, ci sarebbe un progetto di musealizzazione per la riapertura, bloccato per problemi di burocrazia e probabilmente rallentato a causa del periodo pandemico.

Marco Paggi è riuscito a visitarlo prima che ciò accadesse e ci ha consegnato questa foto che toglie letteralmente il fiato. Riesce a strapparci dalla realtà e catapultarci in un mondo che appartiene solo alla nostra fantasia, ai film, ai racconti, a tutto ciò che parla della peggiore pena che possa essere inflitta a un essere umano: la privazione della libertà.

Le porte blu come il mare alto, spalancate sul lungo corridoio intervallato da grate di ferro a tutt’altezza con il pavimento rivestito di marmo, danno su un’alta parete che finisce su un soffitto ancora più alto. Le distanze tra le porte, la loro apertura, le luci e le ombre, le geometrie … creano un effetto ottico simile al feedback video (utilizzato in molti video soprattutto musicali di inizi anni ’80 e ottenuto con l’uso di una camera più un monitor a effetto specchio) il risultato crea una sorta di motivazione ipnotica che amplifica ogni sensazione.

Che poi, alcuni ricercatori di neuroscienze e psicologia hanno collegato questo tipo di effetto video alla coscienza, tanto che in psicoterapia viene utilizzato il metodo mirror feedback per aiutare i pazienti ad analizzare alcuni loro comportamenti. Douglas Hofstadter nel suo saggio “Anelli nell’io” (“I’am a strange loop” 2007) afferma che la coscienza funziona come un videofeedback ovvero “non è altro che la conseguenza di un meccanico loop ripetitivo simile allo specchio”. Alla luce di ciò si direbbe che Marco Paggi abbia cercato di proposito l’inquadratura perfetta per suscitare questo tipo di reazione. E’ un osservare, un guardare retroattivo a se stessi e da se stessi che risucchia in altri spazi; attraverso l’immaginare la vita dei detenuti si arriva a comprendere il senso profondo, l’importanza, il valore del termine libertà. Nel fermo immagine così struggente delle porte aperte che ci regala l’autore dello scatto, si respira l’amaro dramma della reclusione.

Arrivano suoni da un confine astratto fatto di immaginazione, riecheggiano voci tra quelle mura, rumori metallici, cigolii di porte e chiavistelli, eco di passi e tintinnare di chiavi, carrelli spinti con pasti da passare attraverso le sbarre, odore di minestre nauseanti come l’odore delle pene da scontare e l’abnegazione al pentimento. Come se si trattasse dell’antro di una strana conchiglia arriva anche l’eco del mare e del vento, unica idea che ci riporta altrove o a soffrire ancora di più l’asfissia di un posto che nega qualcosa di prezioso, come la libertà, a chi ha negato a sua volta ad altri qualcosa, in un perverso gioco di rimandi dove l’unico spazio senza echi è l’ora d’aria.

Non scordiamo che la libertà è una conquista e come ci insegna Nelson Mandela

Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in modo da rispettare e valorizzare la libertà degli altri.”

© Pina Ianiro

Redazione ed editing fotografico a cura di Alessandro Lisci

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Carcere di Fondelli, Asinara, braccio 41-bis © Marco Paggi

La foto del giorno è la rubrica di Alessandro Lisci su   www.Romaoggi.eu .  Invia la tua foto del giorno con un commento al whatsapp 3316379346 oppure alla seguente mail: alessandrolisci@yahoo.it.

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Pina Ianiro  nasce a Caserta, laureata in Sociologia. Vive a Roma e lavora come editor anche se preferisce definirsi “curatrice di manoscrittie porta avanti la sua passione per la letteratura e l’arte. Ha pubblicato i romanzi:“Il cubo bianco” (Giulio Perrone LAB), “Quanto ci mette la neve a cadere” (L’Erudita) e una raccolta monografica di racconti e poesie “Amore: maneggiare con prudenza” (L’Erudita). Oltre che autrice è ghostwriter. Gestisce il blog http://www.pinaianiro.blogspot.com .

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Porte aperte… ultima modifica: 2021-05-04T07:25:10+02:00 da Alessandro Lisci