E’ scomparso Guido Palma l’erede moderno di Pasquino

Verrà ricordato mercoledì 14 luglio ore 19 sotto la statua di Pasquino in piazza di pasquino, roma

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Guido Palma , Tg3 Lazio 4 dicembre 2018 ® Alessandro Lisci

         Mercoledì 14 luglio 2021 alle ore 19.00

                               sotto la statua di pasquino

                             piazza di Pasquino, Roma

                verrà ricordato Guido Palma alias Pasquino

                           scomparso  giovedi 8 luglio 

Guido Palma che in vita ha incarnato la figura di Pasquino raccogliendone l’eredità a tutti gli effetti.

Erano sue le invettive contro il Potere o meglio il Poteracchio e i corrotti, come amava definirlo, che appendeva con solerzia e coraggio sia sulla statua di Pasquino, nell’omonima piazza, che sulla statua di Giordano Bruno, sfidando le denunce pur di esprimere con la satira in romanesco il suo dissenso, la sua critica che poi erano espressione comune di quanti lo apprezzavano pubblicamente in tante occasioni, non solo tra i vicoli e le piazze, ma anche attraverso lo storico fogliaccio “Ernesto” edito dall’ ass. cult. Fernando Mella; sul sito web Romaoggi.eu commentando le foto dei lettori; nelle pagine di Lotta Continua nuova edizione e in alcuni spettacoli teatrali.

Cultore della lingua italiana, era erudito del dialetto romanesco, cosi’ da poter cogliere appieno la tradizione di Pasquino e delle Pasquinate e in tale continua ricerca era sovente confrontarsi personalmente con il linguista e filosofo del linguaggio italiano Tullio De Mauro.

Un servizio del Tg3 a firma di Rossana Livolsi, andato in onda il 4 dicembre del 2018 ci svela l’identità del Pasquino moderno consentendoci di coglierne la forte personalità e umanità, che sapeva conquistare tutti. Di seguito alcune sue dichiarazioni ed una breve bio… vi aspettiamo numerosi per commemorare Guido Palma ed onorare quella sfida a colpi di satira contro il Potere.

Satira che ci rende liberi e consapevoli…

firmato: gli amici di Pasquino

Il servizio del Tg3 , 4 dicembre 2018 

https://www.youtube.com/watch?v=35bMeDIu9Co

Guido Palma, scomparso ad 85 anni si raccontava così su “Ernesto” fogliaccio di libero ragionamento – n°6 anno VII- sabato 21 giugno 2008.

Avevo 7 anni all’epoca dell’armistizio e vivevo a Roma. Mio padre, capitano d’artiglieria di complemento, rientrato dal fronte greco per malattia, era stato poi destinato a comandare la batteria costiera sopra Civitavecchia, ove si trovava l’8 Settembre. I giorni successivi, arrivarono truppe tedesche, intimando di consegnare i cannoni, ma il cap.no Palma ed i suoi risposero con qualche raffica, per cui la pattuglia si ritirò. Sotterrati gli otturatori per rendere inefficienti i pezzi e distrutte le munizioni, i militari italiani indossarono abiti borghesi e si dettero “alla macchia”.

“Mio padre, sfuggito subito dopo ad un rastrellamento con alcuni suoi soldati, partecipò anche alla resistenza, organizzando e compiendo molti atti di sabotaggio ed attacchi alle truppe d’occupazione., partecipando a numerose riunioni cospirative scrivendo su fogli clandestini. Se papà era ricercato, anche mamma-ebrea- non se la passva meglio: ricordo le fughe verso case di parenti ed amici fidati (cn mia sorella, di due anni, e mio fratello -in fasce perchè era nato il 28/9) ove i bimbi (noi ed i figli degli ospitanti) dormivano nel letto matrimoniale, mentre i “grandi” si sistemavano su divani, poltrone, tavolini e financo nelle vasche da bagno.”

“Durante l’occupazione nazista, peraltro, la sofferenza quotidiana era scandita da una fame nera: alle difficoltà dei rifornimenti ed ai viveri razionati, s’assommavano gli scarsi redditi ed i fenomeni speculativi ( i “borsari neri”). Il pane, scuro e dal sapore…strano, era fatto con la “vegetatina” (una farina composta in gran parte da scarti vegetali, tra cui bucce di fagioli, fave, piselli); i sapori dolci, per noi bimbi, erano dati dalle carrube (in pace, cibo per cavalli) e da frutta cotta (mele, pere, visciole); la carne era rarissima e pure l’olio era carissimo e quasi introvabile, stando a quel che si sentiva dire. Anche l’acqua, specie dopo i bombardamenti, non arrivava né in casa e neppure alle fontanelle pubbliche, per cui con papà (specie di notte, nonostante il coprifuoco, per evitare pericolosi riconoscimenti da parte dei delatori ) s’andava ad attingerla non proprio sotto casa: una volta, dato l’avvicinarsi d’una ronda nazifascista, ci nascondemmo -con secchi e fiaschi-tra alberi e cespugli, ma ero talmente emozionato da mettere un piede nel secchio dell’acqua pulita (che venne comunque poi utilizzata) […] Anch’io stavo per mettere nei guai mia madre: nella beata incoscienza dei miei 7 anni, mentre l’accompagnavo al mercato, mi misi a ripetere il tambureggiamento titpico di “Radio Londra” […] fu l’unico caso in cui mia madre mi diede uno schiaffo.”

“[…] ma la sensazione più bella era la solidarietà popolare antifascista, percepita anche da noi noi bambini, oggi purtroppo oscurata da tanto revisionismo di bassa lega e dall’addormentamento delle coscienze compiuto scientemente e scientificamente, con un’azione-condotta da molti anni principalmente con la televisione- diretta a far comprare e “digerire” di tutto, tentando d’evitare al popolo la “fatica” di pensare, propiziando l’accento d’un regime da “grande fratello”. Pertanto, già da qualche anno aderisco all’ANPI, simbolo d’una vera resistenza contro l’imbarbarimento, la perdita della memoria storica, la demolizione della Costituzione.”

Il pasquino contemporaneo e la satira romanesca

Guido Palma alias colui che da fine anni 90 ha raccolto la tradizione di Pasquino facendo rivivere la sua satira pungente rivolta contro il potere e corrotti. Lo spirito romano è unico nel mondo, esso ha una caratteristica inconfondibile. Lo Stendhal, amabile ed arguto osservatore, aveva scritto “Il popolo romano, è forse, di tutta l’Europa, quello che più ama la satira” e talmente sentita che perfino, nel campo dell’amore, l’amore stesso è messo in minoranza e prevale la satira NDR. Er Sor Capanna ed E.D.I).

I canti popolareschi, in Roma, hanno prevalenza sull’amore, almeno nel campo dei Cantastorie che hanno della spontaneità e dell’improvvisazione.

Il cantastorie, generalmente nei crocevia, nelle piazze, nelle località più battute, cantando, con ritmo monotono, favole, leggende, poesie umoristiche, canzoni satiriche, accompagnati con strumenti occasionali esprimevano l’animo del popolo.

Questa trazione si è protratta fino ai nostri tempi; e si visto il popolino accorrere numeroso a far cerchio attorno a qualche occasionale cantastorie che con una chitarra scordata, accompagnava le sue rozze strofe.

Questa tradizione è stata raccolta da Costantino Pucci, che mi ha infatti presentato Pasquino tanto è affine al suo percorso , che dal canto mio sto cercando di rivalutare e far conoscere al pubblico per non farlo scomparire.

Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, divenuta figura caratteristica della città fra il XVIed il XIX secolo.

Ai piedi della statua, ma più spesso al collo, si appendevano nella notte fogli contenenti satire in versi, dirette a pungere anonimamente i personaggi pubblici più importanti. Erano le cosiddette “pasquinate”, dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e l’avversione alla corruzione ed all’arroganza dei suoi rappresentanti.

Alcune pasquinate moderne.

Le cosiddette pasquinate erano dei cartelli e dei manifesti satirici che durante la notte venivano preferibilmente appesi al collo di alcune statue (fra cui Pasquino, da cui il nome) posizionate in luoghi frequentati della città, in modo che al mattino successivo potessero essere visti e letti da chiunque, prima che la polizia dell’epoca li asportasse. Le pasquinate colpirono molti personaggi, la maggior parte dei quali noti per aver preso parte all’esercizio del potere temporale del papato. Le pasquinate furono numerosissime ed esposte a distanza di brevi periodi di tempo. Clemente VII de’ Medici, ad esempio, morì dopo una lunga malattia; su Pasquino apparve conseguentemente un ritratto del suo medico, che forse era giudicato non esente da responsabilità circa l’esito delle sue stesse cure, ma tenuto conto delle qualità morali del suo paziente fu indicato come: ecce qui tollit peccata mundi (ecco colui che toglie i peccati del mondo).

Le pasquinate non erano soltanto espressione di un malcontento popolare: in molti casi quegli stessi rappresentanti del potere che erano normalmente, almeno come categoria, oggetto di lazzi e frecciate, le usarono a fini propagandistici contro avversari scomodi, magari sfruttando l’arte poetica ed ironica di letterati che si prestavano al gioco (probabilmente opportunamente ricompensati), come ad esempio Giambattista MarinoPietro Aretino ed altri. E l’occasione più ghiotta per spargere maldicenze contro concorrenti scomodi nel tentativo di ottenere il favore, almeno popolare, era l’elezione di un nuovo pontefice, che diventava un vero campo di battaglia di una campagna elettorale che si combatteva a colpi di invettive propagandistiche. Non si trattava, in queste situazioni, della classica opposizione al potere, ma solo di favorire qualcuno per la scalata a quel potere.

Redazione ed editing fotografico di Alessandro Lisci 

E’ scomparso Guido Palma l’erede moderno di Pasquino ultima modifica: 2021-07-10T20:13:44+02:00 da Alessandro Lisci