
Target Lab Ets
Laboratorio Sperimentale di Fotografia e Comunicazione
presenta
ANALOGICA
-LA RUBRICA-
Target Lab Ets inaugura oggi, 16 maggio 2025, sulle pagine di Romaoggi.eu, una nuova rubrica dedicata alla fotografia analogica, per via di un rinnovato e crescente interesse da parte del pubblico e di tutto l’indotto a cui essa è legata ponendo un accento particolare alle nuove sfide che la fotografia e la cultura visuale ci pone.
Il re dei paparazzi Rino Barillari sosteneva che il digitale è la morte della fotografia. È vero? È proprio così? Cosa ci ha insegnato e cosa ha ancora da insegnarci la fotografia analogica?
In questa rubrica curata da Massimiliano Ruggeri e Alessandro Lisci, che sarà collegata con le altre rubriche dedicate alla fotografia presenti e attive su Romaoggi.eu e curate da Target Lab Ets , esploreremo le novità del settore, la storia della fotografia analogica, le tecniche più significative e i grandi autori, con l’obiettivo di offrire uno spazio di approfondimento, conoscenza e riflessione – e, perché no, anche qualche sorpresa!
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ANALOGICA
non tutti sanno che…a cura di Massimiliano Ruggeri – Target Lab Ets
…è notizia recente che Kodak ha ristrutturato ed ampliato lo stabilimento di Rochester a New York per aumentare in modo significativo la produzione di pellicole fotografiche, a causa della grande richiesta che è più che raddoppiata negli ultimi anni. Anche Fuji, Ilford ed altri marchi del settore si trovano a far fronte ad una sempre maggiore richiesta di pellicola.
Dall’altra parte del globo, la Cina sta sviluppando nuove pellicole, ma la notizia più recente e incoraggiante arriva dall’Italia: la storica Ferrania, marchio di fama mondiale, dopo aver riaperto i vecchi stabilimenti con enormi sforzi e rimesso in produzione pellicole iconiche del passato – come la P30, andata esaurita in poche ore per l’altissima richiesta globale – è ora passata sotto il controllo del produttore statunitense Jake Seal, diventato azionista di maggioranza della Film Ferrania. Le premesse per un rilancio promettente ci sono tutte.
Restando in America e spostandoci a Hollywood, si può dire che la richiesta di pellicola cinematografica non è mai cessata, c’è una lunga lista di noti registi che girano ancora i loro film su pellicola: uno tra tutti Quentin Tarantino.
Precisiamo fin da subito che in questa rubrica non proporremo una competizione tra fotografia analogica e digitale: non ci sarebbe un vincitore assoluto. Si tratta di due linguaggi visivi diversi, con approcci distinti, ciascuno con i propri pro e contro, ma capaci di convivere e, anzi, di arricchirsi a vicenda.
Le fotocamere analogiche sono ancora facilmente reperibili sul mercato dell’usato. Inoltre, alcuni marchi stanno tornando alla produzione: Pentax, ad esempio, ha recentemente lanciato un nuovo modello analogico, la Pentax 17. Anche Rollei ha seguito questa tendenza, proponendo una rivisitazione moderna della storica Rollei 35: la nuova Rollei 35AF.
Altri marchi stanno intraprendendo la stessa strada. Vedremo nei prossimi mesi quali novità emergeranno.
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NIKON F 1959-1973
“La macchina fotografica”
tra guerre, spazio e cinema.

Quando si parla di fotografia analogica o macchine fotografiche analogiche, per chi come me è nato nella piena era della pellicola, le prime immagini che vengono in mente sono due: Rolleiflex e Nikon F.
Oggi parleremo di Nikon F, la prima reflex 35mm fatta da Nikon. Siamo nel 1959 l’Italia è alle soglie del boom economico tra i professionisti del settore fotografico le macchine medio formato in particolare le
le Rolleiflex, veri e propri capolavori di ingegneria puramente meccanica, ne fanno da padrone. Certo in ambito professionale ci sono anche le Graflex Speed Graphic, le prime Hasselblad 500C, macchine eccezionali; arriverà a breve anche il periodo della “dolce vita”, Via Veneto, i paparazzi e fiumi di pellicole Ferrania…
In questo contesto arriva la Nikon F che sconvolgerà le carte in tavola!
Iniziamo subito a precisare che Nikon F era una macchina per professionisti, senza se e senza ma, non alla portata dei più, le credenziali le aveva tutte, assi nella manica compresi.
La Nikon F è anche conosciuta per essere stata la macchina che documentò la guerra del Vietnam (1955-1975) così come in altri conflitti della nostra storia recente, è stata anche la macchina fotografica più usata dai fotografi di guerra e fotoreporter, per la sua grande affidabilità e robustezza in condizioni di uso estreme e, per l’eccellente qualità delle ottiche: chissà se in caso di emergenza, anche come corpo contundente…?!
È anche la macchina che durante la guerra civile in Cambogia (1967-1975) deviò il proiettile che stava per colpire il grande fotografo Donald McCullin salvandogli la vita.
Anche la NASA negli anni ‘60, la utilizzò nelle missioni Apollo per l’estrema affidabilità e, qualità degli obiettivi, tanto che Nikon ne fece una versione dedicata, chiamata proprio “Apollo” con caratteristiche specifiche.
Il regista Michelangelo Antonioni nel 1967 nel film “Blow up” la utilizzò come macchina fotografica del protagonista, che impersonava appunto un fotografo professionista. Dopo il successo del film, la Nikon triplicò le vendite di questo modello.
Solo per citare qualche altro film, in “Apocalypse now” 1979 e in “The Bridges of Madyson County” 1995 Nikon F si ritaglia un posto di tutto rispetto.
Altra curiosità: la famosa attrice italiana Gina Lollobrigida, è stata anche un’ottima fotografa professionista e fotoreporter, ritratta spesso con una Nikon F.
La prima versione della F non disponeva di esposimetro, aveva un semplice ma meraviglioso prisma che le dava una linea leggera e filante a differenza delle successive versioni, che potevano disporre di quattro modelli di prismi intercambiabili in base all’anno di costruzione chiamati Photomic, molto caratteristici, asimmetrici ed iconici.

I Photomic erano alimentati con batterie al mercurio da 1,35V ormai irreperibili perché fuori norma, cosa comune a tutte le macchine fotografiche e non solo, di quel periodo. Si possono usare ancora tranquillamente con le normali batterie in commercio da 1,5V ma con dei piccoli accorgimenti riguardanti l’esposizione. Nel web si trovano migliaia di discussioni e informazioni a riguardo, quello che vi posso consigliare, ovviamente nel caso in cui le misurazioni non fossero precisissime è di sovraesporre circa di 1,5 Stop, fattibile anche dalla ghiera degli Asa. Con la mia Ftn non ho riscontrato problemi, altrimenti si può sempre usare un esposimetro esterno per avere la massima precisione.

Tra le caratteristiche tecniche principali, ci sono: gli schermi di messa a fuoco intercambiabili, così come i già citati quattro prismi esposimetrici, i Photomic, la copertura del campo inquadrato nel mirino al 100%, otturatore a tendina in titanio a scorrimento orizzontale, autoscatto, tempi da 1 secondo ad 1/1000 posa B + T , possibilità di inserire un motore, presa flash, ma soprattutto una vasta gamma di obiettivi di altissima qualità e, che ancora oggi non temono confronti con le moderne ottiche digitali. Queste caratteristiche per l’epoca (ma anche oggi) erano più che sufficienti per decretarne il grande successo.
La baionetta F mount: il jolly di Nikon
Intelligentemente a differenza di altri marchi, Nikon ha mantenuto lo stesso innesto ottiche fino ai giorni nostri con le ultime reflex digitali, in questo modo è possibile usare un obiettivo “pre ai” degli anni ‘60 su gran parte della produzione Nikon, fino alle moderne reflex digitali, a parte delle eccezioni, quindi consiglio di controllare sempre il libretto delle istruzioni.
Nelle versioni Photomic che poi saranno chiamate rispettivamente Photomic F, T, Tn ed Ftn, bisogna fare attenzione al famoso “Nikon Shuffle” cioè fare accoppiare correttamente l’obiettivo al Photomic, per quanto riguarda le versioni pre-ai, ai e tutti quelli dotati delle classiche “orecchie” facendo ruotare l’anello dei diaframmi nei due sensi di rotazione, invece per i modelli più recenti che ne sono sprovvisti, si procede alla lettura in stop down.
La F rimarrà in produzione dal 1959 al 1973, nel 1971 sarà affiancata dalla F2 altro capolavoro, evoluzione della F, nel 1980 dalla F3, andando avanti fino a giungere alla F6 nel 2020, ovviamente per quanto riguarda le “professionali”. Questi altri modelli, anche se nettamente superiori, non hanno avuto il fascino e la popolarità della F!
Per concludere la F è una macchina figlia di un’epoca nella quale gli oggetti venivano costruiti per durare nel tempo, con una cura e una solidità oggi sempre più rare — e il suo peso, ben 680 grammi solo il corpo, lo dimostra. Macchine con oltre 60 anni di servizio che funzionano ancora a meraviglia, restituendo immagini uniche e senza tempo.
© 2025 Massimiliano Ruggeri – Target Lab Ets
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Massimiliano Ruggeri Nota Bio
Massimiliano Ruggeri nasce a Roma nel settembre del 1970.
Sviluppa grazie a una Voigtländer Vitomatic IIa del 1960, ancora in suo possesso e appartenuta a suo nonno, la passione per la fotografia, coltivando parallelamente l’interesse per la storia dell’arte, il motociclismo e la musica, suonando la batteria in vari gruppi dell’underground romano.
Sfrutta ogni momento libero per camminare con la sua macchina fotografica tra le strade e i vicoli di Roma ricchi di storia, arte, chiese, monumenti e colonne che sente far parte del suo “dna”, facendo così della fotografia l’anello di congiunzione tra arte e storia.
Sperimenta tecniche di ripresa con macchine fotografiche di varia tipologia ed epoca, sia 35mm che medio formato, sia reflex che a telemetro, rimanendo affascinato dalle immagini che possono ancora restituire obiettivi e fotocamere di inizio secolo.
Dal 2023 Massimiliano ha esposto a Roma in cinque mostre e a tutt’oggi scatta esclusivamente usando macchine fotografiche analogiche, rimanendo fedele alla pellicola. Da Marzo 2025 entra a far parte di Target Lab Ets – Laboratorio Sperimentale di Fotografia e Comunicazione.
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Editing fotografico, concept, promozione e grafica a cura di Alessandro Lisci – Target Lab Ets
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