
“Dipendi da te. Liberi dentro!”
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SULLE DIPENDENZE A 360°
sviluppata da
Target Lab Ets
Le dipendenze di ogni genere costituiscono, oggi come oggi, una vera emergenza sociale dai tratti spesso silenti e con risvolti devastanti sulle persone e la società.
“Dipendi Da Te. Liberi Dentro” E’ un progetto in via di costruzione e uno dei primi contributi, dopo quello che il prof. Giuliano Bertazzoni ha prodotto intervistando il prof. Ceccanti e che potete leggere qui di seguito
è fornito dalle considerazioni di Elisabetta Pession, psicologa junghiana, in merito alla dipendenza affettiva.
La campagna “Dipendi da te. Liberi dentro!” che si arricchirà nel tempo di iniziative e contenuti editoriali, verrà presentata ufficialmente in autunno 2025.
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La dipendenza affettiva
di Elisabetta Pession
La condizione necessaria per essere individui adulti a pieno titolo è un solido senso di identità come suggerisce Francois Ladame nel suo libro Gli eterni adolescenti: Per essere capaci di rispondere “nessuno”, quando qualcuno chiede -Chi sei? – e per poter sostenere una simile affermazione, bisogna avere la certezza di sentirsi “qualcuno”.
Il senso di identità equivale all’esser consci di esistere come soggetto pensante che ha esperienze e desideri. Tutto questo si fonda sul riconoscimento e l’accettazione della presenza dell’altro e implica il raggiungimento di una propria autonomia di decisione e di azione, un traguardo che si verifica nel trovare oggetti d’amore fuori dalla famiglia e la complessità della maturazione è il passaggio dalla dipendenza all’autonomia. L’autonomia dell’individuo è la base di un rapporto corretto e equilibrato; lo squilibrio, al contrario, crea dipendenza affettiva.
Cerchiamo quindi di capire cos’è la “dipendenza affettiva”: si tratta di un disturbo del comportamento in cui una persona manifesta un bisogno eccessivo, incontrollato del proprio partner, creando nella maggior parte dei casi complicazioni nella propria esistenza oltre che in quella dell’altro.
Molte sono le caratteristiche negative della dipendenza affettiva fra cui importanti sono la paura dell’abbandono e quella di stare soli. La paura dell’abbandono si manifesta sotto varie forme quali ansia e insicurezza in particolare quando il partner dedica il suo tempo ad altre relazioni, anche di semplice amicizia o altre attività.
Manifestazioni vincolanti e costrittive sono pure il bisogno ossessivo di trascorrere tutto il tempo con la persona amata, sino a causare l’isolamento del partner, trascurando anche i propri interessi; il continuo sollecito dell’approvazione del partner, per avere conferma del proprio operato; stati emotivi negativi quali tristezza, depressione o agitazione in caso di assenza della persona amata; ricerca costante e compulsiva del partner per riceverne attenzioni e affetto. In questa patologia è facile la perdita di controllo emotivo nel gestire i propri comportamenti dovuto all’incapacità di riflettere lucidamente. Tutto questo porta a un annullamento di sé e dei propri desideri e bisogni per concentrarsi esclusivamente sull’altro.
Le dinamiche sopra descritte non permettono di stabilire una relazione sana e equilibrata. Spesso accade che il rapporto sfoci in situazioni tossiche e disfunzionali.
La dipendenza affettiva, come altre dipendenze, quali la tossicodipendenza e l’alcoolismo, sono patologie di tipo psichico legate a una personalità instabile e insicura formatasi a causa di una serie di eventi a partire dal momento della nascita. In particolare nella dipendenza affettiva il sentimento di inadeguatezza porta il soggetto a cercare conferme esterne e a dipendere totalmente da altri per sentirsi accettato.
Il primo ricordo di amore che conserviamo è l’accudimento parentale in una fase di totale impotenza. Il neonato è del tutto inerte e incapace di ripagare chi si prende cura di lui e soddisfa i suoi bisogni. L’affetto che il piccolo riceve, gli viene dato a prescindere dalle sue richieste e dalle sue manifestazioni che spesso sono di pianto e rabbia. Crescendo, l’affetto che riceviamo dipende anche da ciò che diamo in cambio: comportamenti educati, buoni risultati nell’ambito scolastico e successivamente nella vita sociale e nel campo del lavoro.
La fase più delicata nello sviluppo della personalità che determinerà i comportamenti del soggetto adulto, è quella dell’adolescenza. Secondo quanto scrive la psicoanalista Vera Slepoj nel volume L’età dell’incertezza: “Il compito dell’adolescente è trovare oggetti d’amore fuori dalla famiglia e la complessità del passaggio di crescita è quello dalla dipendenza all’autonomia.” Requisito essenziale già messo in evidenza all’inizio del nostro ragionamento, che non viene favorito da una famiglia eccessivamente protettiva e rassicurante che al contrario crea dipendenza. Altre cause della dipendenza affettiva possono essere eventi traumatici quali atti di violenza subiti nel periodo dell’infanzia, la mancanza d’affetto o l’abbandono da parte parentale.
La famiglia che tollera e accoglie le manifestazioni emotive del figlio è un sicuro supporto nella fase adolescenziale, un aiuto al rafforzamento della sua personalità che si concretizzerà in aumento della sicurezza e dell’autostima e gli permetterà di affrontare autonomamente le situazioni relazionali. Invece, per chi soffre di dipendenza affettiva sarà opportuno affidarsi a un terapeuta per lavorare sul vissuto onde acquisire una buona autostima e gestire le emozioni.
© 2025 Elisabetta Pession
Elisabetta Pession nota bio
Elisabetta Pession psicologa junghiana si diletta di letteratura e viaggi. Ama percorrere città e borghi a piedi con sguardo curioso.
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