25 novembre- Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne

Seminario 18 novembre 2016- Campanelli d'allarme nelle relazioni pericolose

Violenza sulle donne: campanelli d’allarme 

Il 25 novembre 2016,  giornata mondiale contro la violenza sulle donne abbiamo intervistato una stimata psicologa e psicoterapeuta, Annalisa Barbier, impegnata anche nel campo della prevenzione; come nel seminario ad ingresso libero che si è svolto lo scorso 18 novembre presso l’Università eCampus, http://www.universita-telematica.it/, di Via Matera, a Roma. Protagoniste di questo incontro sono state: la dott.ssa Cinzia Mammoliti criminologa, la psicologa e psicoterapeuta Annalisa Barbier, la Dott.ssa Deborah Di Donna. Il seminario è stato coordinato dall’Avv. Rita Neri e la Dott.ssa Carmen Santilli. e aveva principalmente come oggetto le dinamiche relazionali disfunzionali con un focus sul tema del narcisismo patologico.  La Dott.ssa Barbier si è prestata per questa intervista a ridurre la complessità del tema, chiosando che non le piace generalizzare, in quanto il suo è “un approccio soggettivo alle singole situazioni”. Si è prestata però a farlo per rendere il tema fruibile ad un pubblico più vasto e variegato. Nell’ effettuare questa semplificazione ricordiamo però che esistono diverse varianti e sfumature dei casi e delle personalità coinvolte. In questo articolo daremo una visione generale seppur attenta.

violenza sulle donne

Dott.ssa Barbier, nel vostro seminario avete parlato di dinamiche relazionali disfunzionali, quindi di una diade, di una relazione tra due soggetti?  Sì, assolutamente. Il ruolo della vittima è importante. Questo non significa colpevolizzare la vittima. Ciò viene spesso frainteso. Esiste una scienza, che si chiama vittimologia, che si occupa di studiare le caratteristiche di alcune persone nel predisporle a diventare vittime di alcuni specifici meccanismi, nella fattispecie di relazioni abusanti.

I vostri incontri hanno lo scopo di sensibilizzare e prevenire gli abusi, insegnando a riconoscere i campanelli d’allarme. Quali sono le caratteristiche studiate che predispongono a queste relazioni abusanti? “Parliamo per ora di donne. Sono donne fragili quelle più esposte, tendenti all’iper-responsabilizzazione, bisognose di sostegno. In alcuni casi hanno un disturbo di personalità dipendente, in alcuni casi. Hanno difficoltà a gestire le proprie emozioni spiacevoli, considerano l’altro una sorta di puntello, antidolorifico verso questo tipo di emozioni quali: l’angoscia, il senso di solitudine, la paura di non farcela da sole. Sono donne spesso sole e/o che hanno una rete sociale inconsistente. Sono molto legate al bisogno di dare sempre di sé una immagine perfetta. Sono convinte di poter controllare la relazione, di dover fare andare sempre bene le cose ….

Rimanda un po’ allo stereotipo della crocerossina? “Assolutamente sì.” <<io ti salverò>>, <<io farò andare bene le cose>>, << io ti cambierò>>, << io ti farò diventare come io voglio, come penso tu debba essere>>.

Ci sono anche altre tipologie di donne? “Ci sono anche donne che dal punto di vista professionale sono forti, in gamba, di successo, ma non dal punto di vista relazionale. Tendono a cadere in una situazione di questo tipo perché di fondo c’è questo bisogno e necessità di dimostrare di essere sempre brave, capaci, buone, tolleranti. Spesso questa equazione si realizza nel seguente modo: sono brava  -> merito di essere amata. Merito di essere amata solo se oppure quando sono: tollerante, guarisco l’altro mi occupo di curare l’altro, mi occupo della relazione, faccio andare tutto alla perfezione. Quando dimostro di essere brava, corretta.

violenza sulle donne

Non aiuta ad evitare queste relazioni abusanti lo stereotipo sociale della donna che vige in Italia quindi?  Ritorniamo però al tema specifico, quali sono i fattori che determinano questo fenomeno? “Ci sono diversi fattori che influiscono su questo genere di disposizione, non ultima la famiglia d’origine. Nella quasi totalità dei casi nelle relazioni abusanti si riscontrano esperienze affettive all’interno della famiglia d’origine disfunzionali, abusanti, questo a monte. Non solo fisicamente.”

Ci sono dal punto di vista socio-culturale delle categorie di donne più colpite? Nel senso di variabili sociali è abbastanza trasversale, è importante la famiglia d’origine. Può capitare a tutti, ma ci sono persone che hanno una specie di anticorpi.”

Quali sono questi anticorpiGli anticorpi sono rappresentati dalla stima di sé. Quindi è importante una buona autostima, un solido senso della propria “integrità“; l’accoglimento dei propri limiti e confini, in quanto essere umano fallibile, non obbligato ad essere “perfetto”, la sensazione di essere degni di amore e di considerazione nella relazione con l’altro; la fiducia nel fatto che l’altro ci potrà apprezzare ed amare nonostante i nostri difetti, i nostri limiti e fragilità. Insomma è importante che vi sia una capacità di relazione sana ed equilibrata. In questo senso, gli anticorpi si formano nelle primarie esperienze di relazione con la figura di accudimento (in generale la madre), che permette al bimbo di formarsi un’idea di sé positiva e degna di amore, e dell’altro come di una persona affidabile e capace di avere cura di noi, di soddisfare la maggior parte dei nostri bisogni emotivi.

Riguardo i campanelli d’allarme invece? “Noi ci accorgiamo sempre di quando c’è qualcosa che non va. Quando un uomo dice e non fa, parla e non agisce. Quando ci fa sentire in colpa, inadeguate, inadatte. Quando è controllante, ci limita, quando dice <<penserò a tutto io>> e ti isola dal contesto. Ci sono una serie di campanelli che chiunque è in grado di percepire. Il punto è che spesso molte donne, pur percependoli, si comportano come se non li avessero visti o danno loro una valutazione.. come dire.. di più ampio margine. Danno una serie di giustificazioni atte a farsì che si possa continuare a stare in relazione. Questo per evitare di stare sole o evitare in generale il senso di solitudine”.

La ringrazio per il suo contributo e per l’opera di sensibilizzazione che state svolgendo!

Intervista di Laura Cardia

 

25 novembre- Giornata mondiale contro la violenza sulle Donne ultima modifica: 2016-11-26T12:56:28+01:00 da Antonietta Di Vizia