
Presentato il 3 aprile 2017, alla libreria IBS di via Nazionale a Roma, il nuovo libro di Gian Stefano Spoto, Mediorientati, Ianieri Edizioni un racconto fatto attraverso le storie dalle più stravaganti alle più disperate di coloro che vivono tra Gaza e Israele, una linea di confine che non conosce la pace e che sogna la parola tregua.
Un interessante libro Mediorientati che racconta con delicatezza le vicende degli uomini e le donne di Gaza, come quella di un ragazzo attratto dall’Isis che lo arruolerà e poi lo ucciderà, di un israeliano che andrà in guerra per senso del dovere, ma è di sinistra e non odia i palestinesi, di una donna che nel Negev trascorre quaranta giorni senza mai alzarsi da una chaise longue, guardando i notiziari televisivi, per sapere se il figlio in guerra è vivo, di un imam salafita che dichiara che l’Islam proibisce persino di calpestare una mosca, dell’uomo più ricco di Palestina si è costruito una villa palladiana più bella dell’originale a Nablus, città teatro di scontri violentissimi. Il tutto narrato senza prendere una posizione, semplicemente descrivendo la varia umanità con le sue paure, tristezze ed tragedie, uguali e parallele da uno schieramento all’altro.

“In Mediorientati non ho voluto parlare di buoni o di cattivi, ho voluto raccontare un mondo molto vario, con dei fattori comuni come la psicosi della paura della guerra- dice Gian Stefano Spoto– che è uguale da una parte all’altra, anche se da una parte ci sono stati 74 morti e dall’altra 2.500. Ma oltre a fattori negativi io ho visto con i miei occhi cose assolutamente straordinarie ed inedite che fanno ben sperare come la violista che operata in anestesia locale continuava a suonare simbolo di speranza di un mondo migliore”.
Gian Stefano Spoto da fine narratore, dallo sguardo attento e dall’animo fanciullesco, caratteristiche che hanno determinato la sua carriera giornalistica in Rai, ha preferito raccontare in questo libro, quello che il viaggiatore vorrebbe vedere e sapere, ma molto difficilmente ha il privilegio di vivere.
Antonietta Di Vizia