UN OMAGGIO A KEITH HARING LA MOSTRA ABOUT ART A PALAZZO REALE A MILANO SINO AL 18 GIUGNO 2017.
L’esposizione Keith Haring About Art, presenta a Milano a Palazzo Reale centodieci opere dell’artista graffitista più noto, alcune delle quali inedite o mai esposte in Italia. Il progetto centrale di questa Mostra è quello di svelare i legami inaspettati e le suggestioni che hanno ispirato l’arte di Keith Haring.
I graffiti e lo stile inconfondibile di questo artista degli anni 80 che viveva l’inquietudine dell’era tecnologica al suo esordio, lo hanno fatto diventare l’icona di artista – attivista di quegli anni. Keith Haring è il rappresentante di quella controcultura degli anni 80 politicamente impegnata sui grandi temi quali aids, droga e discriminazione sessuale e razziale. Haring era impegnato per la difesa dei diritti degli omosessuali , ed era fiero di esserlo.
In questa Mostra a Palazzo Reale a Milano il mondo segreto di Keith Haring è stato messo a confronto con i capolavori che lo hanno ispirato, una trama di riferimenti che vanno dalla Colonna Traiana a Paul Klee, dall’arte tribale ai cartoon. L’arte di Keith Haring si rivela per quello che è veramente, e cioè l’espressione di una verità interiore che pone al centro l’uomo e la sua condizione sociale e individuale. Keith Haring riteneva che l’arte non dovesse restare nelle torri d’avorio che sono i musei. L’arte si doveva consumare fra la gente e con la gente.
Instancabile, Keith Haring dipingeva dodici ore al giorno, disegnava dappertutto, sui cartoni, sulle polaroid, sulle magliette, su materiali deperibili, la sua era un’arte che non doveva durare, come tutti i graffiti, ed era la metropolitana, l’Underground di New York il suo spazio “espositivo simbolico ” preferito, dove disegnava con i suoi gessetti bianchi su ogni spazio libero che trovava. Per chi non avesse capito di chi sto parlando, Keith Haring è il “writer” statunitense creatore degli omini snodabili realizzati con tratto e linea continua, che si fondono con il paesaggio e si amano, senza divisioni di sesso, razza e barriere. Uno dei più celebri disegni raffigura due omini di cui non si distingue il sesso, che ballano e alle loro spalle c’è un grande cuore rosso pulsante.
Nell’apparente semplicità di questi tratti faceva emergere un mondo di grande vitalità, alla fine devastato dal dramma dell’aids, che lo avrebbe portato via a neanche 32 anni. Una malattia che ha cercato di dimenticare sino all’ultimo.
Licia Ugo