Incendio di polemiche sul “Divo Nerone – Opera rock” al Palatino

Il palcoscenico delle polemiche sul Palatino con sulla destra l'Arco di Costantino

Incendio di ardenti polemiche sul nuovo spettacolo incentrato sul “Divo Nerone”, l’imperatore che nella notte del 19 luglio del 64 dopo Cristo incendiò per davvero Roma addossandone la colpa alla nascente comunità cristiana. L’ incendio di polemiche iniziato già all’annuncio del kolossal neroniano nello scorso mese di ottobre quando fu annunciato l’evento in programma nella Vigna Barberini del Palatino, sta ora divampando ancora di più mano a mano che si avvicina la data di inizio dell’opera rock sul “Divo Nerone” la cui prima rappresentazione è fissata, salvo sorprese, dal prossimo primo giugno e durerà fino al 10 settembre.

Giorgio Adamo nelle vesti di Nerone insieme agli scenografi e autori del kolossal musicale

L’installazione del grandioso palcoscenico, la “Domus Arena”, che dovrà ospitare il musical di cui è autore Franco Migliacci, è la miccia che riaccende ulteriormente l’incendio con roventi polemiche contro la Sovrintendenza archeologica statale che ha dato a suo tempo parere favorevole all’evento artistico. Il palco, visibile anche dalle parti del Colosseo, è alto 14 metri, largo 36 metri e profondo 27 metri ed ha un impatto  visivo “devastante” sull’intera area archeologica del Palatino. Lo show avrà un cast di 26 ballerini- acrobati e 12 cantanti-attori che racconteranno gli ultimi 14 anni di Nerone insieme ad Agrippina, Poppea, Seneca e Petronio. I prezzi dei biglietti per assistere al “Divo Nerone – Opera rock” con la regia di Gino Landi  vanno dai 45 agli 80 euro.

La Vigna Barberini sul Palatino

Dentro la Vigna Barberini sono già state installate anche 400 poltrone e nei prossimi giorni sono previsti gli impianti audio, di illuminazione,  le scenografie e tre file di gradinate per ospitare circa 3.000 spettatori a sera. Il “mostruoso palcoscenico” sul Palatino spacca e divide il mondo della cultura e dell’arte, come era prevedibile, ma sull’iniziativa privata c’è il parere favorevole del ministro dei Mibact http://beniculturali.it Dario Franceschini, il quale dopo aver visionato più di un anno fa il progetto, ha dato parere favorevole all’utilizzo di monumenti  pubblici e aree archeologiche come cornici di eventi culturali. Franceschini ha detto sì poiché il progetto esecutivo dell’opera rock porta la firma di ben 4 Premi Oscar come Dante Ferretti,  Francesca Lo Schiavo, Gabriella Pescucci e Luis Bacalov  che curano le scenografie e gli arredamenti, e quindi sono tutte persone di elevato spessore artistico e culturale che hanno a cuore i beni archeologici.

Lo scenografo Dante Ferretti vincitore di ben tre Premi Oscar insieme a sua moglie Francesca Lo Schiavo è, ovviamente, favorevole alla realizzazione del kolossal su Nerone al Palatino in quanto non ci sarà nessun danno ai monumenti circostanti. Ferretti sottolinea come sia al Colosseo che alle Terme di di Caracalla si svolgono da anni eventi musicali come la rappresentazione di opere liriche e nessuno ha mai avuto niente da ridire. “Con il nostro musical – sottolinea Ferretti – raccontiamo un pezzo di storia di Roma e non roviniamo niente. La Vigna Barberini dove sorge la Domus Arena è solo un prato verde, non impattiamo né con monumenti né con resti antichi. Per ricostruire Roma antica ci saranno delle quinte girevoli, che, in movimento, a seconda delle scene, trasformeranno la città nel palazzo dell’imperatore Nerone  e della sua straordinaria sala da pranzo, la Coenatio Rotunda, che si racconta, girava seguendo il ritmo del sole”.

 L’incendio di polemiche contrarie all’utilizzo del Palatino per questo show è alimentato, fra gli altri, dallo storico dell’arte Tommaso Montanari secondo il quale “far conoscere alla gente i siti archeologici attraverso spettacoli di intrattenimento è una falsa idea di democrazia.  Se c’è solo il minimo rischio che le vibrazioni possano danneggiare le rovine non c’è contropartita che tenga. Non si può gestire il patrimonio come fosse un bordello”. Rinfuoca l’incendio anche il professor Salvatore Settis:Ricorrere a un’opera rock per riattivare l’attenzione – afferma l’archeologo – è come dichiarare che l’antico non è più di per sé interessante. Speriamo se ne esca senza danni permanenti, come già accaduto agli scavi di Pompei. Le esigenze di spettacolarizzazione stanno avendo la meglio sulla conservazione e la tutela. È tempo di capovolgere la prospettiva”.

Ottavio Di Renzo

Incendio di polemiche sul “Divo Nerone – Opera rock” al Palatino ultima modifica: 2017-04-24T08:51:40+02:00 da Ottavio Direnzo