Osteria dell’Elefante, a tavola tra botti e resti di Mammuth

La cucina della campagna romana, il più possibile Bio ed in parte con prodotti dell’azienda, in abbinamento ai vini delle tre case vinicole di famiglia.

Alt text Osteria dell'Elefante

Una nuova osteria nella grotta di una cantina, Castello di Torre in Pietra, alle porte di Roma. E’ l’Osteria dell’Elefante, nome dedicato agli elefanti preistorici che da 400mila anni riposano nella collina di tufo, sorta dalle ceneri del vulcano di Bracciano, dove maturano i vini bianchi e rossi di Filippo Antonelli e Lorenzo Majnoni, già produttori in Umbria (con il Montefalco Sagrantino e il Trebbiano Spoletino) e in Toscana con il Chianti dei Colli Senesi e Superiore. Tra botti, bottiglie e resti di mammuth (l’impronta di una lunga zanna nella parete del tunnel di collegamento con la cantina; una parte di femore esposto al punto vendita) ieri sera è stato inaugurato un locale che vuole proporre i piatti della campagna romana in abbinamento ai vini delle tre case vinicole della famiglia: Castello di Torre in Pietra; Antonelli San Marco e Majnoni Guicciardini. Un locale che nella bella stagione permette anche di mangiare all’aperto, nella corte della cantina.

Alt text Alt text Osteria dell'Elefante

Il menu stagionale è preparato il più possibile con prodotti biologici e locali, in parte coltivati nella stessa azienda agricola di Castello di Torre in Pietra (verdure, ceci, farro, pasta di farro, olio extravergine d’oliva). In cucina lo chef romano Marco Di Luca, classe ’74, vanta esperienze in Europa e Italia: alla Brasserie Blanc di Bristol, all’Antico Arco sul’Aurelia, all’hotel Parco dei Principi in via Frescobaldi, alla Vinosteria di via dei Sabelli e altre. In carta il cliente trova ricette come i cannoli ripieni di baccalà gratinati con crema di ceci e i tonnarelli alla carbonara di porcini, tra i primi. Oppure: il galletto cotto a bassa temperatura e ripieno di patate al rosmarino e crema di peperoni o il filetto di maiale in crosta di patate gratinate con crema di cedro e arance candite, tra i secondi. Ma si può cominciare con un Tagliere dell’Elefante (bruschetta con mousse di fegato e arance, formaggi misti della Tuscia, prosciutto semidolce Reatino, porchetta fatta in casa, anatra in oleocottura, flan di melanzane e ricotta, coppa Reatina) e concludere con un dolce dello chef Di Luca, come un Tiramisù al bicchiere o un semifreddo al pistacchio e cioccolato bianco.

Alt text Osteria dell'Elefante

Buono il rapporto qualità prezzo: 3 portate 30-32€. Pane e dolci fatti in casa. La carta dei vini è interamente biologica e comprende tutte le etichette delle tre cantine di famiglia, tutte certificate Bio. Giocando in casa, l’offerta al cliente guadagna in prezzi e flessibilità: oltre che in bottiglia quasi tutti i vini sono proposti al calice e in quartino, con ricarichi più che modesti. Al bicchiere si oscilla dai 2€ di un Elephas Lazio Bianco Igt di Castello di Torre in Pietra fino agli 8€ di un calice di Montefalco Sagrantino Docg 2011.

Aperto a pranzo Lun-Dom; a cena Ven-Sab. Chiuso Merc.

Via di Torre in Pietra 247, loc.Torre in Pietra, Fiumicino tel 06.61697070

www.castelloditorreinpietra.it

RomaOggi.eu → Leggi il prossimo articolo

La Redazione

RomaOggi.eu “Interesting news for interesting people”

Alt text Osteria dell'Elefante

Osteria dell’Elefante, a tavola tra botti e resti di Mammuth ultima modifica: 2017-10-28T13:41:32+02:00 da Flavio