A Gallese storici ed istituzioni si confrontano sulla Grande Guerra

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A Gallese storici ed istituzioni si confrontano sulla Grande Guerra. Dagli arditi ai parà, passando per il patriottismo e l’anti-italianità
I comuni del viterbese si mettono in mostra per convegnistica storica. Nel museo comunale di Gallese (provincia di Viterbo) s’è svolta una due giorni che ha impegnato, storici, militari e la cittadinanza tutta. Un convegno evocativo sulla Grande Guerra, sul ’15-’18, ricordando l’arditismo ed il paracadutismo. Perché proprio a Gallese il tenente Hardouin (duca di Gallese) sperimentava 102 anni fa il paracadute, buttandosi dal pallone aerostatico che dondolava a 1.200 metri d’altezza: dimostrazione di coraggio che spalancava le porte alluso militare del paracadute. Di Gallese è anche il caporal maggiore della Folgore Tiziano Celoni, il parà venuto a mancare un anno fa. Così Gallese ha commemorato il primo e l’ultimo suo parà…il convegno è stato appunto appellato “dal primo…all’ultimo“.
Per l’anniversario della dipartita del caporal maggiore Celoni, monsignor Remo Giardini e don Marcelo Caldas hanno officiato funzione presso la Cattedrale di Gallese (chiesa di Santa Maria Assunta di Gallese). A moderare il convegno ha provveduto il professor Gabriele Campioni, l’avallo dei parà l’ha dato Giampiero Monti (primo maresciallo luogotenente medaglia d’argento al Valor Militare,  presidente a Viterbo della Federazione del Nastro Azzurro), presente anche la famiglia Hardouin (primo paracadutista della storia italiana). L’intervento degli storici, i ricercatori Giulio Quintavalli, Piero Cappellari, Marco Nocella e Paolo Guadagno è stato incentrato sull’arditismo (Cappellari), sui ragazzi del ’99 (Nocella) e sul Risorgimento (Guadagno). Invece il giornalista e storico Ruggiero Capone ha ricordato il ruolo della stampa durante la Grande Guerra, con un occhio a propaganda e spionaggio. Commozione ha creato la narrazione di Nocella sui ragazzi quindicenni e sedicenni (del 1899) che perirono al fronte per l’Italia.
Piero Cappellari ha iniziato la sua narrazione dall’idea anticipatrice dell’Ardito, riconducibile al 1914: quando in ogni reggimento del Regio Esercito venne creato un gruppo di esploratori addestrati ad agire dietro le linee nemiche. Quei primi nuclei di Arditi, che si addestrarono a Manzano (Udine), in località Sdricca, dove tuttora si celebra una commemorazione ed una rievocazione ogni ultima domenica di luglio. La vulgata popolare vuole riconoscere come antesignani degli Arditi anche i componenti delle cosiddette “Compagnie della morte“: pattuglie speciali di fanteria o del genio adibite al taglio o al brillamento dei reticolati nemici, facilmente riconoscibili per l’uso di corazze ed elmetti principalmente del tipo “Farina”.
Resta il fatto che gli arditi (come ha sottolineato Cappellari) parteciparono attivamente all’impresa fiumana sotto la guida di Gabriele d’Annunzio, e dopo l’occupazione della città, venne instaurata la “Reggenza del Carnaro” e promulgata (come carta costituzionale del nuovo Stato) la Carta del Carnaro: tra i cui principali ispiratori vi fu il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, anche lui con passato di Ardito. Tante le anime degli arditi. Un po’ come nella Repubblica Romana del 1848, di cui ha parlato Guadagno: con quell’evento lo storico data la prima “crisi politica” del papato.
Giulio Quintavalli ha invece ricostruito il ruolo della polizia nelle indagini per contrastare sia lo spionaggio nemico a Nord che l’abigeato nel Mezzogiorno: in quel Sud che, dalla Sicilia alla Puglia, vedeva diffondersi il furto di bestiame prezioso per approvvigionare le truppe al fronte come la forza motrice nelle industrie e nell’agricoltura. “Dobbiamo caratterizzare il nostro centro per la convegnistica storica –Donatella Manno (assessore alla cultura del Comune di Gallese) – certi che questi eventi possano appassionare i giovani alla ricerca ed alla lettura, ma anche favorire la socializzazione degli adulti”.
A Gallese storici ed istituzioni si confrontano sulla Grande Guerra ultima modifica: 2018-11-17T16:37:44+01:00 da Antonietta Di Vizia