“Senza Arte né parte”, il nuovo libro di Dalmazio Pio Frau

“Senza Arte né parte. Come evitare l’arte contemporanea e vivere felici”, edito da Tabula Fati era uscito, qualche anno fa, presso un altro editore. Attualmente, l’autore, Dalmazio Pio Frau,  ha rivisitato il testo, composto da diciotto suoi scritti sull’Arte, sul Bello e sulla Bellezza, e lo ha ampliato, arricchendolo di un notevole apparato critico, e della prefazione  di Simonetta Bartolini.
Nei saggi che costituiscono il volume,  Frau ci invita, per poter tornare a sperare, a recuperare la Cultura in senso alto: quella che “ancora dà mostra di sé”, nonostante gli scempi perpetrati negli ultimi decenni, nel paesaggio italiano, nelle antiche piazze delle nostre città e dei nostri borghi, nella scultura e nella pittura di passate età. Tutta la raccolta è segnata da una profonda dicotomia che contrappone, come recita il titolo di uno dei capitoli, l’Eterno al contemporaneo, e mira con affabulatorio e sagace uso della lingua italiana, a condurre chi legge alla riscoperta dell’Arte e dei suoi significati più celati. In alcuni capitoli dunque, l’Autore ci introduce alle botteghe d’Arte dove, a fianco ai Maestri, per secoli, i discepoli hanno appreso le «regole» necessarie a corrispondere tecnicamente ai modelli di quel mundus imaginalis che allora era più noto e non dimenticato come oggi. La critica avviene invece, nei riguardi di una certa Arte contemporanea che, anziché avere la propria vocazione in Alto, nel Bello quale Principio, la ha in basso, nella dimensione materiale. Tutto è guidato da un ideale platonismo, o neoplatonismo se si vuole, che introduce a quella finestra sull’invisibile, ritratto dell’inconoscibile.
Per questa ragione il nostro autore, è critico nei confronti dell’arte contemporanea, fondata sul solo estro dell’individuo, ponendo il lettore a confronto con tematiche inconsuete e significative e potrebbe essere esemplificato dall’aforisma di Ernst Jünger: «Il mondo diventa sempre più brutto e si riempie di musei». A pagamento, naturalmente, come voluto dai mercanti senz’anima del nostro oggi.
Per questo le pagine di Senza Arte né Parte sono intellettualmente ristoratrici e visti i tempi che stiamo vivendo, non è cosa di poco conto in questa nostra epoca di profonda barbarie animica e d’autentica cacofonia spirituale.
È incredibile come l’Italia sia riuscita a diventare la capofila di abomini “artistici” d’ogni genere, dimenticando di essere il più straordinario e grande museo vivente, animato dalla memoria di millenni di storia, di religiosità e di civiltà in ogni centimetro quadrato del suo territorio.
In un mondo affogato in un caos etico, spirituale, psichico ed estetico, non può nascere un’arte che non sia, essa stessa, uno sfacelo. L’immagine assai dinamica e quasi “giornalistica” che ce ne dà questo libro, oltre a servire quale denuncia delle innumerevoli abiezioni perpetrate con la connivenza e con l’ignoranza della politica, auspica soluzioni che non sono affatto irraggiungibili, ma richiedono un passo eroico e gigantesco, incommensurabile: ricominciare dall’educazione, anzi, dalla Cultura.

“Senza Arte né parte”, il nuovo libro di Dalmazio Pio Frau ultima modifica: 2020-03-22T19:16:43+01:00 da Federica Pansadoro