Forse il modo migliore per avere accesso alle problematiche, che Dalmazio Frau, presenta nel suo L’arte spiegata a mia cugina, edito da Tabula Fati, è far riferimento al sottotitolo, Pensieri sull’Arte nella Tradizione, nella Politica, nel Fantastico in pieno Kali Yuga.
Da esso appare subito evidente la polemica nei confronti dell’arte contemporanea e delle politiche dei “Beni culturali” messe in atto negli ultimi decenni nel nostro paese, mentre sviluppa, al contempo, l’elogio dell’arte tradizionale. Il volume è un appassionato tentativo di trasmettere l’amore per la produzione artistica ad un pubblico, quello dei lettori italiani, (rappresentato dalla figura della cugina cui l’autore si rivolge), immemore ormai della tradizione estetica nazionale ed europea. Le pagine di Frau sono, inoltre, arricchite dalla prefazione di Angelo Crespi, che condivide con l’autore lo stesso atteggiamento speculativo inattuale, pur nutrendo medesime speranze per il futuro.
L’Autore, in buona sostanza, dice che l’arte vera è creazione di immagini poiché la parola imago è in relazione, non solo fonetica, con “magia”, e quindi ne consegue che l’artista, sia colui che compie un’operazione magica che dette il meglio di sé nell’ età medioevale-rinascimentale che toccò il proprio apice nell’ Accademia neoplatonica di Careggi dove si realizzò una sintesi riuscita di filosofo, poeta, musico e mago. Tra gli eminenti creatori di quell’ età lontana solo Benvenuto Cellini ammise “nella propria autobiografia, di aver avuto a che fare con le sfere più occulte del creato…Prima ancora furono certo maghi Paolo Uccello e Pinturicchio e Sandro Botticelli”.
L’opera d’arte come momento della Grande Opera ermetica, idea già presente in Vitruvio che rinnovò la posizione platonica nel ritenere la creatività estetica capace di unire uomo e dio. Tale Via non si esaurì allora, ma ha continuato a riproporsi, almeno in alcune straordinarie figure, anche nelle epoche successive.
Ovviamente l’arte così intesa, mirata a porre in congiunzione microcosmo e macrocosmo, rinvia ad un’ulteriorità ed induce godimento e senso di pienezza. L’incontro con il bello e l’armonico si è così manifestato nel mondo del Fantasy di Tolkien, sintonico alle idealità pittoriche dei pre-raffaelliti, o nell’ arte dell’illustrazione di Frank Franzetta
Sotto il profilo storico viene ribadito una sorta di primato dell’arte sacra occidentale nei confronti dell’ Isografia, inoltre, viene rilevato il ruolo educativo che la scuola dovrebbe svolgere per orientare le nuove generazioni nella definizione di un rapporto positivo con la bellezza e la creatività. Si lamenta con forza del silenzio assordante di quanti avrebbero dovuto difendere il nostro patrimonio artistico e la nostra tradizione dallo scempio compiuto in pochi decenni, sordi a qualsiasi appello in tema. Dimostra, inoltre, come la trascuratezza nei confronti dei linguaggi dell’arte e dei suoi simboli possa produrre esegesi sconsiderate. Ciò emerge nel capitolo dedicato alle interpretazioni ufologiche di pitture del passato, nel quale Frau riesce a suscitare nel lettore, nelle critiche documentate ai “fedeli” ufologi, esplosioni di ilarità per l’inanità delle loro posizioni.
Vi sono poi vere e proprie digressioni intorno a temi specifici come quella che ha per protagonista il Gatto sulla tela o il capitolo dedicato a Il diavolo dipinto. Qui si sostiene che l’Arte smaschera il diavolo, presentandolo sempre per quello che effettivamente è, nelle sue orribili fattezze, come il totalmente altro rispetto al Bello.
Il filo conduttore di L’Arte spiegata a mia cugina è quello dell’arte declinata dalla critica alla storia della stessa, passando per il Fantastico, con una spruzzata di Metafisica, di Politica e di Estetica e… di Esoterismo. Venti capitoli di vario tema, su prospettive dell’Arte nell’ età definita Kali Yuga, giocati con levità, cercando si scardinare quei “luoghi comuni” che tanto sovente – in campo artistico – vengono riportati dai media. Pensieri sull’ Arte sotto l’ottica di una visione tradizionale, ma non per questo immobile in paradigmi cristallizzati, quasi sassi gettati in quella piccionaia del comodo essere “borghesi” e dell’ancor peggio “politically correct”.
Un modo dunque per trattare argomenti non sempre facili, a volte in maniera ironica, altre con un pizzico di polemica; affinché il lettore si ritrovi ad affrontare queste tematiche da un punto di vista insolito e straniante, senza mai soggiacere alla banalità del pensiero comune dei nostri tempi oscuri.
Dalmazio Frau
L’ARTE SPIEGATA A MIA CUGINA
Pensieri sull’Arte nella Tradizione,
nella Politica, nel Fantastico,
in pieno Kali Yuga
Presentazione di Angelo Crespi