A Roma la scuola riapre: eppùr si muòve!

Una voce fuori dal coro?

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«Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione»

Victor Hugo

Sulla scuola, nella scuola, dalla scuola arrivano voci e pensieri, dubbi e costellazioni di paure sui rischi del contagio che oggi esistono e per cui bisogna intervenire con regole del tutto nuove.

La scuola oggi rappresenta una preoccupazione che invade a diversi livelli la mente di genitori, insegnanti, presidi, bidelli, ministri e studenti. Un possibile focolaio di contagi, eppure la scuola è da sempre stata un focolaio di emozioni sia per gli studenti che per i genitori.

La tradizione psicoanalitica entro cui mi sono formata, nonché l’ esperienza clinica con i pazienti, mi ha aiutata a pensare e a riflettere sull’importanza di comprendere l’ ambiente di sviluppo del bambino e dell’adolescente. Oltre la famiglia, un riferimento essenziale nella crescita individuale, è sicuramente la scuola, teatro di dinamiche non solo cognitive ma soprattutto emotive che influiscono sul processo evolutivo.

Pensare a questa riapertura scolastica ha evocato in me quella nota frase che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita: eppùr si muòve! Non sarà la scuola a girare intorno alle famiglie e agli studenti fino ad entrare nelle loro case e nella costellazione di menti immobilizzate dalla paura della pandemia, ma saranno loro, studenti e studentesse, a rimettersi in cammino con curiosità e paura verso quello che a volte rappresenta un territorio enigmatico, e oggi più che mai incandescente, ovvero la scuola.

Una riflessione la mia, che ruota intorno al possibile vissuto emotivo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che si apprestano a re-incontrare questo pianeta. Leggiamo numerosi articoli sulla idoneità o meno delle scuole italiane, da sempre! Ma ancora di più in questo momento storico di emergenza sanitaria la ripartenza sembra incerta e tutto funzionare male. La paura dell’inizio dell’anno scolastico non è mai stata forse più grande di quella che tutti proviamo oggi. Genitori e figli, professori e studenti hanno bisogno di un luogo sicuro in cui vivere le ore che sono o diventeranno per alcuni tra le più significative della vita.

La scuola oltre ad essere un luogo di apprendimento è il luogo della socializzazione, dello scambio, del confronto, non solo con gli adulti ma anche con i pari, e per questo è il focolaio delle più vivide emozioni. E se durante il lockdown, attraverso la didattica a distanza, la scuola ha mantenuto ove possibile, e non sempre, il filo dell’apprendimento, il filo della socializzazione invece si è inevitabilmente spezzato. Oggi si tenta di riannodare quel filo, questa apertura per molti rappresenta un sollievo, forse proprio per quei ragazzi e ragazze che hanno conosciuto la scuola dentro la loro stanza e oggi sentono più che mai il bisogno di ridefinire gli spazi fisici e concreti per poter riavviare i confini sempre più interni della propria individualità e dunque socialità, riappropriandosi della vita in luoghi esterni, diversi e differenziati in cui muoversi, fare esperienza di sé e dell’Altro. La scuola è il luogo della socialità, degli sguardi, dei corpi in movimento, dei corpi immobili, ma sempre vibranti, ora per il timore di una interrogazione ora per l’euforia di aver imparato qualcosa di nuovo.

Ci sono le distanze di sicurezza da rispettare, i banchi monoposto e altre regole da seguire e allora che tipo di socializzazione è possibile oggi? É tutto da scoprire, sia per noi esperti sia per coloro i quali vivranno in prima persona questa esperienza, bisognerà trovare le parole per narrala affinché non rimanga una marcia solitaria. Siamo tutti in cammino verso la scuola, certamente l’ignoto fa paura, ma siamo in cammino e non più fermi dentro una stanza con il mondo che ci entra dentro.

Loredana Sateriale. Psicologa e psicoterapeuta dell’infanzia, dell’adolescenza e della coppia

A Roma la scuola riapre: eppùr si muòve! ultima modifica: 2020-09-13T09:06:21+02:00 da Alessandro Lisci