Le Città In-Visibili
di Carlo D’Orta – Patrizia Dottori
Carlo D’Orta Art Studio (piazza Crati 14)
29 aprile – 28 maggio 2021 Roma
infoline : 328 041 6111
La città immaginata è un luogo di possibilità, in cui tutto è plasmato dal linguaggio, sia esso verbale o meno. Non esistono contraddizioni in un luogo simile, poiché la sua essenza stessa si nutre di imprevisti, discordanze, paradossi. Ecco dunque che si configurano città vibranti, galleggianti, distorte, che fremono di una vita brulicante. Sono il riflesso di ciò che è stato o può ancora essere: luoghi vividi e reali nell’immaginazione, o solo lucidamente immaginati nella realtà.
Carlo D’Orta e Patrizia Dottori non si limitano a rappresentare le città, ma hanno la facoltà demiurgica di costruirle, di renderle Città In-Visibili: eteree ed evanescenti e, al contempo, concretamente visualizzate mediante l’obiettivo fotografico.
Immaginifiche, ma non per questo meno vere.
Le città e gli occhi – Carlo D’Orta
Visioni oniriche e psichedeliche, in cui le forme subiscono deformazioni espressionistiche e il colore si espande in grandi campiture cromatiche, accendendosi di pulsazioni vitali.
Il progetto fotografico Vibrazioni di Carlo D’Orta possiede una qualità pittorica, che supera la rigorosa aderenza alla realtà oggettiva, per esplorarne gli aspetti astratti, surreali e visionari. Le immagini intessono una riflessione sui meccanismi percettivi: il doppio, che si materializza nel riflesso, diventa la dimensione rivelatrice del possibile. Le città, animate dalla vibrazione, non si esauriscono nella loro configurazione primaria, ma si espandono e conquistano nuovi spazi multiformi di esistenza.
Le città e la memoria – Patrizia Dottori
Il ricordo è di per sé intangibile, ma la fotografia dona un corpo all’invisibile, rendendo perpetuo un istante che non esiste più. Il progetto Americana Breakfast table set, nato dalle ceneri dell’evento traumatico dell’11 settembre 2001, ricostruisce i frammenti della memoria di New York.
Patrizia Dottori, nella serie Reflexion, restituisce le molteplici sfaccettature della città, che si delineano nella selva specchiata delle sue architetture. Reflexion è al contempo riflesso e riflessione: dopo essersi confrontata con la dolorosa dimensione del non essere più, New York si apre gioiosamente a quella del poter essere ancora, negli occhi di chi la guarda.
© Flavia Rovetta
Redazione di Alessandro Lisci