Villa Sordi …testo e foto di Massimo Scafati

Alberto Sordi , la sua vita, la sua storia, la sua dimora

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Villa Sordi © Massimo Scafati

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PRESENTA

VILLA SORDI

«Io sposarmi? E che me metto n’estranea in casa?» sicuramente la battuta più famosa di Alberto Sordi e probabilmente quella che esprime più di tante altre considerazioni il modo di custodire la sua intimità in una casa volutamente nel cuore di Roma, su via dell’Amba Aradam, soffiata in poche ore a Vittorio De Sica che era già in trattativa per l’acquisto.

Ragion per cui entrare a Villa Sordi quasi vent’anni dopo la sua morte è un po’ come accedere alla tomba di Tutankhamon; lo fai in punta di piedi e con un minimo di giustificata inquietudine.

La cosa che colpisce di più è proprio la semplicità degli arredi, intendiamoci mobili di pregio accuratamente selezionati, ma nessuno sfarzo e tutto rigorosamente al servizio delle sue abitudini maniacali; perfino un paio di quadri di De Chirico sono appesi ad una parete senza onori particolari.

La poltrona da barbiere (rimediata chissà dove) e il grande specchio di toilette è la sintesi di tutta la sua maniacale misoginia. Poi un piccolo teatro, un ambiente per 50 posti con tanto di camerini, luci e palcoscenico realizzato con accuratezza, probabilmente pensato per provare testi e ruoli, ovviamente senza uscire di casa.

Insomma pur essendo sicuramente l’attore che più ha rappresentato il cinema italiano nel secolo del dopoguerra, non c’è alcuna concessione al divismo, una abitazione confortevole certo, ma niente che lasci immaginare ricevimenti, feste o altri eventi tipici del jet set cinematografico in voga negli anni ’60.

La sezione che ospita i cimeli dei suoi film più famosi, le immagini che ruotano in successione su pannelli elettronici accompagnati dagli audio della sua voce nei suoi film più celebri è probabilmente la parte più emozionante: dal “Marchese del Grillo” al Nando Moriconi di “Un americano a Roma”.

Alberto Sordi ha vissuto gran parte della sua vita in questa casa con la sorella Aurelia con poche concessioni alla mondanità, ad eccezione delle saltuarie visite di Carlo Verdone negli ultimi anni della sua vita quando era ormai anziano e lontano dalle scene.

L’ultima nota riguarda la sua presunta avarizia; niente di più falso. Alberto Sordi aveva sicuramente un certo rispetto per il denaro ma gran parte dei suoi guadagni finiva in beneficenza, in anonimato e attraverso un canale gestito dal quotidiano Il Messaggero; anche la realizzazione dell’ospedale “Campus Universitario” a Trigoria si deve in gran parte a sue donazioni.

La Mostra Museo allestita a Roma dalla Fondazione Sordi con accesso su Piazzale Numa Pompilio merita sicuramente una visita, che richiede circa 50 minuti, possibilmente accompagnati da una guida esperta.

© Massimo Scafati

Redazione ed editing fotografico di Alessandro Lisci

Villa Sordi © Massimo Scafati

 

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Villa Sordi …testo e foto di Massimo Scafati ultima modifica: 2021-06-22T20:47:18+02:00 da Alessandro Lisci