
“Urbex. Riscoperta di luoghi abbandonati, fabbriche dismesse, ville ed istituti sepolti dall’incuria dell’uomo in cui il tempo sembra essersi fermato.
Motto degli Urbexer: non prendere niente altro che fotografie e non lasciare nient’altro che le impronte dei piedi.
Io sono stata sempre attratta dai luoghi abbandonati e porte chiuse, curiosa di conoscerne la storia ed i misteri in essi racchiusi.
Oggi si chiama Urbex una volta ” avventura” .
Sono circa sette anni che faccio Urbex con amici e ne sono sempre più affascinata…il fascino dell’ignoto!! “
© Lucilla Marmotta – Target Lab Ets
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Genere fotografico a pieno titolo e mondo affascinante, l’urbex – contrazione di urban exploration – consiste nell’andare alla ricerca di luoghi abbandonati (vecchi siti industriali, castelli, ospedali, stazioni, zone militari, navi, sotterranei…) e riportare immagini delle vestigia del passato. Perché l’uscita di urbex non va mai improvvisata! L’esplorazione va sempre preparata in modo scrupoloso, perché il fotografo deve essere in grado di reagire tempestivamente sul campo alle condizioni incontrate (accessibilità, sorveglianza, pericoli, luminosità…).

Anche se la storia dell’esplorazione urbana è abbastanza recente (due secoli all’incirca), le sue origini vengono fatte risalire al 3 novembre 1793, quando un leggendario “esploratore” delle Catacombe di Parigi, Philibert Aspairt, divenne celebre per la sua morte prematura in quella vasta rete di gallerie sotterranee in cui si era smarrito. Anche se la sua esistenza non è del tutto provata, Aspairt (o colui il cui cadavere venne ritrovato undici anni dopo nel sottosuolo parigino) è sepolto nel Grand Réseau Sud, sotto la rue Henri Barbusse, presso il boulevard Saint-Michel. Da allora quel luogo e le Catacombe in generale, nonostante il divieto di accedervi senza autorizzazione, sono frequentate soprattutto dai cosiddetti cataphiles (“amanti delle Catacombe”), che ne hanno fatto un enorme spazio di incontri e socializzazione.
La ben più recente popolarità dell’urbex fra il pubblico va indubbiamente attribuita all’attenzione per il fenomeno ottenuta sui media, per esempio con programmi molto seguiti come Urban Explorers su Discovery Channel, Cities of the Underworld su The History Channel o il reality MTV’s Fear su MTV ambientato in tipici luoghi abbandonati, oppure con film come Urban Explorer, un horror-thriller che si svolge nei sotterranei di Berlino, o After…, un thriller paranormale con un gruppo di “esploratori urbani” nelle gallerie della metropolitana di Mosca, oltre naturalmente agli articoli e le interviste sui giornali
ndr





