I LOTTI DEL QUARTIERE NOMENTANO-ITALIA
La piazzetta non ha neppure un nome; è solo uno angolo tra via Ludovico II, via del Carroccio e via Giovanni da Procida con un piccolo cortile lastricato e quattro panchine di fronte ad un bar che non ha più riaperto dopo il lockdown del 2020. Eppure per tutti è la “piazzetta” una specie di ombelico tra i lotti delle vecchie case popolari del cosiddetto Quartiere Italia tra via della Lega Lombarda, Il campo Artiglio e via di S.Ippolito. Praticamente un borgo costruito intorno al 1920/1925 nell’ambito del piano di edilizia popolare avviato dopo la grande guerra per contenere la domanda di nuovi alloggi a fronte della forte ripresa della crescita demografica nel periodo post-bellico.
I lotti del Nomentano-Italia furono poi inglobati tra le nuove e più nobili costruzioni sorte negli anni ‘30. Nel 1935 viene inaugurato a Piazza Bologna il modernissimo Palazzo della Posta a cura dell’architetto Ridolfi e negli stessi anni in Piazza Ruggero di Sicilia sorge la scuola elementare “E. Corradini” (poi “Fratelli Bandiera” dal 1944) – Infine nel 1938 viene consacrata la chiesa di S.Ippolito sulla grande arteria di viale delle Provincie. In quel periodo la stazione Tiburtina è ancora uno piccolo scalo periferico con un giardinetto che si raggiunge attraverso zone rurali costeggiando il campo di calcio Artiglio. Nel 1930 viene realizzato su via della Lega Lombarda a cura dell’arch. Sabbatini, il “Palazzo del Sole”, uno tra gli edifici più interessanti dell’architettura urbana con terrazzamento spiovente a scale e su pianta triangolare di fatto integrato nell’area dei lotti di via Arduino.
Sicuramente meno noti della Garbatella, i lotti ne condividono pienamente l’impostazione architettonica con i grandi spazi comuni, servizi essenziali e pochissimi lussi ma rimangono uno straordinario esempio di comunità urbana che riuscirà a sopravvivere alla tragedia della II guerra mondiale ed ai bombardamenti della vicina S. Lorenzo. – Ho riportato tra le foto anche alcune pietre d’inciampo poste a Piazza Bologna e su via Eleonora d’Arborea (ma ce ne sono altre a via Livorno, via Torlonia e via XXI Aprile) una ferita dolorosa che ricorda le deportazioni delle famiglie ebree nei campi di Auschwitz il 16 Ottobre del 1943.
© Massimo Scafati – Target Lab Ets
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