Dr. Sharifi, Lei è il proprietario di una grande società d’arte in Iran e, oltre a tenere mostre d’arte, la sua società ha varie pubblicazioni d’arte e attività artistiche estese. Con la situazione attuale e la tua difesa delle donne, della vita e della libertà, cosa succederà a Lei e alle Sue attività artistiche ed economiche in Iran?
È già successo di tutto. In Iran, se uno parlasse di libertà, diritti delle donne e uguaglianza, perderebbe tutte le sue proprietà e tutti i suoi diritti umani fondamentali. Dallo scorso settembre, quando sono sceso in strada per la difesa dei diritti delle donne e in segno di protesta contro l’uccisione di Mahsa Amini, uccisa solo per la sua hijab, tutte le mie aziende, imprese e riviste sono state confiscate e tutte le mie licenze sono state revocate. Hanno attaccato la sede centrale della mia azienda e hanno sequestrato tutti i miei laptop e sistemi informatici, riviste e documenti. Sfortunatamente, devo dire che in Iran non si può nemmeno protestare, la risposta alla protesta sarà il carcere, il sequestro dei beni e l’esecuzione.
Dr. Sharifi, Lei è un artista famoso in Iran e ha una lunga storia artistica, ma attualmente è un artista i cui dipinti riproducono una triste realtà in Iran. Quanto tempo è passato da quando ha lasciato il Suo paese?
Secondo me, l’arte è l’arma di un artista. Non posso tacere e non informare quando la gente del mio paese si trova nella peggiore delle situazioni economicamente e in termini di libertà sociali. Organizzo mostre d’arte per me stesso e per artisti iraniani a livello internazionale in tutto il mondo da circa 15 anni. Questa volta ho cercato di usare l’arte per informare sulla situazione interna della mia patria.
È vero che è stato in carcere solo per aver dipinto su tela le donne che si sono tagliate i capelli come protesta?
Non solo io, un gran numero di donne e uomini iraniani e persino bambini vengono imprigionati e persino giustiziati solo per aver scelto di non indossato l’hijab e per aver difeso il diritto delle donne alla libertà nella scelta del tipo di abbigliamento e per l’uguaglianza in Iran.
Cosa prevede visto l’attuale situazione delle donne iraniane?
Combattiamo per la pace, per la libertà e l’uguaglianza e per l’eliminazione della discriminazione di genere; per le donne, la vita e la libertà, non abbiamo paura della prigione, della tortura e dell’esecuzione. Cambieremo il futuro non solo con le parole ma con impegno.
Lei è un paladino dello slogan “Donne, Vita, Libertà”, ha paura di tornare nel Suo Paese per conseguenze alle quali potrebbe andare in contro?
Nella situazione attuale non posso assolutamente tornare in Iran. In difesa di questo slogan e per aver cercato di difendere i diritti delle donne iraniane, ho pagato tanto, dalla reclusione e confisca dei miei beni e della mia azienda, dal blocco del mio conto bancario e il divieto di lavorare, alle minacce giornaliere alla mia vita e la vita dei miei cari e problemi molto più gravi che non posso dire per la sicurezza della mia famiglia. Ma come artista e persona amante della libertà, non rimarrò in silenzio e continuerò i miei sforzi per liberare le donne e gli uomini del mio paese.
Se vengo ucciso lottando per questa causa, scrivete che sono morto per la libertà.
intervista di Barbara Castellani
