
Ritual i risultati del Contest di fotografia made in Target Lab Ets
Il parere dei giurati
La selezione come miglior foto da parte della giurata Irene Vallerotonda ricade sullo scatto realizzato da Jesus Delfino (Habana Cuba) dal titolo Gesto famoso” realizzato con la sua Sony Mirroless.
Il nero non è buio, il nero non è tristezza, Il nero è definizione,Il nero è carattere, Il nero è una lavagna pulita…
Un’immagine pervasa da una totale oscurità dove il soggetto, illuminato in modo selettivo, prende vita.
Sembrerebbe una foto esagerata, ma la sapiente pp, o un’ottima e mirata illuminazione, rende tridimensionale il ritratto, restituendo un aspetto pittorico dando volume al volto che, incastonato nel buio completo, offre un eccellente dettaglio dell’immagine dove il viso del soggetto diventa l’unico elemento chiave della foto!
Benché sia un bn fortemente marcato nei toni scuri, non trasmette drammaticità. L’ironica espressione e la gestualità, che sembrano spontanei, nascono sicuramente da un rapporto umano/empatico creato con il soggetto e il fotografo, lasciando cadere ogni tensione o pensiero che possano rubare l’anima del soggetto stesso.
Un’immagine fortemente intima e personale che focalizza l’attenzione sul volto senza nessuna distrazione.
© Irene Vallerotonda

La selezione come miglior foto da parte del giurato Claudio Polvanesi ricade sullo scatto “Ore 13” realizzato da Teresa Famà con la sua Reflex a Piacenza
L’ eccellente sintesi narrativa di questo scatto, tutto condensato in un gesto di per sé semplice quanto eloquente, ci riporta a uno dei rituali più antichi dell’evoluzione umana: il rapporto uomo/bottega caratterizzato da una serie di gesti e azioni che, ripetute nel tempo, assumono l’aspetto di rituali.
Non sono necessari volti né espressioni per raccontare uno spaccato di vita quotidiana come in questa fotografia dove l’autrice/autore ha raccolto in una azione tutto il senso del significato stesso scegliendo il momento più adatto.
E lo fa accentuando anche una spiccata centralità del gesto all’interno del fotogramma rendendo la composizione perfettamente equilibrata.
Se non fosse per la didascalia che titola la foto “Ore 13”, che rende palese l’azione di chiusura mattutina dell’edicola, non sarebbe stato possibile sapere se ci troviamo di fronte all’inizio o al termine di questa piccola storia quotidiana; ciò rappresenta un lievissimo neo della foto: sarebbe stato preferibile lasciare all’osservatore una leggera dose di curiosità interpretativa dell’azione: si apre o si chiude?
© Claudio Polvanesi – Target Lab ETS

La selezione come miglior foto da parte del giurato Maurizio Paradisi ricade sullo scatto “Remembranza de una caravana de sueños y realidades” di Luisa Martina Hernández Valdés realizzata con la sua Sony DSLR- A200 a La Habana, Cuba
La foto trasmette con semplicità ed immediatezza come i bambini rappresentino, con orgoglio, i ribelli trionfanti e il popolo, sopraffatto dalla felicità e dalla speranza con la rivoluzione cubana del 1959, al di la di ogni ritualismo.
© Maurizio Paradisi – Target Lab Ets

La selezione come miglior foto da parte del giurato Franco Bottoni ricade sullo scatto “Cambiare Aria” di Beatrice Scotacci realizzata con la sua Canon Eos 5D a Roma-Quarticciolo
I motivi della mia scelta sono dettati in particolare dall’emozione dei panni stesi che ricordano la mia infanzia e il contrasto con il condizionatore che è dei tempi più vicini. Un rituale dei tempi andati che si bacia con la modernità, con quel moto suggestivo dettato dalle ombre distese che rimarcano il passare del tempo a ricordare che tutto si trasforma.
© Franco Bottoni – Target Lab Ets

La selezione come miglior foto da parte della giurata Loredana Sateriale ricade sullo scatto “Torre de Babel” di Sarduy Salati Marila (La Habana Cuba) realizzata con la sua Nikon D700.
Questa immagine fa pensare al rituale della pulizia, del lavaggio dei piatti, ma dà anche l’idea che porre le stoviglie così, una sull’altra, sia essa stessa una consuetudine per affrontare le esigenze della vita quotidiana. In ogni caso sistemare, pulire le stoviglie, le pentole di un pranzo oppure di una giornata intera è parte della vita di ognuno, è un aspetto così abitudinario che però diventa, attraverso gli occhi del fotografo, quasi una scultura metallica che rende la quotidianità ricca di fantasie e simbologie che forse aiutano a digerirla meglio
© Loredana Sateriale- Target Lab Ets

La prima menzione speciale va “Gli Anziani Memoria Viva e Sapiente” di Sara Maria Bern, Reflex, Castelbuono Sicilia
Vita di borgo, cadere con la macchina del tempo in un attimo di vita dal sapore antico.
Spesso il tempo non ha il potere di scalfire ma piuttosto di fortificare certe tradizioni.
L’immagine, forse non è perfetta ma, proprio nella sua imperfezione nell’angolazione di ripresa, fa incontrare lo sguardo del fotografo con l’uomo con gli occhiali. I vari piani narrano la vita di questa gente, di questo posto: chi si isola e chi si aggrega; gente anziana che si raccoglie in un ambito cristiano dove forse non credono o non pensano alla cristianità.
Attimi di vita dove il tempo trascorre alla sua giusta velocità!
© Irene Vallerotonda – Target Lab Ets

La seconda menzione speciale va “Café en mi Habana” di Debora Fernandez Querol realizzata con una Nikon D40 a La Habana Vieja, Cuba
Colpisce la ridotta quantità di elementi narrativi in questo scatto che ci racconta uno dei rituali più diffusi al mondo: la pausa caffè. Qui la protagonista è l’azione stessa formata dalla giovane donna e la tazzina.
Composizione semplice che l’autrice/autore pone al centro del fotogramma staccando gli altri elementi presenti
Quanto è laicamente sacro il momento del caffè? Che si tratti di una pausa di lavoro o di un piacevole istante di relax, consumato da soli o in compagnia non fa differenza e risulta difficile farne a meno.
Restituire questi momenti attraverso una buona fotografia è altrettanto piacevole.
@ Claudio Polvanesi – Target Lab ETS

La terza menzione speciale va a “In Preghiera” di Bonifazi Fabrizio realizzata con la sua Nikon D750 a Roma
In questa foto, cosi sacrale e densa di atmosfera, mi colpisce come il rituale viene spezzato dall’uso della mascherina, ponendo una distanza tra il credente e l’oggetto del suo culto, ma ribadendo nonostante tutto l’importanza della fede, un sentire fortemente accentuato dalla scelta dei contrasti in bianco e nero.
© Franco Bottoni – Target Lab Ets

La quarta menzione speciale va a “Aiutami” di Stelvio Peti realizzata a Roma con la sua Nikon D800 a Roma
Un enigma irrisolvibile, chi sta aiutando chi e per cosa? Spiazza la bellezza artistica; a chi appartiene la forza emotiva di questa immagine? Sembra un quadro di Caravaggio, che forse fu uno dei primi fotografi dell’umanità, capace com’era di raffigurare sguardi ed espressioni emotive attraverso la pittura. Così anche in questa foto, traspare una potente carica emozionale nello sguardo di entrambi gli attori in scena. Non ultimo lo sguardo del fotografo che attraverso la luce imprime regala all’immagine una velatura pittorica
© Loredana Sateriale- Target Lab Ets

Il parere del pubblico
Il miglior punteggio e gradimento ottenuto attraverso la votazione del pubblico, avvenuta sulla pagina facebook di Target Lab https://www.facebook.com/media/set?vanity=TargetLabEts&set=a.260041949887134 se lo è aggiudicato Daniela Amadio con “Suonatori” uno scatto realizzato a Roma con la sua Reflex EOS 600D ricevendo 199 preferenze al termine della votazione, seguita a breve distanza con 180 preferenze da Diego Arbore con Takuma, uno scatto realizzato a Tokio con una Sony 7 III.
Nella foto di street di Daniela Amadio intravedo una sottile interpretazione del tema Ritual. Una scena in cui la presenza di un complesso musicale da quel tocco, quasi scontato, di folclore nel centro storico di Roma, tanto che l’unico passante, reso cosi evanescente, ci suggerisce l’idea di un momento svuotato dall’assenza di platea…una scelta della fotografa di renderlo cosi anche attraverso quell’atmosfera soffusa.

Mentre Diego Arbore si concentra su uno dei gesti e momenti più ritualizzati dell’epoca moderna, cogliendo, magistralmente, un uomo, un orientale, completamente assorto nel fumare una sigaretta, stabilendo come un canale per connettere dimensioni esistenziali. Non a caso presso le culture indigene il fumo, prodotto in vario modo, ha un valore sacro, rituale. Eppur cambiando la forma del suo consumo rimane una profonda ed ancestrale sacralità resa ben nella fotografia di Diego Arbore.

© Alessandro Lisci – Target Lab Ets
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