Letizia Battaglia “Senza fine”. Immagini iconiche ed impegno civile alle Terme di Caracalla.
Inaugurata il 27 maggio 2023 negli spazi evocativi delle Terme di Caracalla a Roma, la mostra Letizia Battaglia Senza Fine è visitabile fino al 5 novembre 2023. Un omaggio alla fotografa siciliana, promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro, organizzato da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, e a cura di Paolo Falcone. Ed è lo stesso curatore a definirla: “una costellazione di fotografie dove amore e dolore, dolcezza e dramma, passione e impegno, raccontano momenti della nostra storia”.
La selezione di novantadue fotografie di grande formato in bianco e nero spaziano attraverso vari periodi e temi, tra cui scene di vita quotidiana, ritratti intimi e toccanti testimonianze della violenza mafiosa, con l’intesa di riassumere cinquant’anni del lavoro fotografico (1971-2020) di Letizia Battaglia attraverso immagini iconiche, meno conosciute o inedite. La mostra si lascia scoprire attraverso la visita al monumento: a un focus narrativo all’interno della monumentale natatio, le Terme di Caracalla aggiungono con questa esposizione due nuovi ambienti dove sono esposti altri nuclei fotografici.
Nativa di Palermo nel 1935, Letizia Battaglia è una fotografa, giornalista e attivista italiana che ha consacrato la sua carriera alla documentazione della vita quotidiana, delle lotte sociali e della criminalità organizzata in Sicilia. Il suo operato, che si estende oltre quattro decenni, le ha garantito riconoscimenti internazionali per la sua instancabile documentazione della cruda e spesso sconvolgente realtà della mafia siciliana.
Le seducenti immagini monocromatiche sono state sapientemente incastonate su lastre di cristallo temperato, disposte in maniera sequenziale e diligente, talvolta con un tocco quasi epigrafico. Tale allestimento, frutto dell’ingegno dell’architetto Lina Bo Bardi, conferisce alle fotografie un senso di levitazione, preservando al contempo l’integrità visiva delle antiche terme senza distogliere l’attenzione dello spettatore.
Quella che il visitatore si troverà davanti è una mostra decisamente potente. Non solo per gli scatti iconici per i quali è conosciuta in tutto il mondo (la bambina con il pallone, il gioco dei killer, il ritratto di Pasolini, di Elvira Sellerio, di Berlinguer, di Guttuso, dei morti per le strade di Palermo, dei poveri e delle periferie), ma perché dimostra che Letizia Battaglia non è la fotografa della “morte”, ma della vita. «Quella che c’è nelle case, anche le più povere, quella delle feste e delle cerimonie, la vita che c’è per strada» sottolinea Francesca Alfano Miglietti. «La sua è fotografia di strada non solo perché ha imparato sul campo, ma perché è lì che si incontra la gente, ci si abbraccia e si litiga, si viene uccisi, si gioca, ci si nasconde, ci si bacia».
E in strada Letizia Battaglia prende i calci dei poliziotti che la vogliono allontanare dalle scene dei delitti, ma matura anche le sue convinzioni politiche che la vedono sempre dalla parte dei più deboli, degli emarginati, dei vessati, delle donne in cerca di emancipazione. E poi ci sono le meravigliose foto delle bambine tanto amate dalla Battaglia. «Quando incontro la ragazzina imbronciata, sulla soglia dell’adolescenza, magra, con le occhiaie, i capelli lisci», spiega Letizia, «sono io. Cerco i suoi occhi sognanti e profondi, mi ricordano me stessa a dieci anni quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello»
Quanto alle donne Letizia Battaglia le elegge a protagoniste dei suoi scatti perché si sente solidale con loro: «Devono superare ancora tanti ostacoli verso la felicità in questa società che le vuole eternamente giovani, belle e con una concezione dell’amore che spesso in realtà è solo possesso». L’ ultima ricerca è dedicata proprio a loro, nude. «Senza mutande», puntualizza Letizia Battaglia riflettendo sul fatto che nei corpi delle donne, non necessariamente belli, sta la semplicità.
L’esposizione offre anche un momento prezioso per commemorare il trentennale degli attacchi terroristici a San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma, avvenuti nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1993. Un evento traumatico che ha colpito il cuore della città eterna, evocando le immagini più emblematiche dell’opera di Letizia Battaglia, quelle legate alla guerra di mafia degli anni ’70 e ’80 in Sicilia, periodo caratterizzato da violenza, dolore e dramma.
La mostra si rivela così non solo un tributo all’arte della fotografa siciliana, ma anche un’opportunità per esaminare i temi sociali e politici che ne formano l’anima. Le sue fotografie rappresentano un efficace mezzo di denuncia e testimonianza, spingendo il visitatore a confrontarsi con situazioni complesse e a meditare sulla rilevanza dell’azione civile e politica per contrastare le ingiustizie e le disparità.
Allo stesso tempo, invita a riflettere sull’importanza della fotografia quale manifestazione artistica e veicolo di documentazione e conservazione storica. Le immagini di “Senza Fine” fungono da ammonimento riguardo la vulnerabilità della vita e la persistenza del male sociale e non solo, ma simultaneamente esaltano la resilienza, la dignità e la bellezza intrinseche all’essere umano.
© Fabiana Cambiaso – Target Lab Ets
Foto ed Editing di Alessandro Lisci – Target Lab Ets
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