Il Padiglione dell’Ungheria
alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
Márton Nemes
Techno Zen
Il lavoro di Márton Nemes è influenzato dalle sottoculture techno; l’esplosione e la riorganizzazione del campo pittorico conferiscono un carattere psichedelico ai suoi dipinti che evocano l’atmosfera visiva delle discoteche di oggi. Combinando elementi pittorici e scultorei, le sue installazioni multimediali creano una dinamica spaziale ipnotica che porta lo spettatore dalla durezza del mondo reale in un campo di colori fluido e vertiginoso.
Per la 60. Esposizione Internazionale d’Arte, il progetto è stato concepito da Nemes come una Gesamtkunstwerk immersiva, basata sulla pittura, che sottolinea l’espansione del genere pittorico, la sua estensione ad altri media, un processo che è diventato sempre più caratteristico della pratica dell’artista. Nelle sue opere precedenti, Márton Nemes si è avvicinato alla cultura rave da una prospettiva escapista e ha formulato l’idea di liberarsi da situazioni depressive e senza speranza con mezzi visivi. L’ensemble esposto nel padiglione segna ora una svolta: la sfida alla realtà è sostituita da un’esperienza trascendentale e la vibrazione della techno si trasforma in una risonanza zen.
Il termine techno si riferisce anche a techné e arte tecnologica; la fusione di tecnologie e materiali industriali con un approccio più convenzionale si svolge come un oggetto pittorico, un’installazione o un ambiente pittorico in movimento. Acciaio tagliato al laser, vernice per auto, lamiera smaltata, proiezione, luci DMX, altoparlanti e ventilatori colorati sono gli strumenti che Márton Nemes integra nella sua pratica per reinterpretare la tavolozza della pittura. Così facendo, crea un ambiente multisensoriale: il suo contenuto ottico, acustico e tattile si svolge attraverso gli effetti combinati di luce, colore, movimento e suono.
La mostra è strutturata in tre parti principali destinate a essere pienamente comprese, percepite e vissute quando il visitatore si trova al centro del padiglione, il cortile che collega tutti gli spazi. Questa posizione – essere al centro – ha un significato simbolico, è sia fisica che ontologica. In un’epoca di fenomeni sociali polarizzati che mancano o escludono completamente le sfumature, il progetto trasmette un messaggio umanistico che invoca l’apertura e la tolleranza.
Commissario nazionale: Julia Fabényi
Curatore: Róna Kopeczky
Artista: Márton Nemes
Organizzatore: Ludwig Museum – Museum of Contemporary Art
Venue: Giardini
https://nemesmarton.com/biennale
www.instagram.com/martonnemes/
Progetto finanziato dal
Ministero della Cultura e dell’Innovazione dell’Ungheria