Redazione a cura di Alessandro Lisci – Target LAb Ets
LAboratorio Sperimentale di Fotografia e Comunicazione
Reportage presentato alle selezioni per la prima edizione del concorso “Explorer. Viaggio intorno al mondo ” del premio internazionale PrintFocus
Dukha della taiga nella Mongolia settentrionale
Partendo dalla città di Mörön attraverso la taiga della Mongolia settentrionale è possibile raggiungere dopo ore a cavallo una delle comunità dei Dukha, i leggendari pastori di renne, nell’estrema propaggine settentrionale della regione di Huvsgol. La minoranza etnica dei Dukha è chiamata in lingua mongola Tsaatan, “uomini-renna”, dato che essa vive quasi esclusivamente delle proprie renne, da cui ricava il latte, le corna da intagliare, un mezzo di trasporto e, pur se di rado, anche carne. I Dukha abitualmente non si cibano di renne malgrado nella taiga, a causa della caccia indiscriminata dalla fine degli anni ‘70, gli animali siano scomparsi quasi del tutto.
Le renne non sono considerate dai Dukha come semplici capi di allevamento, ma come veri e propri membri della comunità, alla cui cura è interamente dedicata la loro vita.
Gli Tsaatan fanno parte del gruppo etnico dei tuvani che vivono nella Repubblica popolare di Tuva in Russia, e parlano sia il dialetto tuvino che la lingua mongola. La comunità della taiga conta poco più di duecento persone, mentre gli altri uomini-renna sono distribuiti in piccoli centri sparsi nella regione di Huvsgol.
Il dialetto tuvino ha una ricca tradizione orale, che ha molte forme: fiabe magiche ed eroiche, storie di paura e lunghissimi poemi epici. Questa tradizione è oggi in pericolo. Tuttavia, grazie alla linguista Elisabetta Ragagnin, massima specialista mondiale di questo idioma che incontro a Ulan Bator, vengo a conoscenza dell’esistenza di un programma governativo di reintroduzione del dialetto tuvino nelle scuole per consentire ai bambini della taiga, figli dei pastori di renne, di tener vivo questo idioma.
Lo stile di vita degli Tsaatan è semi-nomade dato che tre o quattro volte all’anno spostano i loro accampamenti di urts (tende di forma conica) alla ricerca di pascoli di erbe di qualità e di licheni per soddisfare i fini palati delle renne. Gli Tsaatan preferiscono alle gher (le note case dei mongoli) le loro urts di forma conica che ricordano i tipi (teepe) dei nativi americani. Costruite tradizionalmente con corteccia di betulla, oggi le urts sono realizzate con teli sintetici.
Tenda conica urt tipica degli Tsaatan © Daniela Casula
Gli Tsaatan appendono i loro oggetti e le loro piante medicinali in alto su pali di legno per ottimizzare lo spazio limitato delle urts in cui si svolge gran parte della loro vita domestica. All’interno di esse gli utensili sono disposti in modo da creare un cerchio intorno ad una stufa centrale in ghisa provvista di canna fumaria con cui sono scaldate.
Interno Tenda della pastora Buyantogtoh © Daniela Casula
Le giovani famiglie sono ancora dedite alle attività della comunità (mungitura, raccolta di piante medicinali, scorta di acqua e legna ecc). Anche Saran, pur avendo un neonato di cui occuparsi, ogni pomeriggio si dedica alla mungitura delle renne che hanno partorito di recente
I compiti di pastorizia sono condivisi tra tutti i membri della comunità. Le donne si occupano in particolare dell’”asilo delle renne”, un recinto molto ampio in cui i piccoli di renna vengono attaccati alle madri per l’allattamento. I piccoli sono molto voraci e “attaccano” le mammelle materne in modo così aggressivo che quando le mamme strabuzzano gli occhi per il dolore, vengono allontanati dalle pastore
Asilo delle renne © Daniela Casula
Quando i piccoli hanno mangiato a sufficienza, le madri vengono munte dalle pastore Dukha. Saintsetseg, pastora di giorno e sciamana al plenilunio, è intenta a mungere una renna.
Saintsetseg la pastora Sciamana © Daniela Casula
Le pastore Zaya e Batsukh radunano le renne nei pressi del loro attuale accampamento
Le figlie apprendono il mestiere delle madri pastore semplicemente osservandole.
Bambina Dukha fra le renne © Daniela Casula.
Buyantogtoh, oltre ad essere una pastora e ad occuparsi della raccolta delle erbe da usare come piante medicinali, si prende cura anche della propria urt e allestisce i pasti quotidiani della famiglia. Fuori dalla urt – mi dice – “si comporta come un uomo perché si prende cura delle renne” ma “dentro la urt sono una donna”. Alla domanda su quale sia il rapporto delle donne Dukha con la propria parvenza fisica mi risponde con decisione: “non mi importa affatto della mia apparenza fisica; sono orgogliosa di essere riuscita ad allevare i miei figli senza mai lamentarmi del gelo invernale” – nella taiga durante l’inverno la temperatura tocca i meno 500 -. Noi donne Dukha sappiamo come appariamo, viviamo sempre insieme e non vogliamo cambiare”.
Buyantogtoh Spezza la Legna per la stufa © Daniela Casula
Lo sciamanesimo riveste un ruolo importante nella vita degli Tsaatan: nella comunità che ho visitato la sciamana Saintsetseg svolge la funzione di guaritrice, offrendo cure a base di rimedi tradizionali e invocando gli spiriti della natura a protezione della comunità.
La Sciamana Saintsetseg al tamburo durante il Plenilunio © Daniela Casula
EPILOGO CONCLUSIVO
In passato, gli Tsaatan erano completamente autosufficienti e ogni famiglia poteva contare su un numero di renne adeguato a garantire il proprio sostentamento. Oggi, in autunno gli Tsaatan raccolgono frutti di bosco, pinoli e patate selvatiche e, quando è possibile, praticano la pesca e la caccia come ulteriori mezzi di sussistenza. Il cibo è particolarmente scarso da gennaio a marzo. Nel 2012 un sussidio statale è stato concesso dal Presidente della Mongolia agli anziani e alle famiglie numerose degli Tsaatan.
Gli Tsaatan saranno in grado di mantenere la propria identità culturale e di preservare il proprio rapporto di intima vicinanza con la natura continuando a vivere nella taiga per prendersi cura delle renne o la maggior parte di loro deciderà di passare a un nuovo stile di vita?