Alleanza Mediaset-Vivendi per fronteggiare la concorrenza di Sky e Netflix
Il 3,5% di Mediaset vale circa 137 milioni di euro. Il 3,5% di Vivendi vale invece 893 milioni. La differenza di 756 milioni viene coperta dal conferimento di Premium. Ecco in sintesi i dettagli dello scambio azionario che sancisce l’alleanza tra i due gruppi del settore media.
Il nucleo centrale dell’accordo è la consapevolezza che ci vogliono contenuti originali, nuovi e possibilmente proprietari per conquistare il pubblico, abituato a spaziare dagli smartphone, ai tablet, dai computer ai televisori di casa.
Netflix, https://www.netflix.com/it/, dopo aver cominciato ad offrire film e serie tv via internet comprandone i diritti dalle principali major americane, nel 2012 ha deciso di iniziare a prodursi i contenuti in casa e il successo della serie Tv “House of Cards” ne è un esempio. Netflix totalizza circa 75 milioni di abbonati ed è presente in 190 paesi. In Europa del Sud la sua penetrazione commerciale va a rilento di qui il tentativo da parte di Mediaset e Vivendi di rispondere dando vita ad una piattaforma Europea, specialmente in Francia, Spagna e Germania, che probabilmente prenderà il nome di Watchever .
L’obiettivo dichiarato è quello di “ distribuire anche produzioni originali espressamente dedicate”, dietro pagamento di un canone mensile per far concorrenza a Netflix.
L’altra gamba dell’accordo prevede che Vivendi si accolli le perdite di Mediaset Premium, per fonderla con Canal+, anch’essa con qualche problema finanziario e inserirla in un network di 13 milioni di abbonati che spaziano dalla Francia, la Polonia, l’Africa, l’America Centrale e l’estremo Oriente; per far concorrenza a Sky, che di abbonati ne ha 19 milioni tra America ed Europa. Anche qui l’obiettivo è giocare la carte dei contenuti proprietari e veicolarli attraverso tutti i canali.
Vivendi ha inoltre un jolly, che è la cospicua quota di controllo in Telecom Italia. C’è da credere che la crescente diffusione della banda larga in Italia, dovrebbe portare a crescere il numero di persone disposte a pagare un canone per l’abbonamento a internet veloce e una cospicua offerta di programmi televisivi del gruppo Mediaset – Vivendi.
E’ il primo passo del famiglia Berlusconi verso il disimpegno dai media? Di sicuro non nel breve periodo. Anzi è il tentativo di rispondere ai profondi cambiamenti tecnologici e competitivi del settore.
Articolo di Andrea Vedovati