Donald Trump fa decollare i tassi, la corsa delle obbligazioni è forse finita. Mentre le banche americane rivedono al rialzo le stime dell’utile per azione aggregato dell’indice S&P 500, rialzandole di un ulteriore 10 % per tenere conto degli stimoli fiscali programmati dal nuovo presidente americano Donald Trump, https://it.wikipedia.org/wiki/Donald_Trump, (i nuovi target speculativi sul S&P 500 tendono ad un valore di 2.300 / 2.400 ), la vera novità è il decollo immediato dei tassi decennali.
Questo primo movimento dovrebbe trovare una prima seria resistenza ad un tasso decennale USA di 2,50 ed un tasso decennale italiano di 2,30. Ma i timori sono per un movimento molto più pronunciato, soprattutto negli Stati Uniti.
Tasso decennale USA
La causa strutturale è il risveglio dell’inflazione USA dovuta alla crescita dei salari, dal potenziale ingente aumento di debito se Donald Trump implementerà alla lettera i nuovi stimoli fiscali ed al crescere dei protezionismi anti – globalizzazione. L’ex governatore della FED Alan Greenspan, https://it.wikipedia.org/wiki/Alan_Greenspan, infatti prevede che il tasso decennale USA possa rapidamente tornare al 4 / 5 % nel giro di qualche semestre.
In Europa, l’inflazione non si vede ancora e permette alla BCE di tenere sotto controllo la situazione con i propri stimoli monetari.
Il problema italiano è più complesso però. I mercati temono l’instabilità politica dovuta ad una probabile vittoria dei no al referendum costituzionale del 4 dicembre e dal rinforzarsi dei movimenti populisti in tutta Europa. Di qui il repentino allargamento del nostro spread relativamente al Bund tedesco e ad i Bonos spagnoli.
Nonostante l’unicità del ciclo economico che stiamo vivendo, il rischio è che il ritorno dei tassi ad un livello “normale” possa fare ricadere il mondo in recessione, dopo 7 anni di stentata espansione. Monitoriamo i tassi con attenzione !
Analisi del nostro esperto di economia e finanza Andrea Vedovati
