I Trattati di Roma nella nuova edizione del 2017 rinnovati e ampliati, dopo 60 anni da quelli firmati il 25 marzo del 1957, hanno riportato di nuovo la capitale d’Italia e il Campidoglio al centro dell’attenzione politica, economica e sociale. Nella stessa sala degli Orazi e Curiazi dove l’Europa europa.eu fu tenuta a battesimo dalle sei nazioni fondatrici (Italia, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi), i 27 capi di Stato che formano l’odierna Unione Europea hanno ri-firmato i vecchi trattati costitutivi aggiungendone dei nuovi che dovrebbero dare un nuovo slancio e vigore all’istituzione che negli ultimi decenni ha smarrito lo spirito fondatore con una eccessiva e insopportabile burocratizzazione e facendo prevalere i rigori degli interessi finanziari a tutti gli altri.
Infatti, firmando i nuovi Trattati di Roma, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell’UE hanno promesso di voltare pagina per un’Europa più giusta e solidale promettendo anche di combattere la disoccupazione giovanile e debellare la povertà. “Agiremo congiuntamente – si legge nei nuovi Trattati – a ritmi e con intensità diversi se necessario, ma sempre procedendo nella stessa direzione. La nostra Unione è indivisa e indivisibile. Per il prossimo decennio vogliamo un’Unione sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile, che abbia la volontà e la capacità di svolgere un ruolo chiave nel mondo e di plasmare la globalizzazione. Vogliamo un’Unione in cui i cittadini abbiano nuove opportunità di sviluppo culturale e sociale e di crescita economica. Insieme, siamo determinati ad affrontare le sfide di un mondo in rapido mutamento e a offrire ai nostri cittadini sicurezza e nuove opportunità”.
Il documento aggiunge anche che “in questi tempi di cambiamenti, e consapevoli delle preoccupazioni dei nostri cittadini, sosteniamo il programma di Roma e ci impegniamo ad adoperarci per realizzare: 1.Un’Europa sicura: un’Unione in cui tutti i cittadini si sentano sicuri e possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali; un’Europa determinata a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata. 2.Un’Europa prospera e sostenibile: un’Unione che generi crescita e occupazione; un’Unione in cui un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche”.
I 27 Paesi dell’Unione Europei che hanno firmato in Campidoglio i Nuovi Trattati si impegnano, infine, “a dare ascolto e risposte alle preoccupazioni espresse dai nostri cittadini e dialogheremo con i parlamenti nazionali. Collaboreremo a livello di Unione europea, nazionale, regionale o locale per fare davvero la differenza, in uno spirito di fiducia e di leale cooperazione nel rispetto del principio di sussidiarietà. Noi leader, lavorando insieme nell’ambito del Consiglio europeo e tra le istituzioni, faremo sì che il programma di oggi sia attuato e divenga così la realtà di domani. Ci siamo uniti per un buon fine. L’Europa è il nostro futuro comune”.
Se son rose fioriranno con la speranza che questa bella giornata primaverile nell’unica e incomparabile cornice della grande bellezza di Roma non sia una giornata di autocompiacimento per leaders europei ma un impegno politico concreto verso i cittadini.