L’INFLAZIONE. ANCORA NON PERVENUTA
Molti si interrogano del perché nonostante la disoccupazione sia in continua contrazione e negli USA ai minimi, l’inflazione non acceleri come previsto dalla storia dei modelli econometrici.
Fattori strutturali, quali la tecnologia, la demografia ed il commercio mondiale tendono a mantenere basse le aspettative di inflazione.
In verita’ è dagli anni 70 che l’inflazione è in lenta ritirata. Infatti dopo l’eliminazione del Gold Standard nel 73, le politiche neo – liberiste del duo Reagan e Tatcher, l’introduzione dell’Euro, l’entrata della Cina nel WTO e l’invenzione di internet e del commercio elettronico, hanno provocato una costante diminuzione delle aspettative di inflazione.
Tasso 10 yrs USA
Dopo la grande crisi del debito del 2007/2009, si è anzi fortemente rischiata la deflazione, il suo opposto. Le banche centrali occidentali hanno inondato di liquidita’ l’economia e ora l’inflazione cresce del +1.5 % circa.
E finchè l’inflazione si attesta su questi livelli sia i mercati azionari che quelli obbligazionari possono ancora lentamente prosperare.
Ma fino a quando si manterrà questa situazione di fragile equilibrio? Forse non per molto. Infatti i banchieri centrali sono convinti che presto l’inflazione salariale dovrebbe ripartire ponendo fine a questo periodo d’oro per gli investitori.
Infatti la curva dei rendimenti americani, seppur lentamente continua ad appiattirsi e probabilmente nel giro di un anno e mezzo potrebbe invertirsi con me nel 2000 e 2007, annunciando la recessione e una nuova crisi finanziaria.
CURVA RENDIMENTI USA
Infatti i debiti nel frattempo hanno superato il livello del 2007.
Non ci resta che aspettare, ma forse è meglio prepararsi al peggio. L’economia è una scienza grigia, perché ciclica. Proprio per questo dopo 8 anni di espansione, meglio non rischia.
Analisi di Andrea Vedovati