FANOR HERNANDEZ E RUGGIERO CAPONE A ROMAOGGI.EU

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Alessandro Hernandez, Elenia Scarsella, Antonietta Di Vizia e Carlo Celia
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L’incontro col movimento dei corpi di Fanor Hernandez avviene la sera di domenica 3 dicembre presso la sede di Roma Oggi.eu e subito quelle longilinee figure bronzee mi danno l’idea di rappresentare visivamente il movimento, la ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio, motivo che ha influenzato fortemente le sorti di pittura e scultura nel Ventesimo secolo. Una strada che pone indiscutibilmente Fanor Hernandez in una, se vogliamo immaginaria, linea di confine (una sorta di terra di mezzo, per usare definizione cara alla letteratura dei nostri tempi) tra Art Nouveau, Art Déco e futurismo.

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Un viaggio nel tempo piacevole, perché nell’opera di Fanor viene condensata la storia di una tradizione e d’una tecnica: la lavorazione del “bronzo a cera persa”: in uso sin dai tempi in cui vennero realizzati i “bronzi di Riace”. La fusione a cera persa è tecnica scultorea già nota nell’età del bronzo, e di cui oggi si potrebbe perdere la tradizione. Ecco che Fanor va considerato tra gli ultimi maestri a praticarla nel suo solco primigenio, che nei secoli ha conosciuto una notevole fioritura, soprattutto nell’arte greca, ma anche romana e monumentale in genere. E se vogliamo rimanere al ‘900, nei movimenti dei corpi di Fanor ritroviamo pulsioni già avvertite con le opere del futurista Umberto Boccioni o con l’orafo francese René Jules Lalique. Rivivendo come in un viaggio con la macchina del tempo la forza positiva dell’artista del secolo breve, quando la ricerca e la creazione era ancora diretta a raffigurare elementi naturali, animali e nudi femminili o di giovinetti intenti a danzare. Art Noveau e Déco appunto. Grazie alle opere di Fanor sembra di respirare l’euforia parigina dell’Esposizione universale del 1900, quando gli scultori si contendevano il podio di realizzare per Cartier i soggetti di gioielli che avrebbe indossato Sarah Bernhardt.

Roma ha già da anni avuto l’occasione d’immergersi didatticamente nelle opere di Fanor Hernandez (più di ottant’anni e vive in Sud America) grazie all’iniziativa della direzione del “Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme” dedicata agli studenti dei licei della provincia di Roma. Le sculture sono poi state esposte nella chiesa di San Nicola dei Caetani di fronte al Mausoleo di Cecilia Metella ed in molti altri luoghi. E sino a febbraio 2018 continua l’esposizione romana a Castelnuovo di Porto presso il palazzo ducale “Rocca Colonna”.

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Indubbio lo scopo terapeutico visivo delle opere di Fanor che, come per lo scultore déco Pierre Le Faguays, permettono di lenire la stanchezza della mente immergendoci in una sorta di danza sufi. Un roteare di corpi e forme che tenta di sfidare la vita reale, emulandola, fotografandone le straordinarie epifanie. Perché di fatto l’opera di Fanor è manifestazione della divinità in forma visibile.

Ruggiero Capone

FANOR HERNANDEZ E RUGGIERO CAPONE A ROMAOGGI.EU ultima modifica: 2017-12-05T08:47:06+01:00 da Antonietta Di Vizia