Presentata il 26 gennaio, all’Upter, l’università popolare di Roma, la nuova edizione del libro Le Marocchinate, di Stefania Catallo. C’è chi dice che siano state almeno ventimila le donne che durante la Seconda guerra mondiale subirono stupri e vessazioni da parte dei goumiers nordafricani al seguito della V armata del generale francese Juin, ma il numero esatto non si conoscerà mai. L’area in cui si concentrarono le violenze è quella intorno alla linea Gustav nel basso Lazio, dove infuriò la battaglia di Montecassino.
Sei di queste donne hanno raccontato a Stefania Catallo la loro terribile esperienza e quelle storie sono diventate uno spettacolo teatrale e il libro Le marocchinate. L’autrice ha fondato a Roma e dirige il centro antiviolenza “Marie Anne Erize” di Tor Bella Monaca ed è Ambasciatrice del Telefono Rosa per le zone di Frosinone e Ceccano.
I racconti sono stati raccolti dalle dirette delle interessate, sia a voce, molto spesso in dialetto, sia in forma scritta. Il destino delle donne che subirono queste aggressioni fu doppiamente atroce perché alla brutale violenza dei soldati si è aggiunta l’onta di essere emarginate all’interno delle loro comunità. Molte morirono per le malattie contratte, alcune si suicidarono, altre furono ricoverate nei manicomi, alcune emigrarono per sfuggire a un contesto diventato insostenibile. Così come questi atti vennero definiti “marocchinate”, come a gettare un’anatema sui marocchini e occultare una violenza che storicamente fu avallata dai comandi alleati, “marocchinate” divennero pure le donne della Ciociaria che quella violenza avevano subìto. Il libro commemorare queste donne, restituendo la dignità della loro esperienza, come si vuole, proponendo gli atti parlamentari relativi a queste vicende, ristabilire la memoria di una parte taciuta della storia del nostro Paese. L’incontro dell’Upter, alla vigilia della Giornata della Memoria, è stato molto intenso e significativo: dalle letture di Delfina Angeloni agli interventi dell’autrice, dalle parole dell’onorevole Laura Coccia del Pd che ha portato la sua esperienza di studio sulle violenze sulle donne in Germania e nell’Est Europa, sempre durante il conflitto, alla giornalista Donatella D’Acapito, dalla moderatrice, Laura Bogliolo, al professore Marc Buisson, fino alla regista dello spettacolo teatrale Francesca Romana Cerri .
“Ci saranno altri incontri –ha detto Stefania Catallo– e la riproposizione dello spettacolo Le Marocchinate. La rappresentazione si inserisce in un percorso più ampio di teatro civile rivolto alle tematiche femminili e di violenza di genere che Francesca Romana Cerri e Delfina Angeloni hanno sposato e sostenuto fin da subito e per questo le ringrazio”.