Edificio Marco Polo: la riqualificazione passa attraverso il colore …di Fabiana Cambiaso. Foto di Ivano Ancinelli

Dentro Roma

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Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli

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Edicifio Marco Polo: la riqualificazione passa attraverso il colore.

Circonvallazione Tiburtina, San Lorenzo, tra le confluenze delle rampe della tangenziale nella zona est della Capitale, è facile lasciarsi catturare la vista dal coloratissimo complesso Marco Polo della Sapienza. A fianco della nuova Stazione Tiburtina firmata dall’architetto Paolo Desideri (ABDR Architetti Associati) campeggia già un altro importante edificio d’autore, sede di una banca: un immenso specchio in cui si riflette il cielo di Roma, così immaginato da 5+1AA di Alfonso Femia Gianluca Peluffo.

Al nuovo landmark romano di architetture contemporanee, che hanno ridisegnato l’assetto urbano di un’area da tempo dimenticata, si aggiunge il vivace complesso edilizio di 26 mila metri quadrati dell’università La Sapienza, sorto dalla ristrutturazione dell’ex officina meccanografica delle Poste, e che ha dato nuove sedi al suo Centro linguistico, al Dipartimento di Studi euro-americani e all’Istituto di Studi Orientali. Tra aule e laboratori si contano 2.500 desk in parte telematici, con due biblioteche aperte h24. Per il contenuto di studi e ricerche cui sono chiamati i giovani, il complesso – già operativo – è stato battezzato Marco Polo, il veneziano pioniere della conoscenza di altre culture. L’università sembra aver dato così il giusto ruolo allo studio delle lingue straniere con una scelta forte e di qualità, oltre rilevare che nella biblioteca del complesso è conservata la collezione di testi slavi più importante dell’Europa occidentale. Ci sono voluti oltre dieci anni e un investimento rilevante per dare alla città un centro linguistico d’eccellenza, proiettando nel futuro l’Ateneo romano, tra i più antichi e prestigiosi, oltre che per numero di studenti più elevato.

Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli

I lavori di recupero, ristrutturazione ed adeguamento normativo riguardano nel particolare l’ex edificio industriale che ospiterà: aule per la didattica, il centro linguistico, un’autorimessa al piano interrato, due biblioteche ed un piano interamente dedicato ad uffici oltre ad un’aula conferenze per circa 500 posti. Ai lavori che interessano il corpo principale si aggiungono quelli di completa demolizione e successiva realizzazione di un corpo più piccolo di circa 1800 mq, con struttura indipendente in cemento armato e travi tralicciate, che verrà utilizzato in parte come aula convegni ed in parte come parcheggio su due livelli fuori terra. L’intervento prevede tutte le opere civili ed impiantistiche di demolizione e rimozione finalizzate a riportare a “nudo” la struttura esistente, conservando unicamente i 6 solai in predalles e la parte opaca delle facciate perimetrali, con nuove soluzioni impiantistiche ad alto rendimento energetico.

Il gioco delle costruzioni a Roma, come a Londra o a Berlino, parte dal colore.

Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli

Come le nuove case di Renzo Piano brillano a Saint Giles nel cuore di Londra a due passi da Covent Garden e dai giardini del Soho, al posto dell’ex edificio del Ministero della Difesa, così quelle di Aldo Rossi a Berlino, nell’isolato dello Schützenquartier, nate al posto di un hof residenziale per giornalisti e addetti al mondo della carta stampata, il distretto chiamato Newspaper Area, abbattuto durante la guerra, si susseguono in blocchi multiformi che sembrano fatti con il lego, mescolati a (false) facciate antiche, in un insieme giocoso che non manca di una sua armonia.

La scelta dei colori primari, quale elemento caratterizzante L’Edificio Marco Polo come gli esempi europei citati, sembra ispirarsi al senso di improvvisa sorpresa che viene dai colori brillanti, tanto più forte –la sorpresa- quanto più grigio e abbandonato è l’angolo urbano in cui vengono contestualizzate le nuove architetture. Il blu, il giallo, il verde, il rosso e l’arancio degli edifici sferrano lontano l’energia del colore, mentre intorno gli edifici –grigi- adeguano i toni di grigio l’un l’altro, in una massa urbana indistinguibile. Il colore attrae l’attenzione e ti spinge a riporre di nuovo lo sguardo su quel colore, come in una attrazione ipnotica infantile.

Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli

L’Edificio Marco Polo, distante quasi dieci anni dalle case di Renzo Piano a Londra, e venti dalle case di Aldo Rossi a Berlino, come quelle affida al colore la forza del cambiamento, l’impatto della sorpresa. Come quelle costruisce nuovi prospetti su strada in cui poter riconoscere l’identità della città che li ospita. Non può non distinguersi nella maglia delle finestre di Saint Giles il ritmo vuoto/pieno delle facciate di Regent Street di John Nash del 1830, allo stesso modo in cui i prospetti dello Schützenquartier ricostruiscono la vecchia Berlino insieme al ricordo dei palazzi rinascimentali italiani e all’uso ironico di elementi classici decontestualizzati, il complesso Marco Polo sottolinea il gioco dei volumi che si sovrappongono e si incastrano, si depositano, ed esaltano i nastri delle scale preesistenti che si svolgono lungo le facciate.

Colore come sorpresa ma anche come senso dell’accoglienza, dell’integrazione, di inno alla gioia, di pace e di speranza, ci dice l’architetto Marcello Pazzaglini, capogruppo dei progettisti.

Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli


La restituzione fotografica offerta da Ivano Ancinelli, sottolinea, a sua volta, la forza del colore nelle prospettive e soluzioni architettoniche espresse. La disposizione dei colori primari crea composizioni equilibrate, caratterizzate da righe orizzontali e verticali le cui campiture si pongono in una dimensione armonica. Armonia che scaturisce anche dalla distribuzione dei colori soppesata all’interno della composizione stilistica, variando le scelte in base alle forme geometriche ottenute. Un tributo non solo all’opera architettonica raccontata ma anche al fotografo Franco Fontana che ha fatto della semplicità, della composizione astratta di colori e delle forme geometriche, il modo innovativo di comunicare con la fotografia.

C’è la gioia del colore, che è un’attitudine di vita.” Franco Fontana.

© Fabiana Cambiaso. 

alt tag fabiana cambiaso Architetto ed Ingegnere Civile

Lavori Pubblici, Pianificazione del Territorio, Riqualificazione Urbana e Ambientale

Dipartimento Sviluppo e Infrastrutture di Roma Capitale

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Ivano Ancinelli fa della fotografia la sua grande passione. Ha iniziato calcando la tecnica analogica trovando nell ‘architettura e nel paesaggio i generi più affini ai suoi gusti, esplorando però anche altri generi tra cui la Macro in un Workshop con Alberto Ghizzi Panizza. Nel 2016 su Facebook apre un gruppo fotografico: Foto PrimiScatti, nel quale, insieme ad alcuni collaboratori fornisce i primi rudimenti fotografici alle persone che approcciano co questa meravigliosa arte.

Nel 2018 fonda l’Associazione Fotografica PHOTOMENTIS, di cui è il presidente.

Ha frequentato un corso di ritratto in studio all’ISFCI di Roma. Nell’ultimo anno la sua ricerca fotografica e si è rivolta al concettuale e al sociale “La mia filosofia è non anteporre mai lo strumento fotografico alla mente ed è questo che consiglio a chi vuole fare fotografia”

Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli
Edificio Marco Polo © Ivano Ancinelli
Edificio Marco Polo: la riqualificazione passa attraverso il colore …di Fabiana Cambiaso. Foto di Ivano Ancinelli ultima modifica: 2021-05-13T22:32:51+02:00 da Alessandro Lisci