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LABORATORIO SPERIMENTALE DI FOTOGRAFIA E COMUNICAZIONE
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PRESENTA
Mario Squitieri classe 1968, si evidenzia appena ventenne nel panorama del fotogiornalismo romano.
A quattordici anni gli viene regalata una Nikon F2 con la quale fotografa Iris Peynado, attrice in una miniserie televisiva sulla Roma antica e i gladiatori, diretta da Pasquale Squitieri, padre di Mario; così inizia la sua esperienza come fotografo di scena.
Si specializza all’Istituto Tecnico R. Rossellini, Cinematografia e Televisione.
Quindi lavora come fotografo nella cronaca di Roma nel periodo 88-92 per l’agenzia Nuova Cronaca di Carlo Bozzardi (ex fotografo di Paese Sera). Da allora non si è più fermato proprio come nella vita che ha sempre vissuto fino in fondo con entusiasmo e dinamicità (pilota di Formula tre, attualmente insegnante di tennis e appassionato di immersioni).
Negli anni in cui lavora come fotografo di cronaca, le fotocamere sono analogiche, si stampa in camera oscura, in bianco e nero e i ritmi sono frenetici, bisogna essere intuitivi, capaci e rapidi per non perdere occasioni, per essere competitivi e riuscire a proporre prima degli altri buone foto ai giornali.
Mario Squitieri è capace, professionale e le sue foto vengono apprezzate e pubblicate su vari quotidiani come La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, Il Manifesto.
Quello che personalizza i suoi scatti è l’inquadratura mai banale, ricercata per ottenere la più ampia visione di ciò che accade.
Nel suo lavoro avverte un gran senso di responsabilità sa che ogni immagine proposta deve veicolare il messaggio corretto sia che accompagni un articolo sia che venga utilizzata a sé; c’è passione ma tanta etica e responsabilità dietro ogni suo scatto.
Le inquadrature sono spesso rubate da punti di vista proibiti e proibitivi, il lavoro del fotografo di cronaca resta in equilibrio tra il lecito e l’illecito.
Intrufolatosi di nascosto durante la costruzione dello Stadio Olimpico per Italia ’90 ferma l’immagine degli spalti vuoti come un tempo sospeso nell’aspettativa di ciò che sarà.
Suggestiva l’immagine del serpentone luminoso di auto in festa che avvolge un maestoso Colosseo in notturna (dopo una vittoria dell’Italia ai mondiali del ’90).
Fotografa una piazza Montecitorio invasa da un sit in di protesta contro la prima Guerra del Golfo (foto pubblicata su La Repubblica); “come le bombe in Iraq così deflagra la folla” (cit. Mario Squitieri).
La testimonianza di chi decide di farsi giustizia da solo. La foto pubblicata da Famiglia Cristiana ritrae una piccola rom in piazza Campo de’ Fiori bloccata dai passanti. In un episodio analogo dell’epoca, accaduto in via Condotti, il derubato spezzò i polsi alla zingarella, l’autore dell’atroce gesto non venne mai rintracciato. In questo caso sotto riprodotto non sappiamo come andò a finire in quanto Mario Squitieri dovette allontanarsi subito dopo avere realizzato lo scatto (ndr)
Mario Squitieri testimonia la tragedia della tossicodipendenza nella foto del ragazzo stroncato dalla droga a villa Torlonia, le carcasse di auto abbandonate in via Ostiense a denunciare lo stato di degrado di Roma, un uomo intento a pescare nelle acque torbide del Tevere sotto lo sguardo di un bambino (scattata da Ponte Marconi 1990).
Va oltre la cronaca e la notizia, entra nel senso stesso della motivazione dell’immagine, ovvero cerca quel comunicare senza parole.
Poetica la foto rubata all’alba in piazza Navona che Paolo Conti, all’epoca caporedattore dell’edizione romana del Corriere della Sera, preferì non pubblicare e acquistò per il suo studio.
Narrante quella dell’arrotino ritratto a Largo Argentina. “La sopravvivenza oltre ogni previsione. Un ovale in cui scintillano le lame, le lunghe dita affusolate. L’arrotino è quello spazio di sopravvivenza urbana, come dilatato per fermare il tempo, il tempo riemerso come un fossile dentro una città in cui è ancora possibile affilare l’acciaio” cit.Renato Minore (1991).
Intensa quella dei leoni privati della loro libertà e dunque della loro stessa natura.
Simpatica quella del cavallo che sembra voler familiarizzare con la bicicletta (Villa Reale Parco di Monza 1989).
Ed è proprio il senso di libertà, l’amore e il rispetto per la natura ciò che attualmente contraddistingue le fotografie di Squitieri.
Passato dal bianco e nero di una vita cittadina che comprime la natura dell’uomo, al colore brillante degli scenari selvaggi e irriproducibili di una meravigliosa Pantelleria.
Fotografo di scena, ma anche cameraman, fotografo di cronaca romana, ritrattista, ora paesaggista e tanto altro, difficile riassumere un uomo nato con questa passione che ha saputo e sa restare consapevole dei suoi limiti sebbene sia pronto a migliorare costantemente.
© Pina Ianiro
Mario Squitieri
Napoli 19/10 /1968
Nell’ 82, a 14 anni, esordisce come fotografo di scena nel film” I gladiatori” diretto dal padre Pasquale Squitieri.
Si diploma al “Cine TV” di Roma Istituto Tecnico R. Rossellini, Cinematografia e Televisione come operatore cinematografico, lavorando come assistente operatore tra l ‘ 84 e l’ 88.
Tra l’ ’88 ed il ’92 collabora con l’agenzia fotografica ” NUOVA CRONACA” di Carlo Bozzardi pubblicando per La Repubblica, Il Messaggero, Il Corsera , Il Manifesto, Famiglia Cristiana.
Dal ’92 al 2000 è ritrattista a Roma, realizzando book fotografici tra gli altri a Riccardo Scamarcio, Antonella Interlenghi, Helene Nardini, Alessandro Haber, Roberto Herlitzka, Ennio Fantastichini, Valentina Chico.
Nel 2002 si trasferisce a Pantelleria ed intraprende nuove passioni e professioni… pescatore in apnea , maestro di tennis …
La carriera fotografica prosegue e si concentra sulle immagini naturalistiche e paesaggistiche che caratterizzano l’isola.
Redazione ed editing fotografico di Alessandro Lisci