Centootto e La Cala Storie di pesca, incontri e scontri nel Mediterraneo

21 dicembre 2021, a Roma, dalle 10.15, al Cinema Troisi a Trastevere

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Redazione ed editing fotografico di Alessandro Lisci – Target Lab Ets 3714413442

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Centootto e La Cala Storie di pesca, incontri e scontri nel Mediterraneo

Il film (Centootto), il libro (La Cala) e la mostra fotografica: la vicenda dei pescatori di Mazara del Vallo sequestrati in Libia per 108 giorni l’anno scorso, raccontata in un evento il 21 dicembre 2021, a Roma, dalle 10.15, al Cinema Troisi a Trastevere, Via Girolamo Induno, 1.

È prevista la proiezione del film Centootto, l’inaugurazione della mostra fotografica e la tavola rotonda con la presentazione del libro La Cala.

Saranno presenti i pescatori di Mazara sequestrati un anno fa e le loro famiglie, in attesa di essere ricevuti da papa Francesco il 22 dicembre. Tavola rotonda con Goffredo Fofi, registi, autori del libro, produttori, esperti e giornalisti.

Coffee break di inaugurazione, e brindisi a fine evento!

L’evento prevederà:

1) la proiezione del docufilm Centootto, di Giuseppe Bellasalma, Michele Lipori e Claudio Paravati, da un’idea di Onofrio Rota.

2) la presentazione del libro La Cala, di Giuseppe Ciulla e Catia Catania (Bompiani, 2021);

3) l’inaugurazione della mostra fotografica Centootto, curata da Michele Lipori, che rimarrà aperta al pubblico fino al 28 dicembre.

Tutti coloro che interverranno riceveranno in omaggio una copia del libro La Cala e il catalogo della mostra Centootto.

INGRESSO LIBERO CON OBBLIGO DI GREEN PASS

Coffee break di inaugurazione, e brindisi a fine evento!

QUI il documento per registrare la partecipazione.

L’EVENTO FACEBOOK: https://fb.me/e/19GlwyBjr

LA PAGINA FACEBOOK DI CENTOOTTO: https://www.facebook.com/centootto.film/

PER INFO, FOTO E CLIP DEL FILM: https://centootto.com/
info@centootto.com

LE CLIP SU YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCkrt7bybknTW5ofTJpTQwzw  

NOTE DI REGIA

“Abbiamo incontrato per la prima volta Onofrio Rota a marzo 2021 a Bihać, in Bosnia Erzegovina. Eravamo lì per girare un reportage sulla condizione dei migranti che dal cantone di Una-Sana tentano di eludere la sorveglianza della polizia croata e arrivare in Europa, dove sperano di coronare il proprio sogno di una vita migliore. Da parte sua, in qualità di segretario generale della FAI CISL, Onofrio stava coordinando un carico di aiuti alimentari destinato al campo profughi di Lipa, un’azione iscritta all’interno del progetto dal nome Non solo pane, realizzato in collaborazione con la Rivista e Centro Studi Confronti (www.confronti.net).

Solo alcuni mesi dopo la messa in onda del reportage all’interno della rubrica Protestantesimo di Rai2, curata dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, arriva la proposta da parte di Rota: girare un docufilm che raccontasse la storia dei diciotto pescatori sequestrati al largo delle coste libiche il 1° settembre 2020 e tenuti in carcere per più di tre mesi.

La FAI CISL, che rappresenta circa 200.000 lavoratori dell’agricoltura e attività connesse, dell’industria alimentare, delle foreste, della pesca e del tabacco, aveva seguito da vicino la vicenda, dando supporto non solo morale alle famiglie dei pescatori che – esasperate da un’attesa che pareva interminabile – avevano deciso di protestare a oltranza a Montecitorio.

La proposta è suonata immediatamente come una sfida alla quale non abbiamo potuto sottrarci: tutti noi avevamo seguito con trepidazione le sorti dei “nostri” marinai e tirato un sospiro di sollievo alla notizia della loro liberazione. Ma se parte della vicenda era storia nota, del tutto nuovo era per noi l’universo della pesca al gambero rosso, di cui la flotta di Mazara del Vallo è regina (quasi) incontrastata nel mar Mediterraneo. Nostro traghettatore in questo nuovo mondo è stato Marco Marrone, l’armatore del Medinea, uno dei pescherecci sequestrati dagli uomini di Khalifa Haftar, che all’epoca governava sulla Cirenaica pur senza il riconoscimento della comunità internazionale. Per il suo ruolo di armatore, ma anche per indubbie capacità umane, Marco ha assunto fin da subito il compito di intercessore tra le famiglie dei pescatori sequestrati e le autorità che si arrovellavano sul modo per venire a capo della situazione.

Poi l’incontro fatale è stato quello con Rosetta Ingargiola, madre di Piero Marrone (comandante del Medinea). Quello che noi pensavamo fosse un colloquio preliminare si è tramutato fin da subito in uno sciabordare di emozioni donateci con estrema generosità, senza sconti, sia nelle manifestazioni di gioia che nei ricordi dolorosi.

A quel punto l’organizzazione delle riprese con le numerosissime problematiche che il lavoro sul campo porta con sé ha assunto un altro senso: tutto è sparito di fronte all’umanità che ci ha impattato e che si è arricchita dei racconti di Franco e Naoires, Nuccio, Rosaria e Monica, Piero e il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci.

Dal canto nostro, ci siamo subito resi conto che per raccontare questa vicenda dovevamo allontanarci dalla semplice cronaca per provare a restituire l’universalità che questa storia portava con sé: l’assenza dei propri cari come condizione esistenziale perenne, la paura di non rivederli, il complesso rapporto che questa gente ha col mare, fatto di rispetto, di riconoscenza ma anche di profondo timore nei confronti dello stesso.

Nel portare a termine il docufilm ci ha aiutato immaginare il lavoro delle troupe cinematografica similmente a quello dell’equipaggio di una nave: ogni persona ha un proprio ruolo che, per quanto circoscritto, è determinante alla buona riuscita di un obiettivo comune.

Se è stato possibile realizzare il docufilm lo si deve all’umanità dei protagonisti; al rapporto di fiducia che la FAI CISL ha creato nel corso del tempo, proprio perché è stata al loro fianco anche durante quei giorni terribili; alla troupe, che ha realizzato tutto ciò in tempi davvero proibitivi, ed è stato un gioco di squadra magnifico; alla comunità di Mazara del Vallo, che ci ha accolto fin da subito con affetto e mostrandosi con generosità.

Questo docufilm vive dei volti e delle storie che si vedono e si sentono sullo schermo, ma anche di quei volti e quelle storie che fanno da sfondo, che abbiamo incontrato e che forse non abbiamo incontrato, ma che si riconoscono guardando il film; sono le tante persone così diverse tra loro, ma con la stessa passione per l’umanità, che il destino ha messo l’una a fianco dell’altra per portare a termine questa avventura: forse una cosa piccola piccola, ma per noi così significativa”.

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Centootto e La Cala Storie di pesca, incontri e scontri nel Mediterraneo ultima modifica: 2021-12-21T00:03:29+01:00 da Alessandro Lisci