Roma, 01/06/2022
E’ un pomeriggio di quasi piena estate e Chourmo, il locale che ospita la presentazione del libro di Viviana Vacca su Tano d’Amico, “Immagini che vivono. Politica e Fotografia” edito da Ombre Corte , è un salotto conviviale dove tra chiacchiere ed happy hour si parla delle sue fotografie, rigorosamente in bianco e nero e didascalie scritte a mano, con l’intervento dell’autrice del libro e Giso Amendola.
Tano è un uomo da macchina fotografica e da bianco e nero. In quarant’anni è rimasto fedele a questa modalità da cronaca d’altri tempi, dove l’assenza di colori non arriva a chi guarda come un di meno. Anzi! Il bianco e nero riporta alle linee essenziali, aiuta a capirla la realtà.
I volti, i corpi, gli sguardi degli ultimi, nelle foto di Tano D’Amico che ha documentato le lotte e le manifestazioni di piazza nei difficili anni Sessanta e Settanta, si vede quello che l’immagine in sé non dice. Perché sono quei volti, quei corpi, quegli sguardi a parlare, raccontando il dolore e la speranza, la sofferenza e la lotta. Le sue foto dicono che non è vero che vincono sempre i ricchi, perché a volte si può vincere nel cuore degli spettatori e questo si può fare, tanto che l’immagine può amare così tanto la vita da cambiarne il destino.
Il quesito è: che cosa pretendono da noi le immagini! Qual è la politica dell’immagine? Tano non si occupa di immagini politiche, nel senso che ha un recinto ben determinato dove è il fotografo dei movimenti con la “M” maiuscola, il fotografo delle manifestazioni, il fotografo delle piazze. Non è questo il senso della politica delle immagini e non si tratta neanche dell’estetizzazione della politica, si tratta solo di cercare di capire in che modo oggi l’immagine è un atto politico.
Alla fotografia Tano D’Amico riconosce il valore di soggetto indipendente. Indipendente addirittura dalla volontà del fotografo! La fotografia prende corpo ed è in grado, raccontando la verità, di allontanarsi dalla volontà di chi l’ha prodotta diventando una sorta di acheropita, quasi fosse apparsa da sola, senza la volontà di un autore.
Un’immagine nasce quando un essere umano ne sente la mancanza, la cerca, la aspetta, chiede aiuto alla realtà per trovarla. Un’immagine nasce ancor prima di comparire sulla pellicola, sul pezzo di carta, sulla tela, sullo schermo, nasce ancor prima di essere vista. E un’immagine non nasce mai da chi cerca la carezza di chi comanda. Tano ha sperimentato come la misericordia e le sue immagini nascano sempre contro il potere. Il destino chiede all’essere umano la partecipazione.
È attraverso una scelta consapevole alla partecipazione che il fotografo può raccogliere immagini di bellezza in grado di smuovere i cuori.
Per questo Tano sottolinea come esistano immagini che hanno questo potere e che, proprio grazie a questa capacità di muovere l’osservatore alla misericordia, restano vive negli anni!
Il sole inizia a tramontare, il salotto si scioglie …..
© Irene Vallerotonda – Target Lab Ets
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