
Stati uniti d’Europa Si o No?
Stati uniti d’Europa, dove le forze centrifughe e centripete si fronteggiano aspramente, chi la spunterà? Dall’ introduzione della moneta unica nel 1999 si sono susseguite profezie negative degli economisti sull’insostenibilità di un’area valutaria senza una convergenza ciclica e strutturale tra le sue economie, con tassi di inflazione diversi tra di loro, mercati scarsamente competitivi e diversi livelli di indebitamento. In particolare come si fa a conciliare una moneta unica senza uno Stato unico, un fisco unico, una difesa unica? L’incompiutezza della costruzione europea è alla base delle gravi difficoltà della situazione economica e politica attuale. L’Europa è un grande vaso di coccio stretto tra grandi vasi di ferro, quali gli USA, la Russia, la Cina e l’India. In attesa di capire se la congiuntura mondiale sia indirizzata verso una nuova recessione, si contrastano forze contrastanti sulla costruzione dell’Europa unita.
Stati uniti d’Europa: le forze centrifughe
- CRISI ECONOMICA E DEFLAZIONE. Dopo la crisi del 2008 e la crisi dei debiti sovrani dei paesi mediterranei del 2010-2012, l’economia europea sembra afflitta da problemi crescenti di deflazione, dovuti a fattori strutturali quali la demografia negativa, lo sviluppo tecnologico e i troppi debiti.
- SCHENGEN E LE MIGRAZIONI. La globalizzazione dell’economie, ha come contraltare un processo irreversibile di migrazioni dai paesi poveri e da conflitti bellici, che stanno sconvolgendo la fisionomia del Vecchio Continente, dove potrebbe saltare la libertà di circolazione delle persone sancita dal trattato di Schengen.
- LA BUROCRAZIA DI BRUXELLES. Il parlamento di Bruxelles appesantisce le burocrazie nazionali e la rotazione semestrale della presidenza dell’Eurogruppo viene percepita troppo breve per poter incidere sulla governace.
- IL TERRORISMO. L’allerta terrorismo impone controlli sempre più stringenti alle frontiere e un crescente coordinamento dei sistemi di intelligence.
- NAZIONALISMI E POPULISMI. La crescita esponenziale dei movimenti populisti e anti europeisti in tutte le nazioni è data dalla percezione che si stava meglio economicamente prima dell’introduzione dell’Euro.
Stati uniti d’Europa: forze centripete
- DRAGHI E IL QUANTITATIVE EASING. Il presidente della BCE Draghi sta tentando con politiche non convenzionali di sostenere la moneta unica e combattere la deflazione. Forse Il banchiere Draghi è l’ultimo vero baluardo contro la disgregazione.
- MINISTRO DEL TESORO UNICO. I responsabili della banca centrale francese e tedesca hanno proposto la creazione di un ministro del tesoro unico per tutta l’ Europa a moneta unica. Naturalmente gli Stati nazionali sono molto restii a cedere la propria sovranità fiscale. Ma questa sembra l’unica strada per riuscire a progredire verso un vero Stato Europeo e mobilitare finalmente massicci investimenti produttivi, non solo cieca austerità fiscale.

Dopo secoli di guerre e divisioni tutti sapevano che sarebbe stato difficile costruire un continente unito. Basta guardare i grafici della borsa tedesca, della borsa italiana e della borsa greca per capire i problemi che sono sul tavolo. Da questi grafici si può notare come la Germania abbia beneficiato dell’euro, mentre Italia e soprattutto la Grecia abbiano sofferto le debolezze della propria struttura competitiva.
Siamo in un momento molto difficile per la costruzione dell’unità Europea, http://europa.eu/index.it, la speranza è che i nostri policy maker ritrovino la lungimiranza dei padri fondatori e che riescano a domare le forze centrifughe che ne minano i progressi! I rischi sono davvero grandi e non vi sono molte ragioni per essere ottimisti!
Articolo di Andrea Vedovati