
L’ Opec trova l’accordo per guidare il prezzo del petrolio a 60 USD. Iran e Iraq sono stati convinti.
Mentre il ciclo economico Americano e la relativa bolla del mercato azionario, sembra poter durare altri due anni, il tempo necessario ai tassi d’interesse per farlo deragliare, l’Arabia Saudita ha convinto i partner dell’OPEC, http://www.opec.org/, a riportare il prezzo del petrolio a 60 USD.
Si dice “ non combattere la Fed “ quando si parla di obbligazioni, così vale per il prezzo del petrolio. Non combattere l’Arabia Saudita. In realtà, non era così semplice, infatti l’ Opec negli ultimi 8 anni non è mai riuscita a trovare un accordo efficace fra i suoi membri.
L’Arabia Saudita è riuscita comunque due anni fa a fare crollare il prezzo del petrolio da 110 usd a 30 usd, per ostacolare lo sviluppo dell’industria dello shale gas americano che avrebbe reso gli USA del tutto indipendenti dal punto di vista energetico, se non addirittura esportatori. Ora però si è avvertita la necessità di trovare un nuovo punto di equilibrio del prezzo del petrolio, a 60 usd, in modo da far guadagnare i paesi produttori senza favorire troppo la ripresa dell’industria americana che ha un prezzo di break-even di circa 70 usd.
Sembrava facile, ma Iran e Iraq, erano contrari a tagliare la propria quota di produzione per favorire gli obbiettivi dell’Arabia Saudita. Infatti l’Iraq, mentre combatte l’ISIS in casa propria, non può facilmente rinunciare a parte della sua produzione e l’Iran vuole far tornare velocemente la sua produzione ai valori antecedenti l’embargo internazionale degli anni passati.
Il consensus degli analisti si aspetta i paesi produttori portino la produzione giornaliera di petrolio a 32,5 mln di barili, portando così il prezzo ai tanto aspirati 60 USD. Per l’analisi tecnica, se sfondati i massimi di periodo a 52/53 USD, si apre la strada per un ritorno delle quotazioni addirittura a 70 USD.
Forse l’era degli alti prezzi del petrolio è finita ( sopra i 100 USD ), grazie agli sforzi per combattere il riscaldamento climatico e lo sviluppo di nuove tecnologie che ne deriva. Questa è comunque una bella notizia, in un mondo in continua evoluzione, culturale e tecnologica.
Analisi di Andrea Vedovati.