Mediaset. la passione per la Champions League di Silvio Berlusconi può costare cara. La scalata ostile di Vivendi alla prova del Sistema Italia.
Una cosa è certa, l’essersi svenati per assicurarsi i diritti in esclusiva della Champions League, sfilandoli a Sky, per il triennio 2015-2017, può davvero costare caro a Mediaset.
Infatti Vincent Bollore, patron di Vivendi, con una strategia al limite della legalità, ha rigettato gli accordi di qualche mese fa per accollarsi Mediaset Premium, con il conseguente scambio di azioni tra Mediaset e Vivendi per un ammontare del 3,5 % del capitale.
Così facendo le azioni di Mediaset si sono deprezzate inevitabilmente in Borsa al punto che è diventato conveniente per il gruppo di Bollore tentarne la scalata. In pochi giorni, Vivendi è giunta al 20 % del capitale di Mediaset, http://www.mediaset.it/, configurandosi così come secondo azionista.
Silvio Berlusconi ha mobilitato tutti i propri contatti politici e finanziari per studiare le contromosse legali e finanziarie per non farsi sfilare l’ azienda costruita con il sudore di una vita. Le opzioni sul tavolo sono molteplici ma il sentiero è strettissimo. Infatti Fininvest non può comprare altre azioni per non incorrere nell’obbligo di Offerta Pubblica di Acquisto sul totale del capitale. Non ne ha le risorse. Idem per Vincent Bollore, non ne ha intenzione.
Per bloccare lo scalatore ostile bretone, Silvio Berlusconi deve riuscire a bloccare “ istituzionalmente” e legalmente il raider francese, famoso per questo tipo di operazioni finanziarie.
Probabilmente, con il tempo, tra una schermaglia e l’altra, si arriverà ad un sorta di accordo tra le parti belligeranti.
Infatti occorrono strategie comuni per contrastare l’avanzata di Netflix e Sky in Europa. Ne vedremo delle belle, ma è il libero mercato!
Analisi di Andrea Vedovati