LE PROSPETTIVE DEI MERCATI PER IL 2018
Dopo anni di stimoli monetari, prima la Fed ora anche la Bce normalizzano i propri atteggiamenti. La grande paura della deflazione è finita e la crisi è passata. La riforma fiscale di Trump crea ulteriore liquidità.
La crescita mondiale è sincronizzata ed elevata. Si attende il ritorno dell’inflazione, anche se lentamente. Nel frattempo i debiti pubblici e privati sono aumentati vertiginosamente superando di gran lunga il livello del 2007.
La curva dei rendimenti americana si appiattisce pian piano ma è ancora lontana dall’inversione che certificò le crisi del 2000-2002 e del 2008-2009.
Pur avendo raggiunto valutazioni da bolla i mercati americani continuano a stupire. Comunque i broker americani prevedono lo S&P500 a 2.850 circa per il 2018.
Sono piuttosto i bond a preoccupare. I tassi stanno risalendo, decretando la fine di un mercato rialzista secolare. E’ possibile rivedere il rendimento a 10 anni americano a 2,80%. Meglio i cct dei btp, per intenderci in Italia.
Lo spread btp – bund si dovrebbe attestare intorno ai 130-150 punti, se, come dicono i sondaggi, dopo le elezioni, ci dovesse essere un governo di coalizione “open”.
In particolare in Europa si sta assistendo ad un continuo rafforzamento del cambio eur/usd, che potrebbe tornare a 1,40 nel medio periodo, trascinando con sè la quotazione dell’oro, ad esso molto correlato. Il petrolio è visto a 80 usd. Se i tassi risalgono anche piazza affari, zeppa di titoli bancari e assicurativi, dovrebbe lentamente risalire nel medio periodo.
Il principale rischio a questo scenario benigno per il 2018, è il protezionismo economico che sembra pervadere l’atteggiamento dell’amministrazione Trump. Se gli accordi commerciali dell’area Nafta dovessero saltare o acuirsi le frizioni con la Cina, tutto potrebbe peggiorare.
Non ci resta che vedere! Buon anno.
ANDREA VEDOVATI