Turismo solidale: l’Africa chiama, Josephine Alessio risponde

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Josephine Alessio, la giornalista di Rainews24 che apre l’informazione Rai dalle 5.30 alle 6.30 a reti unificate ha una grande passione, condividere l’esperienze di vita nei villaggi, esplorare questo continente meraviglioso, conoscere a fondo la sua gente e soprattutto tendere una mano ai più piccoli. 

Anche lei soffre il mal d’Africa? 

“Siamo in tanti a subire il fascino prorompente di questa terra con una grande ricchezza di culture, popoli, lingue, condizioni sociali ed economiche. Ma c’è un’Africa che spesso non si racconta, un’Africa senza guerre nè armi, in grado di trasmettere una tale energia, che è difficile descrivere la moltitudine di sensazioni contrastanti. Un mondo così lontano dal nostro, ma anche così vicino a quelli che sono i veri valori della vita. Non si possono dimenticare gli sguardi profondi dei bambini, il senso di ingiustizia di fronte alle loro condizioni, ma anche la grande gioia, lo stupore e l’entusiasmo dei ragazzi nel ritrovarsi tutti insieme. Resto affascinata soprattutto dal senso di fratellanza, dallo spirito di solidarietà e  riconoscenza che li accomuna, valori che in occidente sembrano ormai desueti“.

Josephine Alessio, ci racconti la sua esperienza nello specifico!

Da 4 anni mi reco in Senegal, il Paese della “Teranga”, in lingua wolof significa ospitalità ed accoglienza. Pratico il cosiddetto turismo solidale, etico e responsabile, un modo diverso di intendere il viaggio. L’80% della spesa contribuisce e aiuta l’economia locale. Sono in contatto anche con una onlus locale. Vado nelle scuole per portare quaderni, penne, caramelle. Il loro entusiasmo è contagioso! Ma solitamente bisogna affidare tutto al direttore che poi distribuisce equamente. E’ un modo per stimolare gli scolari a fare di più, dicono gli insegnanti. Assolutamente vietato invece, è dare i soldi ai bambini. Ogni offerta deve essere consegnata al capovillaggio o al direttore dell’istituto scolastico. Questo per non creare un sistema di dipendenza dall’elemosina per cui non si incentiva lo sviluppo economico delle popolazioni ma si contribuisce involontariamente a mantenerle in povertà”. 

Il Senegal, un Paese in forte sviluppo e con tanti posti da vedere?

“Il Senegal è famoso per le bellezze naturali, lo spirito artistico dei suoi abitanti, la musica, l’artigianato, le spiagge coronate da palme. Bastano 6 ore di aereo e vieni catapultata in una dimensione del tutto nuova e stimolante. Una realtà che aiuta a resettare. Tra le tappe più rinomate, Saint Louis con gli edifici in stile coloniale, Patrimonio dell’Unesco. Spettacolare il suo ponte in ferro progettato dall’architetto padre della Tour Eiffel. Poi da vedere sicuramente la Langue de Barbarie e il Parco di Djoudi, paradiso dei bird-watchers, dove ogni anno arrivano 3 milioni di uccelli dall’ Asia e dall’Europa. E ancora l’isola di Gorée, luogo dedicato alla Memoria della schiavitù e il lago rosa. A causarne il colore sarebbe, secondo gli esperti, la presenza di un particolare batterio che popola le zone con alto tasso di salinità. Non può mancare poi la visita a Dakar, la capitale che tenta di conciliare l’apertura alla contemporaneità con le antiche radici culturali. Anche la regione della Casamance ha il suo fascino, con spiagge sabbiose e foreste rigogliose abitate da tante etnie diverse. Insomma scegliere queste mete lontane dal turismo di massa significa contribuire allo sviluppo dell’economia locale e arricchirsi di esperienze uniche attraverso il confronto con le popolazioni che ci ospitano. Conoscenza e solidarietà, questo è il turismo solidale”.

redazione

Turismo solidale: l’Africa chiama, Josephine Alessio risponde ultima modifica: 2019-12-05T16:20:42+01:00 da admin